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 2012  dicembre 23 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CONFERENZA STAMPA DI MONTI


REPUBBLICA.IT
ROMA - "Mi ero presentato qui un anno fa e vi avevo rappresentato il quadro periglioso in cui si trovava il Paese. In un anno quell’emergenza è stata superata e gli italiani possono andare in Europa a testa alta". Parte così, con orgoglio, Mario Monti nella conferenza stampa più attesa, dopo settimane di ipotesi sul suo futuro politico. Parla della sfiducia arrivata dal Pdl, attacca Berlusconi su tutto - economia, giustizia, conflitto d’interessi - illustra le riforme da fare. E solo dopo un’ora arriva al passaggio clou: "Non mi schiero con nessuno ma la mia agenda è chiara ed è aperta a tutti per coalizioni ampie. Alle forze che manifesteranno adesione convinta e credibile all’agenda Monti, sono pronto a dare il mio incoraggiamento e, se richiesto, anche la guida, e sono pronto ad assumere un giorno, se le circostanze lo volessero, responsabilità che mi venissero affidate dal Parlamento". Poi: "Se una o più forze politiche, con credibile adesione alla mia agenda, manifestasse il proposito di candidarmi a Presidente del Consiglio, valuterei la cosa. A nessuno si può impedire di fare questo. Verificate tante condizioni, sì". Insomma - chiarisce Monti - nessuna disponibilità a fare da portatore d’acqua. Ai partiti interessati a sostenerlo dice che la cosa è possibile, ma solo con precise garanzie. Successivamente, incalzato dalle domande di Lucia Annunziata nella trasmissione In mezz’ora, spiega: "Non parteciperò alle elezioni essendo senatore a vita però, se vogliamo andare avanti sulla strada delle riforme, ci vuole un mandato elettorale e politico". Quindi sì anche al nome sulla lista, ma a determinate condizioni: "Potrebbe accadere che alcune forze politiche mi indichino come candidato premier; se questo avverrà, vedrò se ci sono sufficienti forze e garanzie di credibilità nell’impegno perchè io aderisca a queste cosa".
E i rapporti con Bersani? "E’ un più che legittimo candidato premier di una coalizione. Io a questo stadio non sono candidato di alcuna coalizione", dice in conferenza stampa. PIù tardi, quando Lucia Annunziata gli legge la reazione del segretario Pd, Monti dice conciliante: "Non la leggo come una chiusura di dialogo. Mi sembra molto legato alle idee sviluppate dal Pd, molto attento. Non mi sembra un’espressione di cortesia punto e a capo". E chiede un chiarimento al partito democratico: "Dentro il Pd c’è una posizione Bersani, una Fassina, una Ichino (non so se sia dentro il Pd o no)". Come dire, c’è una parte del partito che potrebbe trovare facilmente una convergenza sull’agenda Monti.
Lo strappo col Pdl: "Fatico a capire Berlusconi". Ma torniamo alla conferenza stampa del mattino. Dopo il passaggio iniziale di ringraziamento a Napolitano per i "tanti consigli", Monti è partito all’offensiva. Con il primo di una lunghissa serie di attacchi al Pdl. Il premier dimissionario ha ricordato il discorso di Alfano alla Camera, sottolineando che ha rappresentato una dimostrazione di sostanziale sfiducia. "Non potevo non prenderne atto", ha detto. Insomma, dimissioni inevitabili. E poi uno scatto: "Non avevamo chiesto noi di governare". E ancora, sempre riferendosi ad Alfano: "E’ stato grave dire che siamo stati cedevoli con il Pd. Questo governo è sempre stato imparziale". Poi parole nette rivolte direttamente a Berlusconi: "Provo gratitudine e sbigottimento verso di lui. Ci conosciamo dal 1994 quando mi indicò in Europa. Ma talora faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero...". Quindi spiega: "Per questo non potevo accettare l’offerta peraltro generosa di prendere la leadership dei moderati". Poi una precisazione al veleno: "Sono stato invitato al Ppe solo grazie a Martens". Una smentita netta rispetto alla ricostruzione del Cavaliere che si era presentato come regista dell’operazione. E ancora, rispetto ai rapporti con i partner europei: "Per anni, purtroppo, abbiamo avuto un governo in seria, seria difficoltà a fare sentire la sua voce - dice il presidente del Consiglio - e allora capisco che ci sia disappunto perchè adesso le cose vanno diversamente". Berlusconi ascoltato in Europa? "Mai stato vero", dichiara gelido il professore. Monti arriva a citare una famosa frase di De Gasperi. "Era così precaria la situazione dell’Italia nel novembre 2011, eravamo circondati da una così profonda diffidenza, che nei primi incontri mi è venuto in mente quando De Gasperi disse ’prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, e ’ contro di me’". Come dire, il Cavaliere ha ridotto la rispettabilità italiana in Europa ai livelli dell’immediato dopoguerra.
