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 2012  dicembre 21 Venerdì calendario

NASCE LA SUPER BORSA DI NEW YORK — È

nata solo 12 anni fa, adesso si compra Wall Street. Intercontinental exchange (Ice) conquista la Borsa di New York con un’offerta da 8,2 miliardi, in cash e azioni. E prepara lo spin-off di Euronext, la rete che riunisce i listini di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona.
La fusione tra la piattaforma di Atlanta, specializzata nel trading di materie prime ed energia, e il Nyse, uno dei simboli del capitalismo americano con 220 anni di storia indipendente alle spalle, darà vita al terzo mercato mondiale, superando Deutsche Börse. Ma è al settore dei derivati che punta Jeff Sprecher, numero uno di Ice e nuovo ceo del gruppo combinato, mentre Duncan Niederauer, sarà il presidente, conservando il ruolo di amministratore delegato del Nyse. Mettendo le mani sul Liffe, il gioiello della corona di Euronext e vero target dell’acquisizione, il gruppo aggregato diventerà uno dei maggiori operatori globali dei derivati, dopo il Chicago Mercantile Exchange (Cme) ed Eurex/Ise.
Dopo l’aggregazione, da futures e opzioni arriveranno infatti il 44% dei ricavi netti, mentre le quotazioni rappresenteranno appena il 12%, con margini in calo.
Non è la prima volta che Sprecher punta alla Borsa di New York. L’anno scorso il gruppo di Atlanta aveva lanciato un’offerta ostile da 11 miliardi di dollari insieme al Nasdaq Omx, ma il Dipartimento di Giustizia americano aveva bloccato l’operazione, temendo una posizione dominante sui listini Usa. Un’offerta concorrente, lanciata dalla Deutsche Börse, era invece stata fermata dall’Antitrust europeo. Questa volta i regolatori avrebbero «ben accolto» il deal, ha spiegato Sprecher, che ha anticipato l’acquisizione alle autorità competenti durante un giro negli Stati Uniti e in Europa insieme a Niederauer.
Al completamento della fusione, che paga ogni azione del Nyse 33,12 dollari, con un premio del 28% rispetto alla chiusura di mercoledì, gli azionisti di Ice avranno il controllo del 64% del nuovo gruppo combinato, quelli del Nyse il restante 36%. Sprecher ha promesso un dividendo di 300 milioni di dollari e sinergie di costi per 450 milioni. Molti temono però che, dopo il suo arrivo al comando, il floor delle negoziazioni del Nyse verrà chiuso. Sarebbe la fine di un’era, perché New York è una delle ultime piazze mondiali a resistere, sebbene anche a Wall Street la gran parte del trading sia ormai elettronico. Ma finora Sprecher ha sempre fatto così ogni volta che ha comprato un listino.
Giuliana Ferraino