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 2012  dicembre 24 Lunedì calendario

Un poliziotto si suicida in questura La sua lettera fa tremare i colleghi - Prima ha scritto due let­tere, che ha lasciato in bella vi­sta sulla sua scrivania

Un poliziotto si suicida in questura La sua lettera fa tremare i colleghi - Prima ha scritto due let­tere, che ha lasciato in bella vi­sta sulla sua scrivania. Poi si è alzato in piedi,si è puntato la pi­stola d’ordinanza alla tempia e davanti alla porta del suo uffi­cio alla quinta sezione della Squadra mobile, al secondo piano della questura, si è spara­to. La drammatica scomparsa di Sandro Clemente, ispettore 48enne di ori­gine aquilana ma residente a Monza con la moglie da parecchi an­ni, lascia la po­lizia milane­se e tutt­i quel­li che lo cono­scevano in uno stato di prostrazione infinita. Paca­to, perbene, gran lavoratore, Clemente era una persona mol­to amata all’interno di un am­biente di lavoro spesso non fa­cile. Un uomo molto introver­so e riservato, ma sul quale- sia i capi che i colleghi - sapevano di poter sempre fare affida­mento sia dal punto di vista professionale che umano. Una gran bella persona, in­somma. Che aveva lavorato con successo quasi esclusiva­mente negli uffici investigativi della questura. Negli anni San­dro Clemente si era occupato infatti prima di minori e violen­ze sessuali, quindi era passato alla sezione di criminalità stra­niera e ora era ispettore nella sezione che si occupa di furti, rapine e reati contro la pubbli­ca amministrazione. E infatti ieri mattina è stato sottolinea­to che quest’uomo taciturno ma laborioso, ha sempre otte­nuto il massimo nei giudizi che i dirigenti della Squadra mobile elaborano annualmen­te sul personale. Anche l’attua­le, Alessandro Giuliano, non aveva esitato a esprimergli re­centemente tutta la sua ammi­razione per il lavoro svolto. Il suo gesto, avvenuto alle 7.45 - poco prima, quindi, del­l’inizio dell’orario di lavoro, che in questura parte ufficial­mente alle 8 - ha lasciato tutti attoniti in via Fatebenefratelli. I colleghi che lo conoscevano, anche quelli che avevano lavo­rato con lui in passato, saputo dell’accaduto, ieri si sono pre­cipitati increduli in questura. Molti sono scoppiati a piange­re in ufficio. Il questore Luigi Savina, che è stato dirigente alla Squadra mobile di Milano dal 2000 al 2004 e quindi conosceva e ap­prezzava Clemente da anni, ie­ri mattina ha voluto incontra­re la stampa insieme a Giulia­no. Commosso, il questore ha spiegato che da una delle due lettere (una è di commiato per i famigliari, l’altra è, per ora, top secret , ed è stata consegna­ta alla magistratura) emerge «un momento di fragilità che il collega stava attraversando e di cui purtroppo non siamo riu­sciti ad accorgerci». Savina è stato chiaro: al momento è escluso che l’ispettore si sia tol­to la vita per motivi personali, di salute o legati a casi su cui stava indagando. Tuttavia i col­leghi, che non si danno pace, si dicono certi che le ragioni del suicidio, se non sono legate a un’indagine specifica, sareb­bero però da collegarsi all’am­biente di lavoro di Clemente. «Altrimenti avrebbe potuto to­gliersi la vita altrove: il fatto che lo abbia fatto proprio in uf­ficio è significativo» dichiara­no in molti. Nei prossimi giorni si svolge­rà l’autopsia, quindi saranno celebrati i funerali. Sulla vicen­da è stata aperta un’inchiesta della magistratura. I sindacati per ora non si sbilanciano. Per rispettare il dolore dei famiglia­ri e in attesa degli accertamen­ti sanitari e degli inquirenti.