Giovanni Caprara, Sette 28/12/2012, 28 dicembre 2012
ORA LA SFIDA È SULLA LUNA TRA CINA E INDIA
[Pechino progetta lo sbarco dei taikonauti, New Delhi manda una nuova sonda. Nel mirino di entrambe Marte e i suoi misteri] –
Sarà, il prossimo, l’anno del più grande radiotelescopio mai costruito ma sarà pure l’anno della Luna e di Marte per la Cina e l’India. E non solo. Il radiotelescopio è frutto di una grande impresa che vede insieme gli Stati Uniti, l’Europa, il Giappone, il Canada e Taiwan. In realtà è formato da 66 parabole che funzionano come una gigantesca antenna di 14 mila metri di diametro. Uno strumento eccezionale, quindi, in grado di raccogliere le radiazioni millimetriche lanciate dai corpi celesti più lontani e quindi più antichi. In questo modo Alma, come è stato battezzato dalle iniziali di Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, riuscirà ad andare oltre il telescopio spaziale Hubble che vede la luce fino all’infrarosso, cogliendo fotogrammi finora mai visti delle prime epoche dell’Universo quando si formavano le prime galassie e le prime stelle. La schiera di antenne è stata installata sul Plateu di Chajnantor, a 5 mila metri d’altezza, nel deserto di Atacama in Cile, il miglior luogo della Terra per scrutare il cielo. Da lassù inizierà un nuovo viaggio verso le nostre origini.
L’esplorazione cosmica diretta vedrà, invece, protagonisti due Paesi da poco impegnati tra i pianeti, ma sempre più decisi a essere tra i primi. La Cina avvierà la seconda fase della sua conquista della Luna e, dopo aver spedito due sonde in orbita per scrutarla nei dettagli, ora farà scendere sulle sabbie seleniche il lander Chang’e-3 per indagarla direttamente. Il successivo passo sarà il recupero di campioni da portare sulla Terra. Infine, dopo il 2020, sbarcheranno i taikonauti (gli astronauti cinesi, ndr), come è stato già annunciato. Intanto Pechino dovrebbe spedire intorno alla Terra verso la fine dell’anno la nuova mini-stazione abitata Tiangong-2, mentre in giugno arriverà su Tiangong-1 un secondo gruppetto di taikonauti. L’obiettivo è giungere entro il decennio a una più grande stazione spaziale nella quale un equipaggio cinese potrà vivere in permanenza osservando la Terra, il cielo e compiere esperimenti in vari campi della scienza e della tecnologia come accade sulla stazione spaziale internazionale Iss in volo su un’altra orbita. Ed è soprattutto pensando alla scienza e ai suoi piccoli satelliti, che gli ingegneri del Celeste impero collauderanno un nuovo razzo vettore analogo nelle capacità al nostro Vega italo-europeo dell’Esa che ha compiuto il primo volo con successo lo scorso febbraio e che nella prima parte del 2013 riprenderà i lanci dalla Guyana francese.
L’India ha mete marziane. La Luna sarà anche l’obiettivo dell’India, che dal golfo del Bengala farà partire Chandrayaan-2 per continuare le ricognizioni condotte con successo da Chandrayaan-1 rilevando l’acqua presente tra le sabbie seleniche. Ma non si fermerà qui perché in novembre dalla stessa base inizierà pure la prima missione marziana di New Delhi con la sonda Mangalyaan mirata a spiare la geologia del Pianeta rosso cercando inoltre la presenza del metano nell’atmosfera. La caccia a questo gas è uno degli obiettivi di tutte le agenzie spaziali perché costituirebbe una possibile prova dell’esistenza di microrganismi vivi dai quali potrebbe essere stato generato.
E la Nasa, che finora ha governato l’esplorazione lunare e marziana? Nel 2013, lavorando intensamente con Curiosity sbarcato nel cratere Gale nell’agosto scorso, cercherà le prove dell’esistenza di molecole organiche analizzando il terriccio marziano nel suo laboratorio chimico automatico. Sembrava che gli scienziati le avessero già trovate ma, nel bilancio della missione illustrato il 3 dicembre a San Francisco al congresso dei geologi americani, sono emerse solo indicazioni. Lo scopo della spedizione è proprio quello di individuare le condizioni ambientali per lo sviluppo della vita; il ritrovamento delle molecole organiche rappresenterebbe la prima prova necessaria, ma non sufficiente, per l’ambitissima scoperta.
