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 2012  dicembre 28 Venerdì calendario

HANNAH

ARENDT–
Fedele Lo stelo di erba tremolina che qualche volta Martin Heidegger allegava alle lettere d’amore per Hannah Arendt. Morta cinque mesi prima del filosofo, lei aveva scritto senza mai farglielo leggere: «L’uomo cui sono rimasta fedele e infedele, e sempre nell’amore».
Anagrafe Hannah Arendt, nata a Linden (Hannover, Germania) il 14 ottobre 1906, famiglia ebraica, studiò filosofia con Martin Heidegger all’Università di Malburgo, una volta laureata fu costretta ad emigrare in Francia per via delle leggi naziste, e poi, dopo l’invasione tedesca, negli Stati Uniti, a New York. Fu filosofa, giornalista, scrittrice e storica.
Heidegger Martin Heidegger, il grande filosofo, figlio di un mastro bottaio della rustica Messkirch, incontrò la Arendt nel 1924, 35 anni lui (sposato con Elfride, due figli), 18 lei, durante un seminario, ma con l’avvento di Hitler se ne dovette separare: nazista lui (che agli studenti spiegava che «il Führer stesso, e lui soltanto, è l’odierna e futura realtà tedesca e la sua legge»), ebrea lei.
Uguaglianza «L’uguaglianza non ci è data, ma è il risultato dell’organizzazione umana nella misura in cui si fa guidare dal principio di giustizia» (Hannah Arendt, "Le origini del totalitarismo", 1951).
Integra Mentre Hannah Arendt, pur ridente e socievole di carattere, si struggeva romanticamente per la distanza più o meno marcata che la separava da Heidegger («che non si distendeva mai e si prendeva terribilmente sul serio perché il suo pensiero - e lui attraverso il suo pensiero - doveva essere tradotto, interpretato, moltiplicato, adorato come l’unica Bibbia dell’Occidente»), lui le scriveva frasi d’amore come «la Cosa decisiva rimane il mantenere integra la più autentica autenticità femminile», accenni alla «tua essenza di pura fanciulla», «il tuo grande momento, in cui diventi una santa». Fino al «sei semplicemente felice e in cammino verso la felicità» (mentre lei soffriva terribilmente).
Musica Heidegger, solito decorare le sue lettere alla Arendt con riferimenti musicali, «per creare la giusta atmosfera»: «Bach, concerto brandeburghese n.3. Secondo movimento. Allegro» oppure «Beethoven, Opus 111. Adagio Finale».
Amore La tesi di laurea di Hannah Arendt: il concetto d’amore in Sant’Agostino.
Banalità Hannah Arendt, inviata come corrispondente di ”The New Yorker” al processo a Eichmann, fu impressionata dalla mediocrità del personaggio che durante le udienze si esprimeva solo con clichés e frasi retoriche, e per descrivere la sua enigmaticità, coniò l’espressione ”banalità del male”, per dire che si trattava di una persona incapace di pensare (thoughtlessness), cioè di vedere le cose dal punto di vista degli altri: "Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di pensiero possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell’uomo".