Valentina Conte, la Repubblica 21/12/2012, 21 dicembre 2012
L’ANNO NERO DELLE FAMIGLIE TRA BOLLETTE, BENZINA E TASSE DUEMILA EURO IN PIÙ NEL 2012
QUATTRO punti di Pil. Tutti di nuovi balzelli, centrali e locali. Tradotto a livello famiglia: duemila euro in più di imposte, tasse, tariffe, in un solo anno. Una bolletta enorme e insostenibile. Eccola la «medicina amara» invocata ieri da Monti a Melfi e iniettata agli italiani tra fine 2011 e tutto il 2012. Necessaria per scansare il default, «estirpare la malattia », visto che «l’Italia aveva la febbre alta e un’aspirina non bastava». Ma forse non del tutto equa. E soprattutto in via di trasformazione, da “congiunturale” a “strutturale”. Insomma, una tassa è per sempre.
SHOCK FISCALE
Quattro punti di Pil, stima Bankitalia. Ma l’effetto di questo “shock fiscale” che gli italiani si lasciano alle spalle, e che di sicuro non li abbandonerà nel 2013 e oltre, è molto più ampio. Secondo Giavazzi e altri economisti, grazie al “moltiplicatore”, lo tsunami di tasse vale un punto in meno di Pil il primo anno, ma due punti in meno dopo due-tre anni. Questo significa che l’economia italiana si contrarrà ancora. Altro che crescita e nuovi posti di lavoro.
ANNO DROGATO
D’altronde la cura da cavallo somministrata al Paese è sotto gli occhi di tutti. «Il 2012 è stato un anno drogato dal punto di vista fiscale, se si pensa che gran parte delle manovre per risistemare i conti, 25-30 miliardi, era costituita da entrate. Per lo più Imu e accise», spiega Alessandro Santoro, docente di Scienza delle Finanze alla Bocconi. «Gli effetti sono e saranno depressivi, percepiti di meno, perché non in busta paga, ma evidenti alle scadenze e poi nei consumi che crollano».
IMU E ACCISE AL TOP
L’Imu, voluta dal governo Berlusconi, anticipata da Monti di un anno ed estesa alle prime case, è schizzata così in alto per due motivi: le rendite catastali lievitate d’un soffio del 60% e le aliquote schizzate all’insù, specie sulle seconde case rispetto alla vecchia Ici. Le accise sulla benzina, poi, sono aumentate
5 volte nel 2011 sotto Berlusconi e altre 3 volte con Monti. Cultura, immigrati, alluvioni, terremoti, certo. Ma alla pompa il conto è talmente salato che l’Unione petrolifera ieri ha certificato un crollo dei consumi di petrolio (-11,4% nel 2012), ai minimi dagli anni ’60, prima del boom e della
diffusione di massa dell’auto.
L’AVVITAMENTO
L’Imu si riflette sugli affitti. Lo spread sui mutui. Il petrolio sulle bollette. La spending review e il patto di stabilità sulle addizionali comunali e regionali. Ma anche sugli asili nido, i rifiuti, il ticket del bus, i treni locali. Aumenta tutto. Solo nel
comparto fiscale, la Cgia di Mestre calcola aggravi per il 2012, sul 2011, di 415 euro per un giovane lavoratore, 659 euro per una famiglia bireddito con un bimbo, 754 euro per una monoreddito e due figli. «Se si continua ad agire solo sulla leva fiscale siamo destinati ad avvitarci in una crisi dalla quale difficilmente usciremo in tempi brevi», avverte Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia.
CROLLANO I CONSUMI
«Centinaia di migliaia di commercianti e artigiani sono spinti alla chiusura, mentre i loro scaffali sono pieni di merci e prodotti», prosegue Bortolussi. Le famiglie non spendono più. «È un tracollo, non una contrazione. I primi dati sui consumi di Natale sono disperanti. Pensavamo a un meno 12%, ci avviamo a un meno 20%», si allarma Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori. Una rivolta fiscale in vista? «Gli scricchiolii si avvertono già tutti», spiega Santoro. «Ad esempio nel gettito Iva in picchiata, e non solo per i consumi depressi. E non solo perché i furbi la evadono. C’è chi non ce la fa più a pagare».