In novembre, intanto, la Nasa lancerà in orbita marziana la sonda Maven con il compito di decifrare uno dei tanti misteri che ancora avvolgono il Pianeta rosso. Si vuole capire che cosa abbia causato la perdita nello spazio di buona parte dell’atmosfera rendendo il pianeta inospitale. E quasi con un obiettivo analogo invierà in agosto intorno alla Luna la sonda Laden (Lunar Atmosphere and Dust Environment) che misurerà la sottilissima atmosfera esistente prima che la prossima presenza dell’uomo possa influire, danneggiandola.
l’asteroide in arrivo
Si chiama “2012 DA 14” e ci sfiorerà
Il 15 febbraio si verificherà un particolarissimo incontro ravvicinato con l’asteroide “2012 DA14”. Sarà infatti il transito più vicino di cui si sia a conoscenza per un corpo celeste di questa taglia: 45 metri di diametro. Non presenterà tuttavia alcun pericolo (almeno così dovrebbe essere) perché la sua orbita, ben calcolata, dovrebbe portarlo a circa 35 mila chilometri dalla Terra, comunque al di sotto dell’orbita geostazionaria di 36 mila chilometri nella quale sono sistemati i satelliti per le telecomunicazioni. Rimane un margine di incertezza per cui potrebbe volare più basso (a 27 mila chilometri) o anche più in alto (a 53 mila chilometri). Il momento di maggior vicinanza si verificherà alle 20.26, ma sarà troppo debole per essere visibile a occhio nudo.
Scie luminose all’orizzonte
Due comete (forse) lasceranno traccia
Due comete potrebbero farsi ricordare per la loro luminosità nel transitare vicino alla Terra nell’arco della prossima annata. La prima (C/2011 L4/Pan-Starrs) sarà la cometa di primavera visibile senza strumenti nei primi giorni di marzo: il 5 marzo sarà più vicina al nostro pianeta, mentre il 10 sfiorerà il Sole e, quindi, in quei momenti, raggiungerà il massimo splendore per l’azione distruttiva dell’astro che la riscalderà. Poi, alle soglie dell’inverno, arriverà la cometa C/2012 S1/Ison che transiterà vicino all’astro il 28 novembre. Secondo alcune stime potrebbe diventare addirittura più luminosa della Luna piena. Ma delle comete non ci si può fidare.
crescendo di attività per il sole
Tempeste geomagnetiche in arrivo?
Nella seconda metà del 2013 il Sole dovrebbe raggiunge il momento di massima attività per cui la sua superficie mostrerà molte macchie. L’astro ha un ciclo di undici anni durante i quali manifesta un periodo di minima e uno, appunto, di massima. Ora siamo nel 24° ciclo (questa valutazione è iniziata a partire dalla metà dell’Ottocento) e dalla fase di maggior quiete segnalata nel 2009, iniziata con un po’ di ritardo tanto che qualcuno temeva un mancato risveglio, si è assistito a una progressiva virulenza con un culmine verso la fine dell’anno. Qualche previsione catastrofica sostiene che il Sole potrebbe provocare tempeste geomagnetiche sulla Terra tanto intense come quelle rimaste storiche del 1859.
le eclissi prossime venture
Nel 2013 si verificheranno cinque eclissi: tre di Luna e due di Sole. La Luna darà spettacolo per la prima volta il 25 aprile e il fenomeno si ripeterà giusto un mese dopo, il 25 maggio, e infine in autunno, il 19 ottobre. Tutte e tre saranno di tipo penumbrale (significa che la Luna entra nel cono di penombra generato dalla Terra senza tuffarsi nell’ombra piena); quindi, la superficie lunare apparirà offuscata. Il Sole invece si eclisserà il 10 maggio e poi il 3 novembre. Per seguire la prima bisognerà andare nell’Oceano Pacifico perché inizierà dall’Australia occidentale estinguendosi in pieno oceano. La seconda sarà parzialmente visibile anche dall’Italia ma soltanto al Sud.