Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 20/12/2012, 20 dicembre 2012
L’ULTIMA MANO DI POKER DEL GOVERNO: MILLE BISCHE DI STATO
[Legalizzate con un subemendamento votato nella notte. regalo alle lobby del gioco] –
Mille sale da poker con i giocatori in carne ed ossa che si contendono la posta sul tavolo verde. Mille bische legalizzate che si aggiungono alle 400 mila slot machine sparse nei bar della penisola e alle 2 mila e 400 sale da gioco piene di videolottery.
L’ultimo regalo della maggioranza che sostiene il governo Monti alla lobby del gioco è arrivato dalla commissione bilancio del Senato. Due senatori del Pdl, Gilberto Pichetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco, hanno presentato un subemendamento per anticipare l’entrata in vigore della norma che prevede la gara per le nuove sale da poker. L’emendamento è stato approvato in piena notte dalla commissione bilancio e ora solo l’emanazione di un regolamento separa la lobby del gioco dall’apertura di mille sale. La ragione della legalizzazione di questo gioco finora permesso solo nei casinò e la solita: i soldi che mancano per il pareggio di bilancio.
La Ragioneria generale dello Stato chiedeva al Senato di introdurre nuove tasse o tagli maggiori alle spese se avesse voluto davvero ritardare l’entrata a regime del poker live. Il bilancio disastrato del nostro Paese non poteva sopportare il rinvio e i politici che sostengono il governo Monti, non hanno avuto il coraggio di rilanciare con una diversa copertura del buco, preferendo andare sul sicuro con l’apertura delle nuove bische legalizzate.
Cose che succedono quando i tecnici prevalgono sui politici e la ragioneria diventa l’unico collante che unisce forze politiche di schieramenti diversi. “Mi sembra incredibile che in un momento in cui tante famiglie in difficoltà si rovinano nella speranza di una vincita miracolosa, si approvino emendamenti in commissione per anticipare l’apertura di nuove sale da poker, come se già non bastasse la sterminata offerta di giochi a premi”, dice il ministro per la Cooperazione e la famiglia Andrea Riccardi. Anche il ministro della salute Renato Balduzzi se la prende con “l’assalto delle lobby”. Ma al di là delle parole, il risultato è che a partire dal primo gennaio del 2013 l’Italia – dopo l’emanazione di un regolamento – potrà vedere gli effetti benefici del poker (se andrà come con le slot) sui bilanci della criminalità e le conseguenze negative sui cittadini più deboli.
“È LA RESA alle lobby del gioco”, dice sconsolato il senatore dell’Idv Luigi Li Gotti, “anche in questo settore ci apprestiamo a superare tutti i Paesi stranieri, come è già accaduto con le slot machine. All’estero la rete maggiore per un Paese conta 20 mila slot, da noi sono 400 mila. Ora si ricomincia con le mille sale da poker”. L’Italia si conferma la patria della lobby del gioco, il bengodi delle multinazionale dell’azzardo, una grande Las Vegas a forma di stivale. Il peccato originale, come precisano i relatori della legge di Stabilità, Giovanni Legnini (Pd) e Paolo Tancredi (Pdl), è del governo Berlusconi che aveva previsto “una gara a evidenza pubblica da tenersi entro il gennaio 2013”. Spiega imbarazzato il democratico Legnini: “Il governo ci aveva inizialmente chiesto di prorogare a giugno tale termine e noi abbiamo presentato un emendamento che andava in tale direzione. Tuttavia il senatore Pichetto Fratin del Pdl ha chiesto di eliminare questa proroga, anche perché la Ragioneria generale dello Stato aveva segnalato alla commissione che la proroga sarebbe stata onerosa per il bilancio dello Stato: la mancata gara implica minori introiti. Abbiamo quindi eliminato la proroga e quindi la gara per l’apertura delle nuove sale si terrà a gennaio”.
Il direttore dell’Agenzia dei Monopoli, l’Aams, Luigi Magistro precisa che “non ci sarà nessuna apertura di mille sale da poker a gennaio perché è necessaria l’emanazione di un regolamento che disciplini le modalità di svolgimento di una gara”.
UN OSTACOLO non certo insormontabile per la lobby del gioco. La Procura di Milano ha scoperto nell’inchiesta sui rapporti tra la concessionaria Bplus e la Bpm che le norme sulle slot di ultima generazione erano state scritte da un consulente di Bplus e poi infilate da una manina ignota nel decreto. “L’introduzione del poker dal vivo”, spiega preoccupato il direttore Aams Luigi Magistro, “pone peraltro una serie di problemi per quanto riguarda i controlli sulla regolarità del gioco e per la prevenzione di eventuali fenomeni di riciclaggio che ne avevano consigliato il rinvio. Finora si giocava al poker con le macchine. Con il poker live”, aggiunge Magistro, “si mettono intorno a un tavolo i giocatori in carne ed ossa e i problemi aumentano”. Il tutto per garantire allo Stato un prelievo, previsto dalla legge, del 4,5 per cento sulle giocate. Mentre non è ancora stabilito quanto resterà in tasca al banco, cioè ai concessionari che gestiranno le sale. Come se non bastasse il regalo del poker, sempre nella legge di Stabilità, è stato previsto che slitta al 30 giugno l’entrata in vigore delle norme che ponevano limiti alle società sulla pubblicità del gioco e slittano anche quelle anti-ludopatia. Unica novità sgradita ai concessionari del gioco rimasta è l’aumento dell’aliquota sulle giocate delle nuove slot di ultima generazione dal 4 al 5 per cento.
GIRO D’AFFARI: 79,5 MILIARDI DI EURO –
IN ITALIA il gioco d’azzardo è la terza industria per fatturato. Secondo una stima dei Monopoli di Stato, aggiornata al 31 ottobre 2012, il giro d’affari ammonta a 79,5 miliardi di euro. Di questi 6,7 rappresentano le entrate erariali. Il resto, invece, corrisponde alla raccolta soldi dai giochi mangiasoldi (bingo, lotto, superenalotto, gratta e vinci, lotterie tradizionali, scommesse, slot machine, videolottery e giochi online). Nel Paese si contano 46 mila videolottery, 380 mila slot machine e 4700 sale dedicate, di cui quasi 300 mila distribuite tra Roma e provincia. E la Lombardia è la regione dove si spende di più. L’Italia, si legge sull’ultimo rapporto di Libera, è al primo posto in Europa e al terzo nel mondo tra i Paesi che giocano di più.
800 MILA PERSONE GIOCO –DIPENDENTI –
SECONDO uno studio del Cnr, riferito al 2011, a giocare d’azzardo sono soprattutto gli uomini (il 58,9 per cento), più interessati al videopoker e alle scommesse. Ma l’abitudine sta crescendo sempre di più anche tra le donne, in tutto 7,5 milioni, cioè il 38,3 per cento. Nel 2007 erano solo il 29 per cento. L’utente femminile invece preferisce bingo e gratta e vinci. Dal piacere alla dipendenza il passo è corto. In Italia le persone gioco-dipendenti sono 800 mila. Di questi, la metà sono donne. Mentre i giocatori a rischio di sviluppare la patologia sfiorano i due milioni (di cui 800 mila sono donne). L’ultimo decreto sulla sanità, firmato dal ministro Balduzzi, introduce la ludopatia nei Lea (livelli essenziali di assistenza). Peccato però che non sia stato ancora previsto nessun fondo di finanziamento.