Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 22 Sabato calendario

A CENA CON BERSANI, SILVIO E MONTI


Questa rubrica, per un anno intero, si è concentrata sulla classe dominante dell’Occidente, sulle nostre e altrui élite, sui supermanager, sulle classi sociali vessate, operai, immigrati, partite iva che subiscono attacchi concentrici: vogliono farli ridiventare poveri a tappe forzate, nell’illusione di ricuperare produttività, la stessa che da sempre le élite non praticano. Abbiamo parlato di Bersani, Berlusconi, Grillo, Monti (appena si candida, parleremo anche del magistrato arancione Ingroia), le quattro personalità che il 24 febbraio si scontreranno nell’OK Corral, anche se il copione «chi vince, chi va al Quirinale, chi perde, chi andrà in galera», è già scritto.
In quest’anno, ho speso tempo e impegno per trovare sintesi, parole chiave, metafore, per far capire meglio i problemi, indubbiamente complicati. Poi, nei giorni scorsi, passeggiando per borgo San Salvario a Torino, casualmente ho scoperto la sintesi suprema. È di un tabaccaio di via San Pio V, che vende pure giochi. Sull’insegna ha riportato tre parole che si attanagliano perfettamente a questo momento storico nostro e dell’intero Occidente: fumo, illusioni, panzane. Sono tre parole talmente esaustive che si prestano a ogni tipo di accoppiamento e di intercambiabilità con persone e partiti.
Ora la rubrica si prende due settimane di pausa, per riposarsi, riflettere, immaginare come sarà il 2013. Confesso che il finale 2012 è pessimo. È vero, lo spread si è quasi dimezzato: mi chiedo, se falsificano Libor e Euribor non possono farlo anche con lo spread? Però tutti gli altri indici sono peggiori di un anno fa: siamo più poveri di altri 100 miliardi, per non parlare del lavoro, delle tasse, e così via. Poi, come italiano, mi sono sentito umiliato nel vedere i nostri leader migliori farsi «tappettini» per ottenere l’endorsement da individui politicamente osceni, come i leader europei, dalla Commissione, al Parlamento, alla Bce. Il palcoscenico politico si sta chiarendo, come ieri ha colto una mente acuta. Con la discesa in campo di Monti avremo finalmente il governo dei padroni, sono curioso di scoprire come si riposizioneranno i loro dipendenti.
La dura realtà l’incontreremo fra pochi giorni, il primo gennaio quando l’Italia tirerà su la saracinesca: causa il fiscal compact, i contributi europei anticrisi di nostra competenza (solo la Grecia ci è costata 45 miliardi) e tutte le altre leggi approvate in questi anni sciagurati su pressione dell’Europa, all’istante evaporerà una fetta del nostro patrimonio, e così lo sconcio impoverimento del paese continuerà. Nel frattempo, dovremo subirci le stucchevoli analisi-diagnosi, o sinistrorse o keynesiane o renane o pseudo liberali per uscire dalla crisi, quando appare evidente, sia chiaro detto da un non esperto, che la situazione è talmente degradata che l’atteso innesco a cui da anni costoro anelano come fatto salvifico, non potrà verificarsi.
E se la soluzione dovesse essere ricercata, anziché nella tecnologia (economica) nel cuore di ciascuno di noi? Visto che siamo a Natale, posso uscire dal politicamente corretto: si legga cosa ha detto e scritto in questi anni, da Ratisbona in avanti, l’unico professore degno di questo titolo, molti lo chiamano Papa, io preferisco chiamarlo professor Ratzinger, l’ultima intelligenza umana che ci è rimasta, tutte le altre si sono auto rinchiuse nei loro incomprensibili zoo intellettuali.
Anch’io ho un sogno, mi piacerebbe invitare nel pranzo natalizio della mia famiglia, Bersani, Berlusconi, Monti. Il menu studiato e realizzata da mio figlio Fabio è semplice, solo materie prime piemontesi: pinzimonio di verdure crude con salsa di bagna cauda, carne cruda di bue grasso al coltello di Sergio, vitello tonnato di Baudracco, una tazza di brodo caldo, dessert, rossi piemontesi, spumante dell’amico De Wan.
Durante il pranzo racconterei loro piccoli episodi di vita dei miei quattro nipotini. Assisterebbero all’apertura dei regali: sale di roccia con grattugia per le nuore-figlie («voi siete il sale della terra»), curiosi pepi per i figli, penne d’oca per Virginia e Carla Maria (comprate da Cantamessa «dal 1934 strumenti per la scrittura», via Madama Cristina; vi rendete conto che nel mondo di Twitter ci sono ancora autentici eroi-partite iva, che offrono «strumenti per la scrittura» a idioti internettiani?).
Ai tre Presidenti direi: «guardate negli occhi Ada Rosa (2 anni) e Jacopo (3 anni e mezzo), fatelo con sguardo limpido, immaginate come le vostre decisioni possano impattare sulla loro vita, cercate di uscire dalle vostre ricettine accademiche (per ora sempre fallimentari) e meglio sarà per noi e per voi, non siate banali nei vostri comportamenti, ricordate che i problemi sono più complessi e nello stesso tempo più semplici di come la vostra, ahimè modesta esperienza di vita vera, vi suggerisce. Vi osservo con infinita tenerezza, non vi rendete neppure conto che state distruggendo il nostro tessuto industriale, sul quale i nostri padri hanno creato il miracolo economico italiano. Fermatevi, vi prego, andate in pausa!»
Buon Natale a tutti, soprattutto a voi, cari lettori.



editore@grantorinolibri.it