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 2012  dicembre 20 Giovedì calendario

UN’ALTRA OPERAZIONE A STELLE E STRISCE DAVVERO CI CONVIENE?

Siamo sicuri che Ge Aviation sia la mano più adatta a guidare l’Avio nei prossimi 20 anni? Ge Aviation è una società del gruppo General Electric. Ma la cosa non deve impressionare. Né vale citare la buona riuscita del Nuovo Pignone in mano a General Electric per la semplice ragione che l’azienda fiorentina, salvata dall’Eni di Mattei su preghiera del sindaco La Pira, era già ottima e copriva un settore nel quale la conglomerata americana aveva poco. Il Nuovo Pignone fu la prima impresa manifatturiera italiana a essere privatizzata negli anni Novanta, perché era già in perfetto ordine e il governo Ciampi voleva dare un segno alla City e a Wall Street. Non vi era una ragione industriale specifica. General Electric non fa beneficienza. Il suo antico leader, Jack Welch, era un padreterno. Gli epigoni sono normali. In Italia, il braccio finanziario di Ge possiede Interbanca: una delle banche più lontane dalle aziende in temporanea difficoltà come dimostrano le ristrutturazioni dei debiti bancari di Italtel, Rdb e altre società. Ora Ge Aviation sta per chiudere l’acquisto dell’Avio. L’azionista di maggioranza di Avio, il fondo di private equity britannico Cinven, può anche costringere a vendere anche il socio di minoranza, la Finmeccanica. Ma non può costringere il governo Monti, che potrebbe bloccare l’operazione usando la golden share, a rinunciare alle proprie responsabilità. Ge è influente in Italia. Il suo capo europeo, il cavaliere del lavoro Ferdinando Beccalli-Falco, secondo il suo stesso curriculum è un «International Advisor» dell’Università Bocconi. È singolare che Roma abbia scoraggiato i francesi di Safran e poi abbia steso — questo scrivono i giornali — un tappeto rosso per gli americani. E poi, come e perché è stata indebolita la terza offerta, targata dai fondi Cvc e Clessidra e dal Fondo strategico italiano? Far balenare quale omaggio al tricolore la cessione del settore spazio di Avio, circa 300 milioni di ricavi su 2 miliardi, a soggetti italiani non dimostra lungimiranza industriale, quando invece l’Avio tutta intera potrebbe diventare il capofila dell’avionica italiana. Pare piuttosto un modo per sgravare l’acquirente americano della parte di Avio che non interessa. Ge Aviation è uno dei tre grandi clienti di Avio. Sta dunque per comprarsi il fornitore. Siamo sicuri che Avio riscuoterà ancora la stessa fiducia dagli altri suoi due grandi clienti, Rolls Royce e Pratt &Whitney, che di Ge sono acerrimi rivali?
Massimo Mucchetti