Economia: attacco alla demagogia del Cavaliere, alla Cgil e a Vendola. Poi il premier passa all’esposizione della sua agenda economica, presentando il documento: "Cambiare l’Italia e cambiare l’Europa", la piattaforma su cui spera di ottenere un’ampia convergenza da parte delle forze politiche. "Un documento - aggiunge - che sarà presto sul web". "L’Europa si può anche criticare ma per farlo bisogna essere credibili, altrimenti alla pacca sulla spalla segue il risolino". Poi il primo punto del suo programma: ’Non distruggere cio’ che con grandi sacrifici si è fatto". Quindi arriva la stroncatura della campagna elettorale di Berlusconi fondata sull’abolizione dell’Imu. "Se si toglie l’Imu, un anno dopo bisognerà riproporla due volte più dura". Poi un nuovo fendente nei confronti del Cavaliere: "Immagino che presto altre conferenze stampa saranno inondate da grafici con una visione gelidamente simultanea di fenomeni economici che daranno la percezione dei fallimenti, peraltro dichiarati, del governo rispetto a 12 mesi fa e vi sarà anche detto che se oggi lo spread è metà del 9 novembre ciò è dovuto per niente alla politica economica italiana ma alle scelte della Bce". Insomma, prepariamoci a un’ondata di demagogia berlusconiana. "Non si svenda il futuro dei giovani - dice il premier - per farsi rieleggere".
Poi gli attacchi a sinistra. Una stoccata alla Cgil: "La riforma del lavoro è stata frenata da una componente sindacale, che trova difficile evolvere". Ma il premier affonda i colpi anche nei confronti del principale alleato di Bersani, Nichi Vendola. "Il presidente Vendola, che è sempre una persona che si ascolta con interesse, ha detto di me che sono un liberale conservatore. Liberale sì, conservatore sotto molto profili è Vendola. Nell’agenda Monti c’è molto pink e molto green". E poi un messaggio al segretario Pd. "Vendola - dice il premier - ha chiesto a Bersani di prendere le distanze dall’agenda Monti. Come è diritto di Vendola chiedere, è diritto di Bersani riflettere se aderire".
Lotta alla corruzione e al conflitto di interessi. Il premier conclude l’esposizione dell’agenda Monti con la giustizia. E anche qui attacca il Pdl. Si lamenta per le pressioni che hanno indebolito il testo della legge sulla corruzione. "Penso sia meglio fare leggi ad nationem che leggi ad personam", dice. Poi elenca le riforme che ha in mente: "Quello che sarebbe necessario all’Italia in tema di regole è un rafforzamento della disciplina del falso in bilancio, un ampliamento della disciplina del voto di scambio, e poi rivedere le norme sulla "prescrizione", ed infine "una più robusta disciplina del conflitto di interessi". Insomma, un programma per il Paese che ha tutti i requisiti per dare parecchio fastidio al Cavaliere.
Un lunghissimo discorso pronunciato davanti a una schiera di ministri seduti in prima fila. Riccardi, Fornero, Profumo, Passera, Severino, Patroni Griffi, Balduzzi, Catricalà. Salutati tutti con una stretta di mano prima di iniziare l’intervento. Di sicuro alcuni di loro sono già pronti a scendere in campo con il professore.
