Andrea Brenta, ItaliaOggi 28/12/2012, 28 dicembre 2012
LA CINA ABBATTE I SUOI CIMITERI
[Fabbriche e grattacieli al posto delle tombe degli antenati] –
La crescita della Cina passa anche sul cadavere dei suoi antenati. Letteralmente.
Per recuperare terreni, diventati un bene sempre più prezioso nel paese dalle decine di megalopoli, una città della provincia centrale dell’Henan non ha esitato a far passare i bulldozer su milioni di tombe, suscitando una polemica che sta infiammando il web cinese.
Zhoukou è una città dalla lunga storia.
Ciononostante i suoi costruttori non esitano a sacrificare il riposo dei defunti sull’altare dello sviluppo sfrenato e del profitto. Circa 2 milioni di tombe sono già stati distrutti. Ufficialmente, si tratta di aumentare la superficie coltivabile e di ridistribuire questa terra ai contadini. Ma il popolo di internet sospetta che i dirigenti del Partito intendano rivendere i terreni per progetti immobiliari o industriali.
Secondo il sito del Quotidiano del popolo, una famiglia che accetti di liberare la sua tomba dovrebbe ricevere 1.000 yuan (all’incirca 120 euro), ma sembra che queste compensazioni siano raramente state versate. Il metodo impiegato dalle autorità è assai brutale. I membri delle famiglie interessate sono stati avvertiti che, se non avessero ritirato rapidamente i resti dei propri defunti, se ne sarebbero incaricate direttamente le ruspe. E coloro i quali intendevano opporsi alla distruzione delle tombe sono stati accusati di superstizione. «È come se avessi perduto la mia anima, come se avessero ucciso il nostro passato», lamenta su internet un abitante di Zhoukou.
Una petizione sottoscritta da universitari e da migliaia di cittadini dell’Henan ha denunciato questo attentato al riposo dei morti. Per un istante si è creduto che le autorità locali fossero sul punto di recedere dalle decisioni. Soprattutto quando il consiglio di stato ha cancellato una disposizione che permetteva le «demolizioni forzate» nei cimiteri. Ma i dirigenti di Zhoukou hanno interpretato la legge a modo loro e questa disposizione non entrerà in vigore che il prossimo anno.
Proprio in virtù della pressione sulla terra, la Cina incoraggia da tempo la cremazione dei defunti e proprio nella provincia dell’Henan questa pratica diventerà obbligatoria entro i prossimi tre anni.
La questione della distruzione delle tombe è tornata alla ribalta nei giorni scorsi anche grazie al mea culpa lanciato su Weibo, il Twitter cinese, da un dirigente dell’Henan, Zhao Keluo. Il quale ha però subito pubblicato, sempre sul sito di microblogging, una dichiarazione di scuse ai dirigenti locali, seguita, pare, dalle sue dimissioni. Anche la candidatura di Zhao Keluo al comitato permanente della Ccpc (Conferenza consultiva del popolo cinese), uno degli organi parlamentari del paese, è stata bloccata. A voler prendere le difese dei morti si finisce col firmare la propria condanna a morte, politicamente parlando.