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 2012  dicembre 22 Sabato calendario

SUPERMARKET ITALIA

[Gli Usa fanno affari a casa nostra: General Electric compra per 3,3 miliardi la divisione aeronautica di Avio, mentre Mohawk prende per 1,2 miliardi le piastrelle di ceramica di Marrazzi. E non è finita] –
Nuovo dispiacere per Piazza Affari, che vede una debuttante a lungo attesa defilarsi. Si tratta di Avio (motori d’ aviazione) che passa a un colosso straniero come General Electric. Il disappunto diventa doppio, e riguarda tutta l’industria italiana, perchè poche ore dopo è stato annunciato un altro passaggio di proprietà importante: Marazzi è stata acquistata per 1,2 miliardi da Mohawk industries, società quotata a Wall Street. Nascerà il principale fabbricante al mondo di piastrelle. Vuol dire che l’Italia si prepara a lasciare un altro primato: la Romagna e, in particolare la zona di Imola, concentrano i migliori fabbricanti al mondo di mattonelle in ceramica. La tradizione e la capacità imprenditoriale avrebbero lasciato immaginare che la principale multinazionale del settore nascesse da quelle parti. Invece innalzerà la bandiera a stelle e strisce. D’altronde perchè stupirsi? Il più grande produttore mondiale di pizza non è forse l’americana Pizza Hut.
Per le piastrelle c’è stata anche mancanza di lungimiranza e poca strategia da parte degli imprenditori romagnoli. Le imprese non sono riuscite a fare il salto dimensionale e questo ha impedito di finanziare gli investimenti in marketing, distribuzione e in tecnologia.
La crisi le ha falciate una a una. Chi non ha chiuso è stata venduta come la Marazzi: 833 milioni di fatturato e un margine del 15,5 per cento. A cedere la famiglia Marazzi e i fondi Permira e Private Equity Partners.
La ritirata del made in Italy è generale: dalle piastrelle all’alta tecnologia. La crisi ha ridotto il valore degli asset. Per le multinazionali conquistarle è un esercizio poco costoso. L’obiettivo, rispetto al passato, non è quello di acquisire quote di mercato. Stavolta l’obiettivo è rappresentato dalle conoscenze tecniche e dai brevetti. Nè vale l’accostamento con il campo di Wimbledon tanto caro al defunto ministro Tomaso Padoa Schioppa («Conta il terreno di gioco non la nazionalità dei tennisti»). A smentirlo quanto accaduto a Parmalat dove Lactalis, nuova proprietà francese, si è affretta a spogliare l’azienda della liquidità.
General Electric ha acquistato Avio per 3,3 miliardi. Dall’operazione sono escluse le attività spaziali che, per ordine del governo, restano alla vecchia proprietà. Vale a dire il private equity francese Cinven (81%) e Finmeccanica (19% ). L’operazione, sottolinea General Electric, consentirà di rafforzare la presenza nei motori a propulsione, «uno dei settori più attraenti dell’industria aeronautica ».
Fondata nel 1908 a Torino, Avio opera con 10 stabilimenti in quattro continenti con circa 5.300 dipendenti (4.500 in Italia compresi gli 800 del settore spaziale). Nel 2011 ha fatturato 1,7 miliardi nell’aeronautica (a fronte di un giro d’affari complessivo superiore ai 2 miliardi). Oltre il 50% legato a componenti venduti a General Electric o a joint-venture partecipate dalla stessa multinazionale (ad esempio per i motori dell’Air Force One o degli elicotteri Apache). Oltre al settore aeronautico, General Electric conta di sfruttare il know-how di Avio per altri settori. Per esempio la generazione di energia, petrolio e prodotti marini. L’operazione è vantaggiosa per i venditori. A fine ottobre Cinven e Finmeccanica avevano fatto slittare il debutto a Milano non essendo disposte a cedere per meno di 1,3-1,5 miliardi di euro (al netto del debito che a fine 2011 era sceso a circa 1,4 miliardi). L’offerta di General Elecric è superiore del 10% abbondante a tale minimo.
A bocca asciutta il Fondo strategico italiano (gruppo CdP) che a fine maggio aveva sottoscritto con Finmeccanica un accordo per acquistare la sua quota «subordinatamente all’arrivo a Piazza Affari». Il collocamento è saltato e di conseguenza l’ingresso di di Fsi. Palazzo Chigi in una nota si dichiara, comunque, soddisfatto: «L’operazione dimostra come l’Italia sia divenuta più attraente per gli investitori esteri». Il governo è convinto che il rafforzamento della presenza, quasi centenaria, di Ge in Italia, e la creazione grazie a questo accordo, di un centro di eccellenza mondiale nell’attività motoristica, «apriranno nuove opportunità di crescita e maggiore occupazione». Speriamo che sia così. Ma non c’è alcuna certezza.