(23 dicembre 2012)

BERLUSCONI IN TV
ROMA - All’ennesima apparizione televisiva Silvio Berlusconi viene infine contraddetto nel suo monologo ed esce dai gangheri, minacciando di lasciare la trasmissione. E’ accaduto oggi pomeriggio da Massimo Giletti. L’intervista con il conduttore, che incalzava l’ex premier, ha mandato l’ospite su tutte le furie. Berlusconi si è alzato per due volte in piedi, pronto ad andare via. "Se vuole me ne vado, lei mi deve far parlare, è inutile che prosegua, è la quarta volta che mi interrompe", si è lamentato il Cavaliere. "Mi sembra di stare a giocare, non di fare un’intervista, è bastato essere stato lontano dalla tv un anno per venire trattato così", ha aggiunto. Sarcastica la risposta di Giletti: "Lei è abituato alla Barbara D’Urso della settimana scorsa. Lei è simpatico, è uno sportivo, sa che ci deve essere un match con delle risposte".
Incertezza su come replicare. Momenti di tensione dovuti forse anche all’irritazione che avrebbe colto Berlusconi dopo l’ascolto della conferenza stampa di Mario Monti. Indiscrezioni parlano di un Cavaliere furibondo, che in un primo momento avrebbe anche pensato ad una conferenza stampa ad hoc per ribattere al presidente del Consiglio. Ipotesi che con il passare delle ore sarebbe poi tramontata, lasciando spazio ad un strategia alternativa. In serata sono attese infatti dichiarazioni di Berlusconi a diversi tg, primo dei quali dovrebbe essere Studio aperto, su Italiauno Mediaset.
La risposta a Monti. Ospite di Giletti, una risposta diretta a Monti Berlusconi l’ha voluta comunque dare. "Mi spiace" che al presidente del Consiglio Mario Monti "sfugga la linearità del mio comportamento e delle mie dichiarazioni", ha replicato. "Avevamo difficoltà a tenere in piedi tutti i moderati", per questo, ha spiegato, è stato offerto al Professore il ruolo di guida dei moderati.
Insulti a Fini. Quando nell studio di Domenica in è tornata la calma, Berlusconi è andato avanti con la durezza che lo ha caratterizzato nei giorni scorsi. "Ho avuto un’incubo stanotte, c’era ancora Monti presidente del Consiglio con Di Pietro alla Cultura, Ingroia alla Giustizia e poi c’era Fini...Fini era alle fogne". Parole alle quali il presidente della Camera ha ribattuto altrettanto duramente. ’Preferisco essere un incubo notturno di Berlusconi che un suo complice nel trattare l’Italia come un bottino da spartire o un bordello", ha replicato Fini sul suo profilo Twitter.
L’offensiva prenatalizia. L’offensiva mediatica prenatalizia dell’ex premier era iniziata già in mattinata. Nella prima uscita della giornata, intervistato da Alessandro Banfi su Tgcom24, il leader del Pdl aveva ribadito che punta a vincere le elezioni con il 40 per cento dei consensi. "Dove vogliamo arrivare? A vincere, per poter completare la rivoluzione liberale che da sempre indico come traguardo ai nostri elettori - afferma il Cavaliere intervistato da Alessandro Banfi su Tgcom24 - puntiamo al 40% in modo che con l’attuale legge elettorale avremmo il 55% dei voti alla Camera dei deputati". "Perché sono sicuro di poter arrivare a questo risultato? Perché tutti gli italiani che ci avevano dato il loro voto - prosegue - nei sondaggi si sono ritirati non sono andati a collocarsi su altri partiti. Io non devo cercare nuovi elettori, ma rivolgermi agli stessi del 2008, distruggendo bolle di menzogne e rimediando al fatto che nell’ultimo anno non ho fatto una sola apparizione in tv e indicando con precisione cosa abbiamo intenzione di fare".
