Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 28 dicembre 2012
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EVA MAMELI–Anagrafe Eva Giuliana Mameli Calvino, nata a Sassari il 12 febbraio del 1886, il padre, Giovanni Battista Mameli, colonnello dei carabinieri, la madre, Maddalena Cubeddu, casalinga, a 19 anni si laurea in Matematica (a Cagliari), a 21 anni in Scienze naturali a Pavia, a 29 diventa professore universitario, prima donna in Italia ad ottenere una cattedra
EVA MAMELI–
Anagrafe Eva Giuliana Mameli Calvino, nata a Sassari il 12 febbraio del 1886, il padre, Giovanni Battista Mameli, colonnello dei carabinieri, la madre, Maddalena Cubeddu, casalinga, a 19 anni si laurea in Matematica (a Cagliari), a 21 anni in Scienze naturali a Pavia, a 29 diventa professore universitario, prima donna in Italia ad ottenere una cattedra.
Calvino Mario Calvino, agronomo di Sanremo, studioso di piante tropicali, tra i grandi padri della floricoltura sanremese, ai primi del Novecento si era trasferito in Messico e a Cuba e dirigeva la Stazione agronomica di Santiago de las Vegas, presso l’Avana.
Taccuino «Ho guardato il mio taccuino: lunedì sono impegnato, martedì pure, mercoledì non ho niente da fare, e allora mi sposo» (Mario Calvino)
Matrimonio Il matrimonio con Calvino, celebrato su una nave diretta in Messico dal capitano, nel 1920.
Stazione Mario ed Eva, tornati a Sanremo, ospitarono e diressero per anni nella loro villa la Stazione Sperimentale di floricoltura e frutticoltura, perché dopo il fallimento della Banca Garibaldi non c’erano più soldi da stanziare per il progetto.
Kiwi Tra le piante portate per la prima volta in Italia dai coniugi Calvino: palme, pompelmi e kiwi.
Carognetta Secondo Libereso Guglielmi, botanico cresciuto per anni con Mario Calvino, Eva Mameli Calvino «era un po’ carognetta» (Ippolito Pizzetti, Libereso, Il giardiniere di Calvino, GEM Edizioni, maggio 2009, pagg. 208, 16 euro).
Maga «La maga buona che coltiva gli iris» (la madre secondo Italo Calvino)
Fantasma «La signora Calvino era piccola così, con quei bei grandi rotoli di capelli... Una volta me la sono trovata davanti con tutti capelli sciolti e mi sono spaventato: sembrava un fantasma! Portava questi capelli arrotolati dieci volte, le veniva un testone grosso così. E poi aveva quelle sottane a balzo; tre, quattro, cinque balze... A terrazze! Anche i figli la temevano perché era dura» (Libereso Guglielmi).
Finocchi Mario Calvino non riuscì mai a mangiare i finocchi che andava a raccogliere la mattina salendo verso San Giovanni. Li portava a casa e diceva alla moglie: «Eva, ho portato i finocchi, oggi voglio i finocchi”. Ma lei, passati cinque minuti, li faceva portare ai conigli. Arrivava lui: «Porco qui….». E Lei: «Sacra polenta, Mario! Ma sempre finocchi»
Fucilazione Mario ed Eva Calvino per due volte furono presi dai fascisti dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943: messi al muro e fucilati con armi scariche con l’unico scopo di intimorirli per aver offerto asilo ai partigiani e nascosto qualche ebreo.
Dovere «Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l’ammetteva: cioè che fosse anche passione. Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di buganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in dovere e ne viveva» (Italo Calvino, La strada di San Giovanni)