Davide Giacalone, FB bacheca di Cristina Napolitano, 21 dicembre 2012
La Tares (fu Tarsu, fu Tia, fu TaRi), così ribattezzata dalla fantasia malata di chi cambia nome alle cose per lasciare le cose come stanno, è l’incarnazione del satanismo fiscale
La Tares (fu Tarsu, fu Tia, fu TaRi), così ribattezzata dalla fantasia malata di chi cambia nome alle cose per lasciare le cose come stanno, è l’incarnazione del satanismo fiscale. Filiazione di uno Stato tanto più esigente quanto più inefficiente. È una patrimoniale perché si paga in ragione dei metri quadrati e non dell’attitudine a produrre rifiuti. Una persona che vive da sola in 300 metri quadrati pagherà di più di quindici persone che vivono in un terzo dello spazio, laddove è evidente che i secondi produrranno assai più rifiuti (il pattume di ciascuno di loro varrà il 2,3% di quello del solitario). È giusto così, sento dire, perché è bene che paghino di più i ricchi. Ma è assurdo, perché già si paga una patrimoniale sulla casa (Imu) sicché questa è la seconda tassazione della stessa cosa. In più sono tenuti a pagare tutti quelli che possiedono, occupano o detengono, a qualsiasi titolo, qualsiasi tipo di locale, quindi ci sono cittadini che pagheranno due o tre volte per il medesimo servizio. E pagheranno cifre che non hanno nulla a che vedere con il servizio in questione. Davide Giacalone