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 2012  dicembre 22 Sabato calendario

• E’

nota l’esistenza di una correlazione positiva tra crescita economica e crescita della mobilità (anche se le innovazioni tecnologiche possono concorrere a ridurre il bisogno di spostamento).

• Partiamo da un fatto strutturale: il mercato. Negli ultimi anni il mercato dell’auto ha vissuto una fase di profonda stagnazione: tra il 2010 ed il 2009 il decremento è stato pari
al 9.4% e le previsioni per il 2011 sono di una nuova contrazione del 10% sul 2010. Nello stesso periodo il mercato dei motocicli ha subito un’ancor più vistosa caduta: -24% tra il 2010 ed il 2009 e l’attesa di un - 20% per l’anno in corso. Di segno opposto il mercato dell’usato sia per il segmento auto (previsioni per il 2011 di un + 1 - 2%) che per quello dei motocicli (previsioni per il 2011 di un + 1%). Una prima osservazione è che l’auto, a livello di massa, ha perso il suo potere attrattivo, il suo farsi elemento distintivo da esibire, fatto sta che l’acquisto del nuovo – sul totale delle compravendite di autovetture o motocicli - tende costantemente a ridursi.

• Una seconda linea di tendenza è quella che riguarda l’uso quotidiano del mezzo privato. Si riducono i giorni di utilizzo, si riducono gli spostamenti giornalieri anche quelli micro (meno di un chilometro). Il motivo oggettivo di questi nuovi comportamenti è la crescita costante del prezzo della benzina che è cresciuto negli ultimi anni a ritmi accelerati. Nel rapporto dello scorso anno il 68% degli intervistati considerava molto superiore al giusto il costo della benzina, quest’anno la percentuale cresce all’83%. E non potrebbe essere altrimenti: malgrado un’ulteriore riduzione di chilometri percorsi il costo annuo di gestione cresce del 2,7% e, all’interno delle singole voci di costo, quello della benzina contribuisce all’incremento per oltre il 40%.


1. LA CRISI ECONOMICA FRENA LA MOBILITÀ A 4 RUOTE …
• L’anno scorso nel Rapporto “Guidare meno, guidare sempre” segnalammo il sorgere di nuovi stili di mobilità generati dalla congiuntura economica negativa che, oggi sempre di più, pervade il nostro paese. L’auto si confermava come il mezzo super favorito dagli italiani - ancor più che nel 2009 - ma il suo utilizzo cominciava a diventare più misurato e consapevole (tratte brevi, meno Km percorsi, propensione all’intermodalità e alla condivisione del mezzo) soprattutto a causa delle continue oscillazioni al rialzo del prezzo carburante che avevano convinto – mediamente – 26,6 automobilisti su 100 a lasciare la 4 ruote in garage. In questo “difficile” 2011 l’acuirsi della crisi economica sembra aver consolidato quelli che fino all’anno scorso apparivano “solo” come dei trend e la mobilità a 4 ruote presenta una significativa battuta d’arresto:

1) 20,6 patentati su 100 affermano di aver ridotto - rispetto al 2010 - l’uso dell’auto e 8,3 di averlo incrementato. Il saldo (-12,3) è, dunque, negativo e rivela la tendenza a spostarsi in auto con minor frequenza soprattutto fra le donne (saldo di utilizzo pari a -13,8) (tab. 1.1). Chi, andando controcorrente, ha scelto di servirsi maggiormente dell’auto lo ha fatto soprattutto per necessità (68,6%), perché i mezzi pubblici non sono adeguati alle sue esigenze (11,9%), perché vive in un posto distante dai luoghi frequentati abitualmente (10,2%). Solo lo 0,9% ha affermato di usare di più l’auto “perché attualmente non incontra difficoltà nel parcheggiarla” (tab. 1.2.).

2) Cala il numero medio di giorni d’uso dell’auto (4,6 giorni rispetto ai 5,1 del 2010 e ai 4,9 del 2009) (tab. 1.3.).

3) Diminuisce il numero medio degli spostamenti compiuti quotidianamente con la vettura privata sia nei giorni feriali che in quelli festivi - 3,2 spostamenti nei giorni feriali rispetto ai 4,1 del 2010 e ai 3,4 del 2009; 1,8 spostamenti nei giorni festivi, rispetto ai 2,1 del 2010 e ai 2.0 del 2009 (tab. 1.4.).

4) Si riducono gli spostamenti inferiori ad 1 Km sia nei giorni feriali che in quelli festivi (0,3 rispetto agli 0,6 del 2010 e agli 0,2 del 2009 nei giorni feriali; 0,1 nei giorni festivi rispetto agli 0,4 del 2010 e agli 0,2 del 2009) (tab. 1.5.)

