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 2012  dicembre 24 Lunedì calendario

I RIMBORSI PER RISTORANTI E TELEFONINI «È LA PRASSI, MA ORA NON RICORDO» —

Un rosario di imbarazzati «Non ricordo», autoassolventi: «È la prassi, nessuno ha mai avuto nulla da ridire» e decisi: «Le spese sono riconducibili al mandato» emerge dagli interrogatori dei primi dei 62 consiglieri regionali lombardi di Pdl e Lega accusati di peculato per oltre 2,3 milioni di rimborsi spese 2008-2012.
Arrivato in Procura martedì scorso, il capogruppo Pdl Paolo Velentini Puccitelli balza in testa nella classifica quando il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che svolge l’inchiesta con i sostituti Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, corregge un errore nell’imputazione: ha avuto 188.577,17 euro, 70 mila in più. Robledo chiede spiegazioni sulla ricevuta dei 299 euro spesi al ristorante «A’ Riccione» di Milano per «2 coperti, pranzo con pesce + vino Gaia Alteni (80 euro) + Champagne Bollinger (80 euro)». Valentini risponde che «presumibilmente» è solo «una parte del costo», perché «certamente» hanno mangiato in più di due. È svanito il ricordo del pasto da 274 euro, sempre a base di pesce, che ancora in due consumarono nel 2008 nel «Centro ittico». Invece «è un errore» il pranzo da 311 euro, di nuovo in due, alle «Buone cose», ma la questione si esaurisce quando il pm mostra la ricevuta. Valentini è categorico, come tutti gli altri interrogati. «Spese che rispettavano la legge», legate all’espletamento del mandato»; «in 18 anni ho sempre seguito questa prassi» e gli uffici non hanno mai avuto «niente da eccepire» e comunque, anche se non ricorda con chi pasteggiò, «certamente si trattava di personaggi che potevano contribuire» alla funzione istituzionale. Ma, chiede il pm, per fare politica bisogna andare al ristorante? «Non solo al ristorante, ma anche» perché il pasto è legato a «incontri e riunioni che si svolgono anche in altri posti». Anche il leghista Angelo Ciocca ritiene che i suoi rimborsi per pranzi e cene siano regolari perché, sostiene prima di chiudersi nel silenzio e annunciare una memoria, «andare al ristorante» è connesso all’attività di consigliere. «Ho ritenuto che il discrimine fosse l’argomento di conversazione. Una convinzione che deriva dal buon senso», conclude senza spiegare come riesca a dimostrare di cosa si è parlato.
Erano in 111 il 23 aprile 2008 alla Casupola di Bosisio Parini (Lecco). La Regione rimborsò 4.995 euro al pidiellino Giulio Boscagli: dice che fu un incontro istituzionale che organizzò sulla «tematica della scuola e le possibili riforme». E i tre iPad più accessori pagati nel 2010 ben 2.625,85 euro? «Servivano al mio lavoro e a quello dei miei collaboratori», rientravano in quanto previsto dalle norme. Anche Giuseppe Angelo Giammario (Pdl) assicura la sua correttezza: «Spese legittime perché pertinenti al mandato». Andava molto in taxi perché così poteva muoversi in città per partecipare a momenti istituzionali e dato che la sua auto non poteva «accedere in Milano» ne affittava una con autista così «potevo leggere i giornali, parlare con la mia segretaria al telefono e preparare il lavoro della giornata». Quando gli chiedono dei famosi 92 euro spesi nella gelateria Mozart di Alassio a ottobre 2008, premette che si tratta di un bar ristorante e poi aggiunge che offriva «consumazioni a cittadini lombardi, imprenditori, persone dell’associazionismo lombardo», non solo ad Alassio, che frequenta da anni perché la moglie lì ha una casa in affitto, ma «anche a Pietra ligure o in altre località». E il vino acquistato per 1.276,09 euro a ottobre 2011 nella cantina «La Tunella»? «Regali a persone che incontravo nell’esercizio della mia attività».
Marcello Raimondi (Pdl) ha speso alcune centinaia di euro in ricariche telefoniche, ma al momento non è in grado di spiegare come mai finivano nei cellulari della moglie, della figlia e della Grc srl. I lombardi hanno rimborsato a Sante Zuffada (Pdl) i 1.128 euro che nel 2011 aveva speso per mandare 10.160 sms. Il consigliere spiega che si tratta di una fattura riepilogativa dei messaggi che usa per «relazionare gli amministratori locali» del suo collegio su quanto avviene in Consiglio. E allora perché il 15 febbraio 2012 spende altri 1.038,62 euro per messaggiare «Buon compleanno»? Zuffada: «Non ricordo».
Con il nuovo anno l’inchiesta — sono indagati anche la vice presidente del Senato Rosi Mauro, ex consigliere del Carroccio, la cui posizione va verso l’archiviazione, la pdl Nicole Minetti e il leghista Renzo Bossi — la Guardia di Finanza di Milano esaminerà i rimborsi di Idv, Sel, Udc, Gruppo misto e Pensionati.
Giuseppe Guastella