Giacomo Galeazzi, la Stampa 27/12/2012, 27 dicembre 2012
IL FEMMINICIDIO? COLPA DELLE DONNE
Omicidi, stupri e violenze sessuali? Colpa delle vittime. «Le donne devono fare un esame di coscienza: provocano gli istinti con abiti succinti e vanno a cercare guai» quindi la responsabilità del femminicidio è dell’altra metà del cielo. Bufera poco natalizia attorno al manifesto misogino affisso per le festività dal parroco don Piero Corsi sul portone della chiesa di San Terenzo a Lerici. Lo sconcerto dei fedeli, la denuncia del Telefono Rosa («Istiga la violenza contro le donne») e l’ira del vescovo di La Spezia, Luigi Ernesto Palletti, hanno fatto ritirare lo scandaloso tazebao. E cioè un estratto dalla lettera apostolica di Giovanni Paolo II «Mulieres dignitatem» commentato a suo modo da «Pontifex», lo stesso sito di apologetica cattolica che aveva ospitato le interviste-choc ai vescovi Giacomo Babini («Maometto fu mercante senza scupoli e l’Islam è castigo di Dio») e Odo Fusi Pecci («Le relazioni gay sono fuori del piano di Dio e Vendola vive da pervertito»). Il volantino esposto in bacheca accusava le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia.
Già in passato don Corsi era finito nell’occhio del ciclone per fogliettoni satirici contro Islam e immigrati. È stato chiuso anche il gruppo Facebook dove era stato pubblicato il testo sommerso di ingiurie e improperi dal popolo della rete. La levata di scudi è stata unanime e «bipartisan» (Carfagna, Viale, Pinotti, Bonelli). Secondo l’ex ministro Pdl, attribuire alle donne la responsabilità della violenza commessa su di loro è un «concetto medievale, scontato, inaccettabile». E si tenta di «far risalire questa assurda teoria alla dottrina della Chiesa». Telefono Rosa si è appellato al Papa e al vescovo di La Spezia: «In Italia, che è il Paese con più femminicidi in Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate tra le mura domestiche, è un episodio intollerabile».
Per tutta risposta «Pontifex» deplora una «crociata dei pezzenti» in quanto può tramutarsi in reazione violenta contro il parroco ligure. Venerdì le donne di Lerici si ritroveranno sulla spiaggia per un sit-in di protesta contro don Corsi, ieri protagonista anche di un «fuori programma» con un cronista del Gr1 che gli chiedeva conto del manifesto. «Se una frase la si sgancia dal prima e dal dopo, si possono far dire cose molto diverse», si è difeso il sacerdote che poi è decisamente uscito dalle righe: «Quando lei vede una donna nuda, quali sentimenti prova? Quali reazioni? Non se è un fr... anche lei, cosa prova quando vede una donna nuda? Non è violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo lì?». Inoltre «volevo soltanto porre un problema e aiutare a riflettere attentamente». Non la pensa così il suo superiore che lo ha convocato per stamattina. «Ho fatto rimuovere immediatamente quel volantino i cui contenuti sono fuorvianti rispetto ai sentimenti di condanna per la violenza contro le donne - spiega il vescovo - Nel volantino si leggono motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa».
In serata don Corsi ha chiesto scusa alle donne: «Voglio scusarmi con tutti per quella che voleva essere solo un’imprudente provocazione».