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 2012  dicembre 21 Venerdì calendario

LA SENTENZA DI MILANO SUI DERIVATI CHIAMA A NUOVE RESPONSABILITA’

Il tribunale di Milano ha condannato in primo grado alcune banche estere e loro dirigenti per i derivati venduti a Milano profittando della distratta incompetenza dell’amministrazione comunale, allora guidata da Gabriele Albertini, oggi candidato, homo novus, alla Regione Lombardia. Eppure alcuni suoi sostenitori attaccano l’amministrazione attuale, che è riuscita a chiudere in sede civile, con vantaggio, il disastro che le era stato lasciato in eredità.
Questa sentenza contribuirà a cambiare le cose dando due principali spunti a una società capace di sanzionare i comportamenti impropri solo per impulso dei magistrati, specie penali. Anzitutto, gli enti locali dovranno badare bene a cosa firmano, con chiunque; le banche poi non potranno più profittare platealmente dell’incompetenza, a volte pure remunerata, della controparte, quale che sia. Dovranno esporre chiaramente le caratteristiche dei prodotti, anche se ciò comporterà l’esposizione dei loro guadagni a quella luce del sole che il giurista americano Louis Brandeis definì «il miglior disinfettante».
Il secondo spunto tocca la Consob. L’autorità di vigilanza, una volta all’avanguardia nel determinare, con metodi matematici, il valore intrinseco dei prodotti strutturati e le relative probabilità di utile o perdita, ha poi ripiegato favorendo, anche in sedi europee, metodi basati su fumosi scenari alternativi. Ciò anche in base a dubbi impulsi esercitati sul ministro Tremonti dalle banche, per escludere calcoli di probabilità sull’esito degli investimenti.
Il tema ha rilievi pratici sostanziosi, dato che gli «strutturati» sono primaria fonte di finanziamento delle banche. Esse temono le conseguenze di una maggior trasparenza, quale quella legata agli approcci probabilistici, sui loro margini di utile.
Sono qui in conflitto due esigenze primarie: l’equilibrio economico delle banche, contro la tutela del risparmio, solo grazie al quale, però, esse finanziano l’economia. Il conflitto non può essere risolto a spese della materia prima che tutto alimenta. La sentenza di Milano, costruita sul metodo probabilistico, indica la via: i risparmiatori devono conoscere le caratteristiche dei prodotti che comprano. E la Consob stia in prima linea ad imporla.
Salvatore Bragantini