Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 28 dicembre 2012
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Maria Teresa REGARD – Anagrafe Maria Teresa Regard, in Calamandrei, nata a Roma il 16 gennaio 1924, il padre, direttore di una farmacia dell’Ospedale Militare col grado di tenente colonnello, per i primi anni visse a Napoli, poi a Roma (liceo Mamiani), qui dopo la scuola entrò in contatto con Antonello Trombadori e si iscrisse al Partito Comunista italiano (1941)
Maria Teresa REGARD – Anagrafe Maria Teresa Regard, in Calamandrei, nata a Roma il 16 gennaio 1924, il padre, direttore di una farmacia dell’Ospedale Militare col grado di tenente colonnello, per i primi anni visse a Napoli, poi a Roma (liceo Mamiani), qui dopo la scuola entrò in contatto con Antonello Trombadori e si iscrisse al Partito Comunista italiano (1941). Antifascista Entrata nelle file del Pci, poi in quelle dei G.A.P., partecipò agli scontri di Porta San Paolo (portava gli ordini e dipensava rancio e acqua ai combattenti), all’azione contro il comando tedesco all’Hotel Flora, ecc. Arresto Arrestata dai nazisti in casa di Gioacchino Gesmundo e portata a via Tasso, interrogata e poi rilasciata grazie al silenzio di Giorgio Labò, che dichiarò di non conoscerla. Torture «…dallo spioncino della mia cella vedevo persone straziate. Ancora incoscienti venivano riportate in cella di peso perché incapaci di camminare. Le urla, il dolore, l’angoscia: era sempre buio. Non cambiavano mai l’aria. Giocchino Gesmundo lo torturarono per interi giorni, alla fine non stava più in piedi. Anche Giorgio Labò fu torturato e il silenzio suo e di Gianfranco Mattei salvò la vita a tutti i gappisti romani. Gianfranco, nel timore di non reggere le tortura, una volta in cella si tolse la vita. Giorgio aveva i polsi oramai in cancrena, a causa della corda che, strettissima, gli legava le mani dietro la schiena. Non disse una parola, alla fine, il corpo distrutto, lo portarono a Forte Bravetta e lì venne fucilato» (la testimonianza di Maria Teresa Regard durante il processo a Priebke). Italianer «Diese italianer sono più duri di quanto non credessi. La maggior parte non vogliono aprir bocca, tun den Mund nicht auf, vanno a morire senza averci detto niente» (Herbert Kappler, ufficiale delle SS e comandante della Gestapo a Roma) Sparare «Avevo sparato su un uomo. Non riuscivo a parlare, a mescolarmi di nuovo con i miei amici. (...) Mi domandavo mille volte se un uomo ha il diritto di colpire un altro uomo. A una domanda così semplicistica mi rispondevo mille volte di no. Ma la mia guerra era legittima, e soprattutto non l’avevo voluta io, né gli uomini della mia parte. (...) So per certo, ormai, che di fronte ai nemici colpiti non c’è soldato che non abbia maledetto la guerra» (Maria Teresa Regard, ricordando la prima volta che sparò adun uomo) Rasella Maria, che non partecipò all’attentato di via Rasella, non si trovava d’accordo con la scelta del luogo. Piera Piera, il nome di battaglia di Maria Teresa Regard. Cola, quello del futuro marito, Franco Calamandrei. Marito Franco Calamandrei, partigiano, giornalista e politico italiano, figlio del grande giurista Piero, subito impegnato nella Resistenza, dopo la guerra corrispondente da Londra e dalla Cina per l’Unità e membro del Comitato Centrale del Pci, poi senatore.