Marco Belpoliti, La Stampa 24/12/2012, 24 dicembre 2012
L’ARGENTO VALE ORO
La crisi morde le nostre tasche e appaiono i negozi «Compro argento». Non basta infatti vendere l’oro da portare al dito, o al collo, da sfoggiare in matrimoni, comunioni e battesimi, da regalare o ricevere agli anniversari. Adesso si cominciano a vendere (e a comprare) anche braccialetti, anelli e posate d’argento. È l’intero armamentario di famiglia, ereditato da nonne, zie, prozie, mamme, e qualche volta anche da padri e nonni. Per il momento non sono ancora molti, ma cominciano a vedersi negozi specializzati nel commercio dell’argento.
Uno strano destino quello del rapporto tra oro e argento. Gli spagnoli erano stati attirati in America dal miraggio dell’oro, come ricorda Neil MacGregor in La storia del mondo in 100 oggetti (Adelphi), ma ad arricchirli fu invece l’argento. C’è un luogo in Bolivia, in una località montana chiamata Potosí, da cui è venuto gran parte dell’argento circolato per secoli in Europa. Si calcola che prima del 1520 attraversavano l’Atlantico circa 148 chili d’argento ogni anno; alla fine del XVI secolo erano invece 3 milioni. Un fenomeno che stravolse l’economia mondiale.
Una bolla simile, seppur diversa, a quella che ci costringe a vendere i monili di casa. A dire il vero, si dovrebbe parlare più propriamente d’inflazione, simile a quella che si produce quando i governi stampano troppa moneta. MacGregor sostiene che in Spagna all’epoca c’era sconcerto: sembrava che la ricchezza dell’Impero fosse più apparente che reale. Oggi quando forchette, coltelli, cucchiai di casa prendono la strada dei negozi acquirenti (avete notato la grafica delle loro insegne, con i caratteri maiuscoli giganti, e il verbo «compro» accanto a: «pago subito», o: «pago in contanti»?), la cosa non è virtuale bensì reale. Gran parte dell’argento che è affluito dal Nuovo Mondo (e che ancora affluisce, ad esempio, da Perù e Messico), non è probabilmente andato perso; ha cambiato forma e dimensione, trasformandosi, via via, in cose sempre diverse. C’è da chiedersi cosa avvenga all’argento acquistato dai negozi che ne fanno ora incetta.
Verrà trasformato, fuso, oppure no? Secondo alcuni calcoli chi avesse investito in argento dalla fine del Quattrocento a oggi, avrebbe perso molto, quasi il 90% del valore iniziale, nonostante che a partire dal 2004 sia aumentato. In attesa che si aprano i negozi «Compro bronzo», ci consoliamo con il metallo del secondo posto.