Antonia Jacchia, Corriere della Sera 20/12/2012, 20 dicembre 2012
ECCO I MAGNIFICI 10 DEL LUSSO. MEDIOBANCA: RICAVI E UTILI RECORD —
Solide dal punto di vista patrimoniale, in crescita nonostante la crisi dei consumi, riconosciute nel mondo. Le aziende italiane della moda sono imbattibili e negli anni hanno consolidato un primato indiscusso a livello globale. È difficile trovare un dato negativo nell’Annuario R&S di Mediobanca (che raccoglie i dati 2011 dei 10 maggiori gruppi italiani della moda): mercato in crescita del 10% (stimato in poco meno di 200 miliardi), meno nell’abbigliamento (+8%), a doppia cifra nell’hard luxury (+18%, accessori, gioielli, orologi); vendite aumentate del 10,1%, margini industriali del 21,9%, risultato netto del 25,4%. Con i dovuti distinguo: se Zegna, Ferragamo, Prada, Tod’s e Armani hanno realizzato incrementi a doppia cifra sia del margine sia del fatturato, D&G e Benetton sono in flessione, mentre Miroglio nel 2011 ha riportato un margine industriale negativo. E anche il futuro sembra roseo, con attese di crescita a un ritmo (in media) del 7% l’anno e con aspettative ancora maggiori per gli accessori.
E non c’è dollaro che tenga (il 2011 ha visto un rafforzamento dell’euro sul biglietto verde del 4,9%): a tirare le vendite sono i mercati lontani. Per lo sviluppo le maison del made in Italy guardano alla crescita dei ricchi in Asia, ex Unione Sovietica e Sud America dove lo stile italiano è sinonimo di status symbol. Zegna (25,9%) e Ferragamo (24,3%) i più cosmopoliti mentre mantengono un focus più europeo Benetton (79%), Max Mara (72%), Miroglio e Tod’s (70,6%). Se il fatturato nel Vecchio Continente è cresciuto del 4,5% sul 2010 quello del resto del mondo ha segnato +17,5%.
Positiva la performance anche dei primi nove mesi del 2012 (pur limitata ai tre gruppi quotati): fatturato in crescita del 25,3% (+16,6% in Europa, +32,1% altrove), margini industriali del 35,6%. Risultati in questo caso favoriti dall’indebolimento dell’euro sul dollaro (-8,9%).
Antonia Jacchia