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 2012  dicembre 23 Domenica calendario

MAGNITSKY, L’UOMO CHE HA RIAPERTO LA GUERRA FREDDA


Probabilmente avrete sentito parlare di Serghey Magnitsky ma non sapete chi è. Eppure la sua sorte sta provocando una grave crisi tra Russia e America, con il Cremlino che potrebbe approvare una discutibilissima legge che proibirebbe alle coppie americane di adottare bambini russi. Quindi ecco in poche righe spiegato perché dovete sapere di più del caso Magnitsky.

Questo 37enne avvocato lavorava in un piccolo studio legale di Mosca. Il suo maggiore cliente era William Browder, un rampante finanziere americano che in Russia si era fatto una fortuna e nemici potenti, era stato buttato fuori dal Paese e indagato. Lavorando per Browder, Magnitsky ha scoperto una frode immensa. Un gruppo di criminali insieme a ufficiali corrotti della polizia e del fisco avrebbero cambiato registrazione legale a tre piccole società di Browder utilizzandole poi per richiedere un rimborso fiscale falso per 230 milioni di dollari. I soldi rubati non erano di Browder, erano stati sottratti allo Stato russo.

Magnitsky si è rivolto alla polizia. Invece di indagare sulla sua denuncia, l’hanno arrestato. A indagare su Magnitsky sono state incaricate le stesse persone che lui accusava. In carcere si è ammalato di pancreatite. Gli è stata negata assistenza medica, un ricatto secondo i suoi familiari per costringerlo a ritrattare le sue accuse. Dopo un anno in prigione è morto.

La sua morte ha suscitato clamore, ma dopo aver promesso una vera indagine, il ministero dell’Interno ha invece premiato diversi ufficiali responsabili, secondo gli amici dell’avvocato, del suo arresto e della sua fine. In seguito lo Stato ha addirittura accusato l’avvocato di aver commesso lui i crimini che aveva denunciato. E ora, per la prima volta, la Russia mette sotto processo un uomo morto.

La sua storia è tragica e sconvolgente, ma la corruzione e l’ingiustizia non sono cose nuove in Russia. I responsabili della truffa e della morte di Magnitsky pero non si aspettavano quello che ha poi fatto Browder: pur essendo ricercato dalla polizia russa, si è lanciato in un’accanita campagna per raccogliere prove contro i responsabili della frode da 230 milioni di dollari e della morte del suo legale. Dopo tre anni di pressioni è riuscito a convincere il Congresso americano e la Casa Bianca a varare la legge Magnitsky, una legge che colpisce decine di funzionari russi accusati di violazioni dei diritti umani, proibisce loro di entrare negli Usa e congela i loro beni all’estero.

Browder è trionfante. Il Cremlino è furioso. I funzionari russi dicono che, chiaramente, gli americani ci vogliono provocare. La gente muore nelle prigioni americane tutti i giorni, come ha detto Vladimir Putin. E vogliamo parlare di Guantanamo, dove i sospetti terroristi vengono detenuti per anni senza processo? Non è una violazione dei diritti umani, si chiede il presidente russo. Perché l’America pensa di poter imporre la propria giurisdizione sul resto del mondo, dice il Cremlino. E così Mosca parte con le ritorsioni. Prima il Parlamento ha proposto una legge contro gli esponenti delle autorità americane accusati di aver violato i diritti dei russi, inclusi quelli del ragazzino adottato da una coppia di americani e morto dopo che il padre l’ha chiuso per ore in un’auto parcheggiata al sole. Il Parlamento ha poi votato una legge che proibisce agli americani di adottare bambini russi, che ora Putin deve decidere se firmare.

La motivazione ufficiale è la tutela dei bambini russi morti per mano dei loro genitori adottivi americani, e la protesta contro le lievi sentenze emesse contro di loro dai tribunali Usa. La verità è che dietro la ritorsione russa ci sono giochi politici, esattamente come dietro la legge Magnitsky. Il problema però è che va a colpire non gli americani, ma i bambini russi la cui unica opportunità di avere una vita migliore è l’America. Gli stranieri hanno il permesso di adottare solo i bambini che le coppie russe non vogliono, e quindi spesso gli americani adottano disabili che altrimenti sarebbero stati condannati a una vita in un orfanotrofio russo. Nell’ultimo decennio più di 60 mila bambini russi hanno ricominciato una vita nuova in America. Di questi, sono meno di venti quelli uccisi dai loro genitori.

Tre anni dopo la morte di Magnitsky la situazione è questa: la sua morte in carcere non è mai stata oggetto di una vera indagine, non una sola delle persone che lui aveva accusato della frode da 230 milioni è stata messa sotto processo. Le relazioni russo-americane sono a un punto bassissimo, insabbiate in una gara a chi segna più punti politici da entrambe le sponde dell’Atlantico. E gli orfani russi rischiano di essere quelli che ci rimettono di più. Magnitsky sarebbe allibito.