Massimo Di Forti, Il Messaggero 22/12/2012, 22 dicembre 2012
NIENTE È PIU’ FORTE DEL NATALE
«Oh, il Natale è più forte della crisi!», esclama Desmond Morris, con slancio perentorio. «Ha superato prove terribili, conosciuto guerre devastanti, momenti tragici in cui la speranza nel futuro sembrava cancellata. Ed è stato celebrato in quelle situazioni, più che mai. Lo è e lo sarà anche quest’anno». Come smentirlo, d’altronde, se si pensa che la canzone più amata, ascoltata e venduta di tutti i tempi, White Christmas, fu composta da Irving Berlin nel ’42 e lanciata da Bing Crosby da lì all’eternità?
Enciclopedia vivente capace di spaziare in ogni campo del sapere, zoologo e antropologo, lui, a 92 anni, nella sua Oxford, non ha perso un’oncia di quella acutezza e vivacità contagiosa che ha trasfuso in bestseller mondiali come «La scimmia nuda», «L’uomo e i suoi gesti», «La tribù del calcio», «L’animale uomo», «Il comportamento intimo» e in un delizioso saggio del ’92, «Christmas Watching», in cui rivisita origini ed evoluzione delle tradizioni natalizie, in tutti i Paesi .
IL DUELLO
Ma, se è vero che il Natale è stato più forte delle guerre, non è possibile dimenticare che nel XX secolo ci sia stato un conflitto epocale tra due Superstar natalizie, Father Christmas e Santa Claus, al quale noi italiani siamo rimasti estranei ma ha coinvolto l’intero pianeta. Desmond Morris non ha dubbi: «Ormai quel duello lo ha vinto Santa Claus». E, per spiegarlo, fa un passo indietro: «Father Christmas era una figura pagana, un vichingo, che girava di casa in casa e allietava la stagione del durissimo inverno scandinavo facendo gli auguri per il nuovo anno. Poi, fu adottato in Inghilterra, in Germania e negli altri Paesi europei molto freddi. Non portava regali, non si intratteneva con i bambini. Santa Claus, invece, non era altri che san Nicola, vescovo cristiano protettore dei bambini, che portava doni. Divenne Santa Claus perché era stato chiamato Sinter Claus dagli olandesi che, come sappiamo, fondarono New York e Sinter Claus prese il nome della versione americanizzata, Santa Claus».
Fa una brevissima pausa e riprende il racconto con divertita allegria: «La vittoria di Santa Claus su Father Christmas, comunque, è stata decisa dalla Coca-Cola negli anni 30 con il famoso abito rosso. Questa sorprendente alleanza fra la Chiesa, che non ha mai amato Father Christmas, e la grande industria americana è stata irresistibile».
LE CARTOLINE
Se una corporation ha potuto influenzare in modo impressionante le tradizioni natalizie, non sta accadendo adesso la stessa cosa con i nuovi media, come Internet? In tempi di e-mail e sms, l’invio delle cartoline non è diventato obsoleto? «Per fortuna non è così», sostiene Morris. «Le cartoline di Natale sono nate nel 1840, in età vittoriana, in una tipografia inglese. Da allora hanno avuto infinite versioni grafiche. Sono diventate una forma d’arte popolare. Mandarle non significa solo dare importanza al Natale. E’ un modo per stabilire o confermare un rapporto di affetto di amicizia. Non c’è sms o e-mail che possa sostituire la loro bellezza. Ecco perchénon possono passare di moda».
AUGURI MONDIALI
Aggiunge: «Il Natale, spesso non ce ne rendiamo conto, ha una forza che travalica confini di ogni tipo. E’ possibile mandare cartoline o fare gli auguri di Natale e non solo di fine anno anche a musulmani, ebrei, buddisti per la semplice ragione che il Natale non rappresenta - come deve - la nascita di Cristo ma la nascita di ogni bambino. La scena della Natività celebra la fiducia nella vita. Conquista tutti. Un’altra idea errata sul Natale dei nostri giorni è considerarlo una giostra consumistica. Le esagerazioni vanno criticate o condannate. Ma sarebbe superficiale sottovalutare che la gioia di donare, un patrimonio fondamentale della specie umana, sia esaltata da questa festa». E conclude: «Mi domandano spesso se i bambini di oggi credono ancora che esista Babbo Natale, anziché accettare i fatto che i regali li portano i genitori. Ma, da che mondo e mondo, i bambini anche se conoscono la verità, non vogliono la verità: vogliono la magia! Vogliono sognare. Farli sognare non è peccato. Ieri, oggi. Sempre».