Cesare Peruzzi, ilSole24Ore 22/12/2012, 22 dicembre 2012
MPS: «PRIORITÀ AL PATRIMONIO»
«Siamo impegnati a ricreare il più rapidamente possibile le condizioni economiche che ci consentano di pagare per cassa gli interessi sui Monti bond». Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps, risponde indirettamente alle osservazioni della Bce, che ieri aveva sottolineato come sarebbe preferibile la soluzione di emettere azioni anzichè nuovi Monti bond, nel caso Rocca Salimbeni non fosse in grado di sostenere cash l’onere sul debito nei confronti dello Stato italiano, con un’esposizione destinata a salire da 3,9 a 4,5 miliardi per effetto degli interessi relativi al 2012 (170 milioni) e 2013 (circa 400 milioni).
Anche se ha imboccato la dirittura d’arrivo, la maratona finalizzata a evitare il tracollo finanziario del terzo gruppo bancario del Paese rimane un percorso a ostacoli, lungo il quale i vertici del Montepaschi si muovono spesso sulla base di input esterni, provenienti da Roma, Bruxelles o Francoforte, difficilmente eludibili. L’assemblea straordinaria del 25 gennaio (il 26 in seconda convocazione), per esempio, servirà a ottenere dagli azionisti il mandato valido cinque anni per due aumenti di capitale, uno da 4,5 e l’altro da 2 miliardi, garanzia teorica richiesta dal Governo per sottoscrivere 3,9 miliardi di Monti bond emessi da Siena, a un tasso d’interesse che alla fine sarà più vicino al 9 che al 10% ipotizzato.
Il sentiero imboccato da Banca Mps, insomma, è molto stretto e mette a dura prova la stessa autonomia decisionale dell’azienda. Una situazione che ha infastidito il vice presidente e azionista di rilievo (2,7%) Turiddo Campaini, leader di Unicoop Firenze, che ha scritto al presidente del gruppo senese Alessandro Profumo dando le dimissioni dall’incarico ma non dal consiglio d’amministrazione. Alternative però non ce ne sono: Siena è costretta a mangiare questa minestra, anche se indigesta, sperando che la situazione cambi nel periodo del piano industriale 2012-2015, e non solo per effetto delle azioni messe in atto all’interno (riduzione dei costi, cessione di asset, efficientamento operativo).
«In questo arco temporale , il nostro obiettivo è quello di creare le condizioni patrimoniali per fare a meno del sostegno governativo», dice Viola in una chiacchierata con l’agenzia Ansa. «Il ritorno all’indipendenza patrimoniale ci consentirebbe di pagare per cassa gli interessi sui Monti bond», sottolinea il manager commentando i rilievi fatti dalla Banca centrale europea: «un’istituzione - aggiunge - la cui funzione ovviamente la legittima a manifestare questi punti di vista, da noi pienamente rispettati».
Lo spread avrà un ruolo decisivo. Con 24 miliardi di Btp in portafoglio, Banca Mps ha dovuto chiedere l’aiuto pubblico per soddisfare quel buffer patrimoniale «straordinario e temporaneo», individuato dall’Autorità europea del settore (l’Eba) con lo stress test di oltre un anno fa. Oggi lo spread viaggia intorno ai 300 punti ma se dovesse scendere e stabilizzarsi sotto i 200, «potremmo diventare una delle banche più patrimonializzate», aggiunge Viola, che esprime anche soddisfazione per l’accordo firmato con la maggioranza delle sigle sindacali del gruppo e per la «chiusura positiva del 2012 dal punto di vista commerciale: un buon segnale per i primi mesi del 2013».
L’intesa sindacale, a cui non hanno aderito Fisac-Cgil e Dircredito, a giudizio di Viola consente di accelerare la realizzazione del piano industriale, che prevede la chiusura di altre cento filiali (cento sono già state chiuse) sulle 400 previste da qui al 2015. L’accordo permette inoltre di avviare l’esternalizzazione delle attività di back office con 1.100 dipendenti (mentre altri mille saranno accompagnati alla pensione con l’utilizzo del fondo di sostegno al reddito finanziato dagli stessi lavoratori), passaggio decisivo per raggiungere il traguardo della riduzione dei costi.
Le polemiche locali per la mancata firma di alcune sigle sindacali? «Non credo che influenzerà la banca», dice Viola. L’allarme dell’Abi sulle sofferenze del sistema bancario? «È un elemento di criticità che rende più complessa la nostra azione di rilancio», commenta. Ma aggiunge: «Siamo comunque attrezzati per gestirlo». Da Fitch, ieri, conferma del rating di Mps e outlook stabile.