Le offerte per Monti. Poi, prima della conferenza stampa di fine anno del premier, Berlusconi era intervenuto ad Agorà su TeF Channel: il Professore potrebbe "farsi riserva della Repubblica" per essere disponibile a un’eventuale elezione a capo dello Stato o "potrebbe essere richiamato in campo" nei prossimi mesi "se disgraziatamente vincesse la sinistra" e "si dovesse ricorrere di nuovo a un salvamento". Quindi ha ripetuto: "A Monti, che ha svolto fino ad adesso il ruolo di deus ex machina come capo del governo tecnico non converrebbe scendere in campo e mettersi tra i vari piccoli partiti del centro perché la sua statura verrebbe d’un botto ridotta in maniera importante". E non c’è solo il Quirinale tra le possibilità che secondo il Cavaliere si aprono di fronte al suo successore: "Spostando lo sguardo dall’Italia all’Europa tra poco sarà disponibile il posto di presidente della Commissione europea e quello dei capi di Stato e di governo. Monti è apprezzato in Europa per essere stato per otto anni commissario europeo, tra l’altro ce l’ho mandato io. Quindi credo che avremmo buone chance di essere lui uno dei migliori candidati". E a una domanda specifica risponde: "Se vorrei Mario Monti ministro in un mio governo? Non lo so. Questo governo tecnico ha portato a risultati catastrofici rispetto alla situazione che avevamo con il nostro".
L’Europa. Quindi Berlusconi è passato ad elencare quello che farebbe se tornasse a Palazzo Chigi, riprendendo un tema più volte cavalcato nelle ultime settimane: "Se vincessi, punterei a una rinegoziazione con l’Europa, perché se andassimo avanti col patto fiscale dovremmo togliere dall’economia 50 miliardi all’anno. Il Pil ne soffrirebbe e andremmo al disastro". "Bisogna dire - aggiunge il leader Pdl - che siamo a meno di cento nel rapporto debito Pil, perché per una norma cervellotica dell’Unione Europa considera come Pil solo l’economia emersa, mentre da noi abbiamo un’economia sommersa molto rilevante. Non darà soldi all’Erario e dobbiamo continuare la guerra all’evasione in maniera liberale e non come fatto da questo governo. Sommando le due economie si arriva duemila miliardi di Pil".
"Bersani boiardo del Pci". Berlusconi le stoccate più dure le ha riservate ai suoi concorrenti. "Il primo motivo che mi spinse a scendere in campo nel 1994 era quello di non consegnare il mio Paese a una sinistra che non era e che oggi ancora non è socialdemocratica. E anche ultimamente, quando il Pd ha avuto in Renzi la possibilità dell’introduzione della novità e, come io ho sperato, di trasformare il Pd in partito socialdemocratico, si è visto invece prevalere i vecchi protagonisti e oggi ci troviamo di fronte Bersani, un vecchio boiardo del Pci".
Attacchi a Grillo, Fini e Casini. Pesante anche il giudizio su Beppe Grillo. "C’è una teoria in giro - ha detto - che dopo la scesa dalla scimmia all’uomo c’è la possibilità di una discesa dall’uomo alla scimmia, Grillo è lì a testimoniare la possibilità della realtà di questa teoria". Non poteva mancare poi un attacco a Fini e Casini, definiti "traditori". "Sono le persone peggiori che ho incontrato nella mia vita - ha insistito - Sono traditori non miei, ma di chi li ha eletti".
Lo "scandalo Ingroia". Berlusconi ha parlato infine di Antonio Ingroia, definendo l’impegno politico del magistrato "uno scandalo". "Approfittando della pubblicità che si è fatto come pubblico ministero - ha detto a Tef Channel - intende proporsi come protagonista politico. Uno scandalo che esiste solo nel nostro Paese. Ingroia già faceva politica come pm e adesso ha lasciato l’altra squadra di pubblici ministeri a fare politica. E’ uno scandalo una magistratura che fa politica, che la usa per abbattere gli avversari e che la usa come trampolino di lancio verso una carriera".
