Roberto Giardina, ItaliaOggi 21/12/2012, 21 dicembre 2012
TROPPO GENEROSI I PROF TEDESCHI
Bisogna stare attenti in Germania. Io sono un Dott. e non un Dr., un dottore non un Doktor. La loro laurea non è la nostra laurea, sostengono. Con un po’ di ragione, senza esagerare. La loro tesi sta tra la nostra e il dottorato di ricerca, infatti si diventa Doktor di solito oltre i trent’anni.
Se volessi scrivere Dr. sul mio biglietto da visita correrei il rischio di venir denunciato per abuso di titolo, anche se la mia è una laurea di annata, diciamo «quasi» tedesca.
Ora, anche qui si accorgono che qualcosa non va, e non solo dopo il plagio di cui si è reso colpevole Karl-Theodor zu Güttenberg, bello, nobile, e ministro degli interni. Degradato sul campo, e costretto alle dimissioni. Ma non è il solo. Altri politici sono stati smascherati, e hanno dovuto rinunciare al titolo di Doktor. A suo tempo, avevo letto alcuni brani scopiazzati da Karl-Theodor, nella tesi che metteva a confronto le costituzioni europee e quella americana. Chiunque li avesse scritti, mi erano sembrati colmi di banalità, com’era inevitabile: che cosa dire ancora di originale sul tema? Ma il ministro aveva ricevuto un voto straordinario, summa cum laude.
«C’è un’inflazione di bei voti», commenta il settimanale Die Zeit. I professori sono troppo di manica larga, lasciano lavorare i loro studenti per anni e anni, e poi la discussione della tesi avviene nell’intimità alla presenza al massimo di alcuni parenti e amici. Spesso il giudizio viene dato sulla discussione finale piuttosto che in base alla valutazione della tesi, che molti docenti probabilmente non perdono neanche tempo a leggere. Ancor meno si preoccupano di verificare le fonti e l’autenticità dello scritto.
Ricordo una scena a cui assistetti da ragazzo. Uno studente in lacrime nello studio di mio padre, professore di storia del diritto. Il laureando aveva scopiazzato la tesi, mio padre, senza internet e con una memoria di ferro, insospettito, ritrovò l’originale negli archivi della facoltà (dove le tesi vengono o venivano conservate per mezzo secolo). Lo studente scoppiò in lacrime, fu perdonato, e costretto a rimettersi al lavoro. Per mio padre professore non c’era delitto più grave del copiare.
Stefan Hornbostel è direttore dell’Institut für Forschungsinformation und Qualitätssicherung, lunga definizione per l’Istituto dell’informazione scientifica e, diciamo, del controllo qualità, e si dichiara letteralmente scioccato dal comportamento dei professori. «Ci sono nove università in cui metà delle lauree in economia ottiene il summa cum laude», denuncia, «all’Università di Kiel lo raggiunge addirittura il 65% dei dottori in biologia, mentre a Monaco lo ottiene appena il 2%». Tutti scienziati geniali sul Baltico in confronto con la Baviera?
Si è generosi in tutte le facoltà: negli ultimi otto anni, il summa cum laude è passato dal 12 al 16%, e si è di manica larga in particolare in psicologia, dove si è balzati dal 17 al 25%. Uno su quattro è un erede del professor Freud?
E non si tiene conto del secondo voto eccellente, il magna cum laude, che viene concesso a una buona metà dei dottorandi, quando dovrebbe premiare le tesi che siano realmente innovative. Naturalmente il Diplomvater, come qui sono chiamati i relatori, premiando i candidati premia se stesso. Dimostrarsi troppo severi nuoce alla carriera, e alla popolarità.
I docenti dovrebbero seguire per anni il laureando e prendere parte attiva alla ricerca e alla stesura della tesi, ma se lo facessero seriamente non potrebbero sfuggire loro i numerosi casi di plagio: sono più agevoli perché si può copiare da internet, ma le università sono dotate a loro volta di sistemi di ricerca che rendono immediata la prova che si è barato. Sarò un semplice Dott., ma fu solo farina del mio sacco.