2. IL PIENO? NO GRAZIE!
• Il costo del carburante si conferma una delle note più stonate del muoversi a quattro ruote ancor più in questo periodo di crisi economica ed occupazionale in cui il bisogno di risparmiare coinvolge ogni aspetto del vivere sociale. Proprio la necessità di “fare economia” ha consentito l’innescarsi di un circolo virtuoso per cui la sperimentazione di modalità di spostamento alternative all’auto ha cominciato a rivelarsi ad alcuni come una scelta vincente, da perpetrare, dunque, nel tempo. Questa che nel 2009 presentammo come una tendenza, si è trasformata nel 2010 in un dato di fatto che nel 2011 trova piena conferma. La quota di automobilisti che di fronte ad un prezzo del carburante sempre più alto (gennaio-ottobre 2011 prezzo medio al consumo 1.540,97 in crescita rispetto ai 1.358,48 euro dello stesso periodo del 2010 pari al +13,4%) ha ridotto il ricorso all’auto privata è, infatti, incrementata di 3 punti percentuali: dal 26,6% del 2010 al 29,6% del 2011 e di oltre 8 punti percentuali rispetto ai valori del 2009. Se 3 anni fa, dunque, per risparmiare sul costo del carburante 21 automobilisti su 100 sceglievano di ridurre l’uso dell’auto, quest’anno quasi 30 patentati hanno preso la stessa decisione (tab. 2.1.).

• Anche l’analisi dei dati forniti da “Iniziativa Car Sharing” (I.C.S.) – organismo designato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per la promozione e la diffusione del servizio di car sharing – fotografa un trend positivo dell’esperienza dell’auto condivisa in Italia. Nel periodo 2009-2011 (tab. 3.2), crescono tutti i valori presi in esame relativi alle tredici città in cui è attualmente attivo il servizio. Cresce il numero delle auto e dei parcheggi disponibili ma, quel che più conta, cresce il numero degli utenti: erano poco meno di 18.000 nel 2009, sono circa 30.000 al mese di settembre 2011, una crescita del 66% in meno di tre anni. Indubbiamente si tratta ancora di un fenomeno relativo in valore assoluto, ma si può cogliere il segno di una possibile evoluzione della mobilità urbana. L’incidenza dei costi tuttavia ne sconsiglia un ricorso abituale limitandone l’utilizzo medio a 3-4 volte/mese.

• L’utilizzo frequente è sconsigliato per gli elevati costi complessivi sopra una certa soglia kilometrica. Gli utenti in questo caso si dimostrano particolarmente attenti all’analisi costi/benefici: “1,80 euro l’ora durante i feriali invece 0,80 la domenica e dopo le 10, e poi c’è un costo chilometrico. Costa 30, 35 cent a km, compresa la benzina. Se tu utilizzi la macchina per 5000 km l’anno allora in quel caso il discorso è anche economico, ma già 10000 km, 35 cent a km sono 3.50 euro ogni 10 km, una Panda ce ne fa 20 con un litro, la strapaghi”;
_ “se ti serve la macchina tutti i giorni, questo servizio non fa per te”.

• Prime iscrizione auto e moto nuove di fabbrica (2001 è periodo gennaio/ottobre):
Auto. 2009: 1.817.182; 2010: 1.692.510; 2011: 1.508.932 (2011/2009: -17,0%)
Motocicli. 2009: 376.979; 2010: 286.259; 2011: 241.008 (2011/2009: -26,1%)

• Il mercato dell’usato sia per il segmento auto che per quello motocicli ha vissuto un periodo di sostanziale galleggiamento con una crescita contenuta intorno all’1% per le autovetture e del 2% - 4% per i motocicli

• La caduta del nuovo ed il galleggiamento dell’usato fanno si che – per le autovetture – il nuovo rappresenti nel 2011 meno del 40% del venduto (valeva il 43,5 nel 2009 ed il 41,3% nel 2010) e per i motocicli il 31,3% del venduto (ma valeva il 41,6% nel 2009 ed il 34,6% nel 2010)


• L’età media del circolante è salita negli ultimi anni da
8,8 a 9,3 anni


• quali proposte o quali elementi favorirebbero l’inversione del ciclo basso? Al primo posto, come lo scorso anno, seppure in calo di 3 punti, la reintroduzione di incentivi.
Al secondo posto balza il tema “caldo” del costo della benzina: 30 italiani su cento (erano 16 nel 2010) sarebbero motivati ad acquistare un auto a fronte di una netta riduzione del costo della benzina. Sostanzialmente ex-equo al terzo posto i patentati indicano l’abolizione del bollo (19,0% contro il 24,3% dello scorso anno) o una revisione delle tariffe assicurative agganciate ai punti patente (18,6% contro il 16% dello scorso anno). Con estrema semplicità, laddove non dovesse ripartire una politica degli incentivi (tradotto una sorta di incentivo all’investimento) la spinta all’acquisto può derivare solo da una contrazione dei costi di esercizio, in primis del carburante


60 italiani su 100 usano abitualmente un’auto straniera.
Le scelte di genere segnalano una media più elevata tra le donne per il “made in Italy” (43,5% contro 40,3%) probabilmente frutto di una più forte presenza dei marchi italiani nel segmento city car, maggiormente utilizzato dal genere femminile (tab. 4.4.).