Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 27 Giovedì calendario

2013, I RE DEL MATTONE BRINDANO A CHAMPAGNE

[Oltre alle piste di atterraggio il menu del banchetto si compone dei lavori per il nuovo stadio e 70 mila alloggi] –
Il 2012 è stato micragnoso come non mai, ma il 2013 si apre all’insegna della ritrovata fiducia per i costruttori romani. Nel giro di pochi giorni l’umore nero che deprimeva quasi tutti è parzialmente virato verso il rosa per effetto di tre fatti destinati a segnare nel bene e nel male il futuro della Capitale. Il primo fatto è il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino (articolo a fianco), il secondo è la promessa preparata dalla giunta in scadenza del sindaco Gianni Alemanno e condensata in 64 delibere urbanistiche per costruire nei prossimi anni la bellezza di quasi 70 mila nuovi alloggi.
IL TERZO fatto che dispone i costruttori ad una speranzosa attesa è la costruzione del nuovo stadio della Roma. Si tratta di affari assai diversi tra loro. L’edificazione di decine di migliaia di nuovi alloggi, per esempio, ha un forte sapore elettorale, come una specie di risarcimento in articulo mortis del primo cittadino a favore dei costruttori per le molte promesse non mantenute in ambito edilizio. Agli occhi dei padroni del mattone il duo Alemanno sindaco - Renata Polverini presidente di Regione, ha più sfatto che fatto. I casi sono tanti: la soppressione delle tre gare per il raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo, la sforbiciata all’“appaltone” per la manutenzione stradale, l’annullamento della gara per il parcheggio del Pincio, i ritardi della metro C- tratta T da San Giovanni al Colosseo (Caltagirone-Vianini, Astaldi e Cooperativa muratori e braccianti di Carpi).
La colata di cemento di Alemanno riguarda una miriade di aree e interessa molti soggetti, grandi e piccoli, dall’Atac, l’azienda comunale dei trasporti, che con le superfici delle 15 rimesse situate in zone centrali della città spererebbe di rinsanguare un po’ il bilancio ai quasi 2 milioni di metri cubi alla Romanina del costruttore-immobiliarista Sergio Scarpellini, proprietario di palazzi che ospitano uffici di Camera, Senato, Tar e Authority delle comunicazioni, dai 334 proprietari agricoli non compresi nel piano regolatore ai parcheggi dei mercati rionali Pinciano, Trieste e Metronio a San Giovanni affidati alla Cam. In pratica Alemanno chiama in extremis i costruttori romani alla edificazione di una città nuova di zecca, spezzettata tra centro e periferie e che sarebbe tirata su nonostante non ci sia affatto bisogno di nuove residenze perché la Capitale casomai soffre per il problema opposto, e cioè un enorme fardello di invenduto. Come dimostra uno studio del sindacato Cgil delle costruzioni ci sono più di 250 mila appartamenti che nessuno vuole, o meglio, che nessuno è in grado di comprare, compresi alloggi di un certo pregio come quelli del parco Leonardo tra l’Eur e l’aeroporto.
Lo stadio della Roma è affare diverso. Proprio negli ultimi giorni si sono create le premesse perché dopo un lungo prologo di chiacchiere tocchi al cemento e ai tondini di ferro. Nella sua visita prenatalizia romana, il nuovo proprietario della squadra, l’americano James Pallotta, ha fatto capire di aver preso una decisione per quanto riguarda il luogo che dovrebbe ospitare l’impianto. Non c’è ancora niente di ufficiale, ma la scelta sembra indirizzata sull’ippodromo Snai di Tor di Valle, mentre sarebbero scartate le ipotesi dell’area Eni a Testaccio e quella di Tor Vergata in mano a diversi immobiliaristi. La superficie di Tor di Valle è nelle disponibilità dei Parnasi, famiglia destinata a scalare molte posizioni verso la vetta dei costruttori nel caso in cui l’affare andasse effettivamente in porto.
IL GIOVANE Parnasi, Luca, è la promessa mattonara del momento con le radici piantate attraverso Parsitalia in quel bendiddio immobiliare che fu la Sogene di Michele Sindona. Nel settembre 2010 ha sposato, ovviamente “in gran segreto”, com’è d’obbligo a quei livelli, Christiane Filangieri, terza classificata a Miss Italia, attrice della serie tv “Ho sposato uno sbirro”. Per via dell’affare da 263 milioni di euro della sede della Provincia da spostare nella nuovissima torre dell’Eur, nei mesi passati il giovane Luca è stato cannoneggiato a lungo dal Messaggero, giornale di cui è editore un altro costruttore di rango, Francesco Gaetano Caltagirone. L’idea era stata elaborata d’intesa con Nicola Zingaretti, ex presidente provinciale e ora candidato Pd alla Regione Lazio. Parnasi ha molti programmi in pista, tra cui il terzo polo commerciale a Pescaccio, tra la Pisana e Malagrotta, un insediamento enorme (250 mila metri quadrati), di cui la mastodontica terza Ikea romana occuperebbe meno di un quinto.