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 2012  dicembre 21 Venerdì calendario

LA BORSA USA CAMBIA ANCORA PELLE


NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Il 17 maggio 1792, 24 agenti di compravendita di titoli di borsa si trovarono sotto un platano davanti al numero 68 di Wall Street e firmarono così, all’aria aperta, l’accordo che diede la luce al «The New York Stock Exchange and Board». Poi trovarono degli uffici. Oggi con la vendita del Nyse all’Ice la tentazione di parlare di declino della «vecchia signora» è forte. L’evoluzione della borsa di New York è stata lenta, ad esempio, solo per cambiare il nome in Nyse ci sono voluti 70 anni e per raggiungere il livello di affari più forte si dovette aspettare di nuovo oltre un altro secolo: è solo fra il 1896 e il 1901 che il volume d’affari esplode, si moltiplica per sei e impone una sede di scambi più grande. Nel 1903, la nuova costruzione neoclassica, quella che conosciamo oggi, viene inaugurata e diventa presto il simbolo del capitalismo globale, del «boom and bust» americano, delle ricchezze e delle truffe estreme. Una storia che continua fino ai nostri giorni: il crollo del 2008 e il caso Madoff non sono altro che ripetizioni di dinamiche e storie che la borsa di New York ha sempre conosciuto durante la sua storia.
Ma ora cambia davvero qualcosa. Pur tra fusioni e collocamenti in borsa il Nyse aveva resistito agli attacchi ed era rimasta indipendente. Ora il «declino» della vecchia signora è più evidente: ha ceduto le armi all’Ice di Atlanta, un gruppo fortissimo che opera nell’intermediazione delle materie prime. E che ha battuto il Nyse in termini di crescita, sul piano storico: è stato fondato nel 2000 e soli 12 anni sono bastati al fondatore Jeffrey Sprecher per trasformare il suo piccolo gruppo di intermediazione in un colosso globale.
Ecco è piuttosto su questo confronto che noi preferiamo soffermarci, perché la storia del capitalismo americano è una storia di rigenerazione. Da qualche anno le materie prime hanno «tirato» più delle azioni e l’Ice è più forte. Il Nyse non scompare, resterà nella sua gloria storica e operativa là dov’è, a Wall Street. Continueranno ad esserci gli specialisti nei loro grembiuli colorati e dal balconcino di marmo continueremo a sentire squillare ogni mattina la campanella di avvio degli scambi. La «vecchia signora» è un «brand». Bando ai sentimentalismi, tanto più che resta comunque sotto la bandiera americana. I nuovi proprietari sono di Atlanta in Georgia, dove è anche nata la Cnn e dove ha sede la Coca Cola. I 24 firmatari dell’«accordo del platano» avrebbero approvato, senza complessi, perché la natura stessa del loro mondo era ed è allora di andare avanti. E di vendere al miglior offerente.