Antonio D’Orrico, Sette 21/12/2012, 21 dicembre 2012
LA POESIA? ORMAI ESISTE SOLO NEL CALCIO
[Trivela, ruleta, rabona, maledetta... A molti di voi suoneranno come parole strane ma sono alcuni dei versi più belli mai composti] –
Se non ci saranno nuove insurrezioni oltrepadane vorrei chiudere qui il discorso sul vino Bonarda. Anche perché Gianni Mura, che è stato un poderoso interlocutore in questa querelle, in apertura del suo nuovo romanzo (Ischia, Feltrinelli) mette assieme a tavola il commissario parigino Jules Magrite (suo detective di riferimento) e il suo amico giornalista italiano (alter ego dello stesso Mura) in un’osteria dalle parti del cimitero di Chiaravalle. A servirli è un’ostessa rimasta vedova. Ecco la scena: «Arriva la signora in nero. Prima la bottiglia e i bicchieri. La Bonarda esce con un fiotto scuro, bella vispa. Magrite la osserva quasi stupito. “Noi i rossi mossi non li abbiamo”. “E non sapete cosa vi perdete”». Ecco, io sfumerei la scena qui (prima che ritorni la signora in nero con salame e sottaceti e «una sleppa di Gorgonzola», se no finisce che ci viene fame). Quello di Mura per la Bonarda è vero amore.
MISTER PASOLINI. C’è da chiudere ancora un’altra questione. Quella che era cominciata con un pezzo di Francesco Cevasco (uscito sulla Lettura) e che proponeva una nazionale di calcio composta da giocatori citati da grandi scrittori. In quell’occasione era stata rispolverata la bella distinzione che Pier Paolo Pasolini faceva tra calciatori (per lo stile di gioco) che erano prosatori e calciatori che erano poeti. L’argomento è stato ripreso da Mura che ha messo in campo due squadre. Quella della Prosa con la seguente formazione: Zoff, Gentile, Rosato, F. Baresi, Facchetti; J. Zanetti, Suarez, Falcao, Platini, Di Stefano, Valdano. Quella della Poesia così schierata: Ghezzi, Cafu, R. Villa, Scirea, Junior, C. Sala, Xavi, Cruijff, Baggio, Zola, Riva. La volta scorsa il mister Mura chiudeva chiedendomi chi avrebbe vinto tra i prosatori e i poeti. Per me i poeti (direi 4 a 2 con gol di Baggio, Cruijff e doppietta di Riva). Ma sarei curioso di sapere l’opinione dei lettori. Però osserverei, a scanso di equivoci, che la Poesia batte la Prosa solo sul campo di calcio. In campo squisitamente letterario avviene il contrario (almeno ai tempi d’oggi) e con punteggi più schiaccianti di un 4 a 2.
IBRACADABRA. Parlando di poesia futbolistica, ci sta a pennello la citazione delle 16 magie calcistiche scelte da Furio Zara in Giudizi universali, un libro divertente che ricito volentieri. Eccole: trivela di Quaresma, ruleta (Zidane), rabona famosa (Maradona), rabona povera (Roccotelli), tacco di Dio (Sòcrates), elastico (Ibra), bicicletta (Chimenti), punizione tre dita (Branco), cucchiaio (Totti), rigore da fermo (Casarsa), passaggio no look (Ronaldi
nho), doppio passo (Biavati),
autogol (Niccolai), tacco di Allah (Madjer), gambeta (Carrizo), foglia morta (Corso), dance (Dudek), parata di culo (Garella), colpo dello scorpione (Higuita), salto della rana (Blanco), maledetta (Pirlo), foca monaca (Nappi), finta zoppa (Garrincha), tunnel (Sivori), rimessa carpiata (Kallaste), auto tacco (Cristiano Ronaldo), tackle carogna (Benetti), tuffo in area (Inzaghi), corner ventoso (Palanca), tiro alla Del Piero, sombrero (Pelè), sciagurata (Calloni). Alla fine, nel libro, vince la punizione a foglia morta del poeta Mariolino Corso.