Mario Pappagallo, Corriere della Sera 20/12/2012, 20 dicembre 2012
LA BANCA DEI DENTINI DA LATTE. UN BUSINESS?
Quando cade un dentino da latte, la tradizione vuole che una fatina ricompensi il bambino. Prima di addormentarsi lo si mette sotto un bicchiere o sotto il cuscino e la mattina dopo il dentino caduto non c’è più e al suo posto si trova una piccola mancia. Un euro o più in base alla disponibilità della fatina. Ma oggi in Italia viene da poco proposta una nuova strada. In qualche studio pediatrico già si trovano volantini che, dopo un corso gratuito, promuovono la conservazione di questi dentini. La loro polpa sarebbe, è la promessa, una fonte di cellule staminali mesenchimali di qualità da conservare congelate per un loro uso futuro. Da parte dello stesso bambino quando è adulto e può avere bisogno — non si sa mai — di un osso o di un muscolo da rigenerare o da ricostruire. Di cellule da sostituire. Il tutto è partito negli Stati Uniti, dove ha sede la banca Bioiden, per allargarsi poi in Europa (Gran Bretagna) e allargarsi ora all’Italia. Garanzie? Per ora nessuna, soprattutto sul fatto che siano utilizzabili dopo anni di congelamento. Ma la scienza va avanti — dicono i «piazzisti» italiani della banca in una video-inchiesta (a telecamera nascosta) dell’Adnkronos —, perché non confidare. Già, perché non confidare? Perché di scientifico, sulla quantità di staminali recuperabili e sulla loro vitalità dopo anni di congelamento, c’è poco o nulla. Di più se ne sa di quelle del cordone ombelicale o del liquido amniotico. «Diverso sarebbe il discorso se si parlasse dei germi dei denti da latte, ma quelli non si possono prelevare», commenta l’odontoiatra-ortodonzista milanese Maria Rosa Gobbi, per 17 anni responsabile di un centro pediatrico (Principessa Jolanda). «Nella polpa del dentino che cade la quantità di staminali è molto ridotta», spiega la Gobbi. Ecco allora che l’unica promessa è il business della banca texana: 1.200 euro per il trattamento del dentino da preservare (con apposito kit a casa per spedizione), più 100 euro all’anno per la conservazione in banca. Con pacchetto sconto di circa 2.000 euro per dieci anni e di 2.800 per vent’anni. I dentini da latte quindi potrebbero anche essere una miniera di staminali da utilizzare in futuro per riparare organi e tessuti danneggiati da incidenti o malattie. Al momento, però, sembrano più essere una miniera d’oro per chi le conserva.
Mario Pappagallo