(23 dicembre 2012)

REAZIONI A MONTI (REPUBBLICA.IT)
ROMA - E’ anche nel tenore delle reazioni al discorso di Mario Monti che si può misurare la spaccatura che attraversa il Pdl. "Monti è stato molto equivoco sulle sue intenzioni politiche future, molto chiaro invece sulla sua contrapposizione a Berlusconi e al Pdl. Tanto basta ed avanza. Il Pdl con Silvio Berlusconi, candidato al Parlamento e a premier, costruirà un nuovo centrodestra per evitare al Paese un governo Bersani-Vendola o altre disarticolate disavventure", attacca con durezza Altero Matteoli. Diametralmente opposto il commento di Franco Frattini. "Esprimo grande apprezzamento per l’attività ed i risultati del governo Monti: riforme che sono servite innanzitutto all’Italia. Resto certo che il premier Monti sarà sicuro protagonista della scena istituzionale anche in futuro. Sosterrò i punti dell Agenda Italia", spiega l’ex ministro degli Esteri.
Per ascoltare la voce "ufficiale" del Pdl bisognerà aspettare il pomeriggio quando Silvio Berlusconi, dopo aver ripetutamente parlato in televisione, convocherà molto probabilmente una conferenza stampa di risposta al premier. Stando alle indiscrezioni, il Cavaliere ascoltando il presidente del Consiglio sarebbe andato su tutte le furie.
Cauta, sulla scia di quanto ripetuto nei giorni scorsi, la valutazione di Pierluigi Bersani. "Serve una maggioranza politica non più "strana" ma vera e coerente, saldamente europeista e saldamente riformatrice. Quanto ai temi di merito indicati da Monti, ci stiamo lavorando da anni con proposte precise in vista di una riscossa italiana fondata su moralità e lavoro", afferma il segretario del Pd. "Ascolteremo con grande attenzione e rispetto le proposte di Monti - aggiunge - sia laddove coincideranno con le nostre, sia laddove se ne allontaneranno. Quanto alle prospettive politiche, già da domani la parola passerà agli italiani".
L’entusiasmo di Frattini è condiviso da Italiafutura. "Condividiamo dalla prima all’ultima parola di quanto detto dal presidente Monti nella conferenza stampa di fine anno, sia nei contenuti sia nella forma. E’ il discorso di un grande leader politico e di uno statista internazionale", sottolinea il portavoce della formazione capeggiata da Luca Cordero di Montezemolo.
Dopo il lungo intervento del premier resta invece fortemente negativo il giudizio dell’Idv. "Ancora una volta monti si dimostra arrogante e pilatesco. Non si impegna direttamente ma non esclude che il suo nome venga usato da altri che condividano la sua agenda e dà la propria disponibilità, se richiesto, a guidare ancora il governo. Troppo facile e troppo semplice", accusa Antonio Borghesi, presidente dell’Idv alla Camera.
Al vetriolo il giudizio della Lega. "Monti: non mi candido, ma forse sì. Ha imparato da Casini e dai democristiani più falsoni della prima Repubblica", il segretario Roberto Maroni su twitter.
Tra le voci critiche anche quella della Cgil, più volte citata in maniera negativa dal presidente del Consiglio. "Bene le risposte a Berlusconi, chiarissimo sul suo futuro non certo a sostegno dei valori della sinistra e proprio per questo non una parola sulla povertà, sugli anziani, sul welfare, sui giovani, sull’uguaglianza, sulla giustizia sociale, nessuna autocritica sulla mancata equità e sui guasti provocati dalla riforma delle pensioni. Un capolavoro esagerato di narcisismo e una incitazione all’isolamento della Cgil mentre su Melfi ha fatto finta di non vedere la verità negli occhi degli operai", dice il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone.
Nichi Vendola sceglie di rispondere in maniera diretta all’affermazione del premier secondo cui il leader di Sel sarebbe innovatore in materia ambientale, ma conservatore suo temi del lavoro. "Ringrazio Monti per la considerazione che ha sul carattere innovativo di alcune delle posizioni che io sostengo nel dibattito pubblico. Vorrei però rassicurarlo su ciò che più lo turba: nessuno di noi si batte per una prospettiva di regresso, né intende tornare indietro. Il punto al contrario è che è urgente andare avanti: nel senso di far guadagnare diritti alla società italiana. Penso non si possa credere che i diritti siano il segno di un mondo arcaico, un reperto archeologico", replica Vendola.
(23 dicembre 2012)