Giuseppe Culicchia. la Stampa 21/12/2012, 21 dicembre 2012
IN VAL PELLICE DOVE IL MONDO NON PUÒ FINIRE
È mentre percorro i tornanti verso Pradeltorno di Angrogna, unico posto al mondo con Bugarach nei Pirenei destinato a salvarsi dalla Fine del Mondo che me lo chiedo.
E se avesse visto giusto il vecchio Thomas Stearns, per gli amici T.S. Eliot, e la Fine del Mondo arrivasse non con un Bang! ma con un gemito? No, perché qui non c’è anima viva. Tutt’al più un paio di maiali che grufolano liberi e beati nei dintorni di una baita, e un gatto che mi scruta perplesso dal ciglio della strada appena imbiancata di neve.
Da Torino sono partito con largo anticipo, aspettandomi carovane di apocalittici, armate Brancaleone ansiose di scampare al nuovo Diluvio Universale o a quello che sarà, membri di sette post-bimillenariste e nuovi monaci guerrieri alla ricerca del Santo Graal. E invece? Zero. Non un’anima viva. E dire che il battage su Internet è cresciuto nel corso del tempo, coi Maya non si scherza eccetera, e poi questa è terra di eretici, monasteri, esercizi spirituali, persecuzioni, meditazioni.
Sempre in Rete c’è chi sostiene che da queste parti sia transitato il Sacro Graal. Ad Angrogna, nell’unica piazza del paese, non c’è nessuno. Entro nella locanda Il Pomo d’Oro. Dietro il banco, Gabriele scuote la testa: «Il tutto esaurito per la fine del mondo? No, mi spiace. Le uniche camere che ho affittato sono per i giornalisti, stamattina è arrivata una troupe di Italia Uno».
«Ma cos’è - aggiunge l’oste divertito - vi mandano quassù per punizione?». Ecco. La meridiana sulla facciata del Municipio segna le tre. Apre d’incanto l’unico spaccio alimentare. La proprietaria, a dire il vero un po’ burbera, non collabora granché: «Ma che fine del mondo e fine del mondo? Non avete niente di più serio da scrivere?». Riecco.
Per fortuna su in Municipio riesco a parlare col sindaco, Mario Malan. Gli chiedo se per caso il paese e le frazioni siano state prese d’assalto da torme di apocalittici in fuga con tanto di provviste, acqua, medicinali, kit di sopravvivenza e magari anche armi. Lui ride. «No guardi, qui è tutto come sempre. Anzi no, perché scendo adesso da Pradeltorno, dove ho accompagnato la troupe di Italia Uno. Su però ci sono giusto un paio di anziani, e due famiglie più giovani, che domani mattina porteranno i figli a scuola qui ad Angrogna».
La scuola è di fianco al Municipio. Ma non dovevate avere la fila di gente che per mettersi in salvo comprava casa da queste parti? «No, guardi, qui è pieno di case in vendita, se ne vanno tutti. L’ultimo acquisto risale a sette o otto mesi fa. Piuttosto che alla fine del mondo, noi pensiamo alla fine del nostro mondo, quello della montagna. La politica ci sta togliendo tutto, a cominciare dai servizi essenziali. Con il nuovo piano regionale chiude anche l’ospedale di Torre Pellice, ci sentiamo abbandonati. Di questi posti quei signori si ricordano solo in caso di alluvioni, ma dura poco, giusto qualche giorno. Comunque, se proprio ci tiene, le spiego come arrivare a Pradeltorno».
Risalgo in auto. Altri tornanti, tre o quattro pecore al posto dei maiali, un cartello che dice Località Buonanotte. Dal cielo comincia a scendere un po’ di nevischio, ma è ben poca cosa per una Fine del Mondo come si deve. Le montagne incombono a dir poco severe, come in un romanzo di Thomas Bernhard. Finché, davantiaungrumodicasedaitettidipietra, non avvisto un cane, e una vecchia che spinge una carriola carica di letame.
Il tempo di fermare l’auto: il cane e la carriola ci sono ancora, la vecchia è sparita. M’inoltro nel sentiero che taglia in due quello che un tempo doveva essere un minuscolo borgo abitato, tra porte sprangate e finestre dai vetri rotti. Scorgo una luce. Busso. «Via! Vada via!», mi urla la vecchia. «Scusi signora, volevo solo chieder…». Non riesco a finire la frase. «Vada via! Vada via o sparo!». Vado via.
In auto, penso a Bruce Chatwin. Se fossi Bruce Chatwin, mi direi: che ci faccio qui? Beh, anche se non lo sono, me lo dico lo stesso. Altri tornanti, altra neve, altre case sprangate, altri tetti di pietra. Ed ecco infine Pradeltorno, l’unico luogo al mondo destinato a scampare alla Fine del Mondo con quell’altro posto nei Pirenei. C’è la Casa Famiglia Residenza per Anziani. C’è il Tempio Valdese appollaiato su uno spuntone di roccia. Ci sono dieci o dodici case. Dai tetti di pietra. Sprangate. Ma improvvisamente scorgo quattro o cinque persone. Evvai.
Mi fermo. «Apocalittici?», chiedo, speranzoso. «No, siamo la troupe di Italia Uno». Ah, già. Hanno piazzato la videocamera per le riprese in cima a un cavalletto. È puntata sul nulla. Eccola qua, la nostra Fine del Mondo. Non con un Bang!, e nemmeno con un gemito, ma con un Bluff. O se preferite con un Fuff. E così sia.