Alessandro Penati, la Repubblica 22/12/2012, 22 dicembre 2012
L’IMU SERVE AI COMUNI NON A PUNIRE I RICCHI
LA CAMPAGNA elettorale è cominciata. Come al solito, in un vortice di demagogia, che attecchisce soprattutto nel terreno fertile nella trinità Tasse, Patrimoniale e Imu. Berlusconi scende in campo al grido di «no all’Imu e alla Patrimoniale». La sinistra, brandisce la Patrimoniale come la spada dell’Arcangelo Gabriele che spazzerà ingiustizie e iniquità (anche se nella versione “grandi patrimoni immobiliari”, dovrebbe colpire i ricchi individui per finanziare la riduzione sulla prima casa, ma graverebbe principalmente su società, enti previdenziali e fondi). Nel resuscitato centro si accavallano i distinguo: sì può fare...; con moderazione...; ma anche...; tenuto conto….
Tanta demagogia si traduce in confusione, paura e rabbia per i cittadini. L’imposizione sugli immobili, invece, dovrebbe essere razionale e presentata in modo chiaro e trasparente;
come trasparente l’uso del suo gettito.
Qualsiasi tassa sugli immobili è, per definizione, di natura patrimoniale. Ma il fine dichiarato non deve essere colpire i più ricchi, bensì finanziare i Comuni nel modo più efficiente. Non per questioni ideologiche, ma perché è facile stabilire sul territorio di quale Comune insiste un immobile (non così per lavoro e capitale); perché c’è uno stretto legame tra valore dell’immobile, vivibilità di un Comune e qualità dei servizi pubblici forniti; e perché è la preferibile tra le alternative possibili (meglio che pagare polizia municipale e scuole elementari con un aumento dell’Iva o dell’Ire).
Chiarire le finalità dell’imposta sulla casa ci risparmierebbe tanta demagogia. Ma le finalità devono essere credibili e verificabili. E l’intera imposizione sugli immobili rivista.
1. L’intero gettito Imu deve andare ai Comuni. Il cittadino deve percepire che l’imposta non finanzia le spese dello Stato, e non è finalizzata alla redistribuzione del reddito. I Comuni dovrebbero avere più libertà nel determinare le aliquote; ma anche maggiori responsabilità.
2. Ogni Comune dovrebbe rispondere alla cittadinanza dell’utilizzo che fa di queste entrate, pubblicando in modo
chiaro e trasparente ogni anno tutte le spese per i vari capitoli. Così, le elezioni del sindaco diventerebbero occasione per una pubblica discussione su aliquote Imu e qualità dei servizi locali.
3. Si dovrebbe passare rapidamente dai valori catastali, anacronismo assurdo, ai valori di mercato, con un sistema trasparente e verificabile di determinazione dei valori; prevedendo un processo rapido e semplificato per l’inevitabile contenzioso nella transizione. Per ridurre il contenzioso, poi, bisognerebbe stabilire una percentuale cautelativa di riduzione dei valori stimati di mercato. E ricordarsi che i prezzi delle case salgono, ma anche scendono: e pure il gettito Imu.
4. Si dovrebbe accorpare Imu e Tarsu, visto che quest’ultima ha ben poco a che fare con il costo di raccolta e smaltimento rifiuti di chi vive in un
immobile. Di fatto, è una seconda imposta sulla casa, ma poco trasparente: così è cresciuta più rapidamente di Ici e Imu.
5. Se si tassa di più la proprietà della casa, e si passa ai valori di mercato, bisogna però ridurre drasticamente la tassazione delle transazioni, per non penalizzare troppo il mercato immobiliare, e chi volesse vendere per fare liquidità. Una sola aliquota molto bassa (massimo 2%) come imposta di registro (se tasso maggiormente le seconde case con l’Imu, non ha senso penalizzarle anche nella compravendita), che incorpori tutte le altre imposte (catastale e ipotecaria). L’attuale sistema, con aliquote elevate che però nessuno paga perché il fisco accetta un multiplo del reddito catastale, è una farsa. Idem per l’Iva, nel caso di società.
6. Se la proprietà dell’immobile è già tassata con l’Imu, è insensato tassare anche il reddito figurato che deriva dall’utilizzo della casa propria, oggi soggetta all’Ire. Va eliminata. Mentre il reddito da locazione va tassato come reddito ordinario all’aliquota marginale: con la tracciabilità dei pagamenti e l’accesso alle banche dati delle utilities il fisco ha oggi tutti gli strumenti per combattere elusione ed evasione. Che li usi.