ItaliaOggi 27/12/2012, 27 dicembre 2012
CRISI E ANIMALISTI PESANO SUL MERCATO DEL FOIE GRAS
I produttori francesi di foie gras stanno trattenendo il respiro. Gli ultimi giorni dell’anno sono infatti cruciali per la loro attività. E quest’anno la crisi li preoccupa non poco, ben più delle organizzazioni per la difesa del benessere degli animali che, puntuali come un orologio svizzero, tornano alla carica in occasione delle festività.
Proibita in numerosi paesi d’Europa, la pratica dell’alimentazione forzata delle oche e delle anatre sopravvive in cinque di essi, a cominciare dalla Francia, che rappresenta il 73% della produzione mondiale di foie gras (19 mila tonnellate nel 2011), seguita da Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio.
L’entrata in vigore in California, il 1° luglio scorso, di una legge che proibisce la produzione e la commercializzazione di foie gras ha avuto l’effetto di una doccia fredda sulla filiera francese.
E anche se il Cifog (Comité interprofessionnel du foie gras) ritiene che l’impatto sia minimo (circa 100 mila euro), la misura rischia di attraversare l’Oceano Atlantico per estendersi ad altri paesi. Compresa la stessa Francia, dove la pressione delle organizzazioni animaliste continua a crescere.
Per ottenere il foie gras non vi sono altri mezzi che l’ingrassamento forzato tramite un lungo tubo che immette il cibo direttamente nell’esofago dell’animale. Effettuata due volte al giorno per un periodo di dodici giorni, l’operazione richiede solo pochi secondi, grazie alle pompe idrauliche o meccaniche attualmente utilizzate negli allevamenti, che sono ormai iperindustrializzati.
Al di là dell’alimentazione forzata, un altro pomo di discordia riguarda le condizioni di allevamento degli animali. Una raccomandazione del Consiglio d’Europa, adottata nel 1999, obbliga a garantire a oche e anatre un maggiore spazio durante il periodo di alimentazione forzata. La regolamentazione è in vigore dal 1° gennaio 2011 in tutti gli allevamenti europei, tranne in quelli francesi: nel 2005 il ministero dell’agricoltura ha infatti strappato una proroga di cinque anni per la messa a norma delle gabbie, che dovranno essere adeguate dal gennaio 2016.
Ma le tensioni tra favorevoli e contrari diventano sempre più difficili da gestire e per il foie gras è probabilmente iniziato il conto alla rovescia.