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 2012  dicembre 28 Venerdì calendario

I TEDESCHI SPRIZZANO OTTIMISMO

[Chi ha puntato sugli immobili ha guadagnato l’11%] –
L’anno chiude bene, e il prossimo andrà meglio. Ne sono convinti tutti, o quasi, dai politici ai manager, ai lavoratori. E anche Angela Merkel sorride: i suoi cristiano democratici sono balzati al 40%, il livello più alto dal 2006, e i socialdemocratici sono distanziati da tredici punti.

Si vota a settembre, e l’Europa quasi sicuramente dovrà ancora fare i conti con la signora di Berlino, a parte sorprese che possono arrivare solo dal complesso meccanismo della legge elettorale.

La Borsa di Francoforte ha registrato un incremento del 29% da gennaio, oltre il doppio rispetto alla media europea (il 14). Chi ha puntato sull’immobiliare nelle grandi città tedesche guadagna almeno l’11, contro il 6 di chi ha puntato sull’oro. I disoccupati sono sempre sotto due milioni e 750mila, il livello più basso dalla riunificazione. Il 75% delle imprese non pensa di dover licenziare nel 2013, anzi gli imprenditori vogliono mantenere i loro dipendenti, riducendo caso mai gli straordinari, e sfruttando il pacchetto di ore accumulate dai lavoratori.

Hans Heinrich Driftmann, presidente della Deutschen Industrie und Handelskammer (Dihk), la camera industria e commercio, è ancora più ottimista: «Si creereanno da 150mila a 200mila posti in più». L’euro non è fuori pericolo, ritiene, ma sono stati compiuti passi importanti, e anche la Grecia manterrà la moneta unica. Secondo i sondaggi, una buona metà dei tedeschi ha paura dell’inflazione e non si fida dell’euro, ma il pessimismo è fuori luogo.

«L’euro non può fallire, e fa bene alla nostra economia, serve alle nostre esportazioni», conclude Driftmann. Infatti, si prevede che l’export salga del 4% nel 2013, nonostante che India e Cina comincino a rallentare. Nel 2012 si è esportato per oltre duecento miliardi, e le previsioni per i prossimi 10 o 15 anni vedono un ulteriore forte incremento, assicura Anton Bomer, presidente dell’associazione per il commercio all’ingrosso. «Se non ci saranno imprevisti, conclude, il prossimo anno l’export potrebbe salire di oltre 5 punti, con un incremento di 1,2 miliardi».

Secondo un sondaggio dell’Istituto per l’economia tedesca, gli imprenditori sono incerti, ma la situazione reale è migliore di quanto si crede, e appena l’11 % dei manager pensa sul serio che nel prossimo anno andrà peggio. Le preoccupazioni sono provocate soprattutto dal timore che salgono in maniera eccessiva i costi energetici, a causa dell’abbandono delle centrali atomiche, deciso dalla Merkel. Se i costi dovessero salire del 10%, gli imprenditori rinvieranno gli investimenti, in tutto o in parte. Il Pil dovrebbe salire intorno allo 0,3, meno che in passato, ma si tratta di un rallentamento per un’industria che lavora già a pieno ritmo. «Per la Germania ogni paura di crisi è fuori luogo, assicura Dieter Hundt, presidente dei datori di lavoro, ogni paura di recessione è assolutamente infondata. Secondo me, l’incremento potrebbe raggiungere anche lo 0,8%. Non si deve temere per l’occupazione né per una possibile inflazione».