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 2012  dicembre 21 Venerdì calendario

L’IRLANDA, I PRESTITI E I GENTILI OMAGGI DEL FMI


Il Fondo monetario internazionale sta diventando un attore sempre più importante nella politica dell’eurozona. La settimana scorsa ha costretto i leader dell’unione monetaria ad abbassare il debito della Grecia, e adesso le sue attenzioni si sono soffermate sull’Irlanda, modello di austerity per tutta l’Europa.

All’inizio di questa settimana il Fondo ha infatti dichiarato che se l’obiettivo di crescita dell’1,1% prospettato per il prossimo anno si rivelerà troppo ottimistico, Dublino dovrà posticipare ogni ulteriore forma di austerità di almeno due anni. L’Fmi sta facendo appello all’eurozona per consentire al fondo salva-Stati del Meccanismo europeo di stabilità una ricapitalizzazione indiretta delle banche, abbassando il debito irlandese e rimuovendo future passività potenziali. La Germania non accoglierà di buon grado questo invito: alcuni elettori considerano infatti la ricapitalizzazione diretta come l’anticamera della mutualizzazione del debito. L’Europa potrebbe replicare che l’Irlanda non ha bisogno di aiuto. Dublino si sta riconquistando l’accesso ai mercati, le sue obbligazioni a 10 anni hanno 65 punti base in meno di quelle spagnole, quando solo l’anno scorso avevano il 3% di punti in più. Ci sono tuttavia buone ragioni per pensare che l’aiuto a Dublino sia invece necessario. Il prossimo anno il debito irlandese raggiungerà il 122% del Pil. La popolazione sta facendo i conti con una politica di risanamento dei conti pubblici per un importo pari a più del 5% del Pil, che durerà fino al 2015, il tasso di occupazione sta diminuendo, e quasi il 17% dei mutui hanno pagamenti arretrati da più di 90 giorni. L’austerità ha dei limiti, e i contribuenti non sono certo felici di dover sostenere le banche in nome di una maggiore stabilità dell’eurozona. Dublino potrebbe non essere l’unico Stato a trarre dei vantaggi da questo nuovo attivismo dell’Fmi. Se anche la Spagna avesse necessità di un salvataggio, il Fondo potrebbe rivelarsi un valido alleato contro la Bce e la Commissione europea. Un’altra ragione per pensare che un salvataggio, dopotutto, potrebbe non essere un’opzione così terribile.

Per approfondimenti: http://www.breakingviews.com/