Stefano M. Torelli, Sette 21/12/2012, 21 dicembre 2012
DIVORZIO GAY A TEL AVIV
ISRAELE
Il tribunale di Tel Aviv ha emesso una sentenza che può essere definita storica: il primo caso di divorzio di una coppia omosessuale. La sentenza dello scorso 4 dicembre costituisce un caso da manuale e, allo stesso tempo, una piccola rivoluzione per il sacramento del matrimonio in Israele. La curiosità è che la coppia in questione, di fatto, ha ottenuto legalmente il divorzio prima ancora del matrimonio. I due, infatti, non si erano potuti sposare in Israele e avevano celebrato la loro unione in Canada. Solo in seguito – grazie a una legge del 2006 che consente il riconoscimento da parte delle autorità civili israeliane delle unioni legalmente celebrate all’estero – avevano potuto registrare il loro matrimonio, mentre il divorzio è stato sancito direttamente da un tribunale israeliano. A parte questa paradossale situazione legale – «prima di sposarti, ti divorzio», sembrerebbe dire la legge israeliana alle coppie gay – la sentenza costituisce un precedente storico per tutte le altre coppie eterosessuali. Nonostante il ministero dell’Interno possa ancora impugnare la sentenza davanti a un’altra corte, è infatti la prima volta che un divorzio è discusso davanti a un tribunale civile, in un Paese in cui le questioni riguardanti il matrimonio sono sotto l’esclusiva giurisdizione del Rabbinato, l’autorità religiosa ebraica. Ciò apre la strada a possibili richieste di divorzio presso i tribunali ordinari. Israele non prevede i matrimoni civili, ma solo quelli con rito religioso e, di conseguenza, anche i divorzi sono materia dei tribunali rabbinici. Questo è anche il motivo per cui un matrimonio su cinque è celebrato all’estero e poi registrato anche in Israele. Per chi non vuole – per i più disparati motivi – essere sposato dal Rabbinato, la soluzione è quella di sposarsi all’estero. Molti si recano nella vicina Cipro, altri si sposano “per corrispondenza” a El Salvador, dove non è non richiesta la presenza degli sposi.