Massimo Gramellini, la Stampa 27/12/2012, 27 dicembre 2012
CINGUETTIO TECNICO
Alla notizia che, dopo il Papa, persino Mario Monti e sua sorella Agenda si erano messi a scrivere su twitter - la sera di Natale, poi, quando le persone serie un tempo giocavano a tombola - mi sono sentito tanto solo. Anche noi pochi, noi felici pochi, che non sappiamo cosa sia twitter e, se anche lo sappiamo, diamo troppa importanza alla parola scritta per farne oggetto di una conversazione. Ecco, anche noi sentiamo il bisogno di comunicare sinteticamente agli altri la nostra visione del mondo. Così ho pensato di convocare Barbara D’Urso per rilasciarle un’intervista di un’ora e mezza senza contraddittorio. Mi hanno spiegato che si trattava di un’idea superata e che comunque era già venuta in mente a qualcun altro. Allora mi sono chiuso in un silenzio gravido di pensieri cupi. Ci aspettano mesi di forsennati cinguettii. Monti twitterà le tabelle del Fondo Monetario, Bersani ritwitterà le metafore di Crozza, Alfano twitt-negherà che Agenda Monti sia la nipote di Mubarak e Grillo blog-maledirà chiunque non la pensi come il suo auricolare Casaleggio. Intanto un imbonitore giunto alla sesta replica si asserraglierà negli studi tv per scongelare promesse stantie agli anziani come lui che non usano twitter.
Ai pensieri sulle elezioni se ne associavano altri più egoistici. Che ne sarà del mio mestiere, se passa l’idea che ci si può rivolgere al mondo saltando il filtro del giornalista? Quale autorità rimane a un sacerdote, quando il fedele non lo considera più un intermediario fra sé e Dio (che in questo caso è l’opinione pubblica)? Vuoi vedere che per raccontare la vita ci toccherà spegnere il telefono e tornare in strada a raccattare storie?