Giulia Zonca, la Stampa 20/12/2012, 20 dicembre 2012
LE CERTEZZE DI CAROLINA “MAI VOLUTO SMETTERE E STO ANCORA CON ALEX”
Prima uscita e prima vittoria, Carolina Kostner mantiene il percorso netto del 2012: solo successi nonostante un’estate da dimenticare con il fidanzato dentro un caso di doping diventato centro dell’Olimpiade italiana. Lei, quella che una volta cadeva sul più bello, resta solida. Un trionfo al debutto nella gara di Zagabria e da domani i campionati italiani.
È passata la voglia di smettere?
«Non credo di averci mai pensato seriamente. Volevo la possibilità di scegliere. Ci poteva stare, dopo tanti anni e un Mondiale vinto, ma ho deciso d’istinto in una sera di luglio. Non per la gloria, magari non ne arriverà più, però il mio fisico ha ancora voglia di pattinare. Ne sono certa».
È stata un’illuminazione o il frutto di tanti ripensamenti?
«Mi sono arresa alla realtà. Il mio tecnico parlava dei nuovi programmi, di date e appuntamenti e più io dicevo “non so ancora se ci sarò” e meno mi dava retta. Forse era chiaro che non fossi pronta a cambiare lavoro».
Ha iniziato più tardi la stagione. Le mancava il ghiaccio?
«Mi sono goduta un periodo di tranquillità poi mi sono ficcata in un programma complicatissimo e ora mi chiedo perché».
Cosa ha di difficile?
«Cresce di continuo, da un certo punto in poi non c’è più modo di rifiatare e alla fine della terza trottola dovrebbe esserci la grande esplosione. Al momento, lì sono senza forze»
Bolero, opera classica, un totem. Da campionessa Mondiale voleva scatenarsi di più?
«La musica è classica ma l’interpretazione molto moderna e continuo una strada presa l’anno scorso con coreografie sperimentali. Una base di storia a me serve, mi ci appoggio».
Periodo preferito?
«Fino a poco fa avrei detto il Rinascimento, il bello, le armonie perfette ma ho imparato a farmi contaminare. Se hai i fondamentali puoi inventarci sopra quello che vuoi purché resti autentico. È quello che faccio in pista: tante strade diverse ma dentro sempre io. So che non sono quella con la mente più fredda, quindi devo avere programmi dove esista la possibilità di riscatto. Che stupiscano».
Per questo anche stavolta si disegnerà i costumi?
«Sì, per metterci altri dettagli personali, vorrei un taglio da farfalla, sempre luccicante».
Altri brillantini dopo la tuta da pantera?
«Sono anche un trucco: se stai in fondo a una pista di 60 metri con gli Swarovski ti si vede meglio».
L’oro Mondiale l’ha cambiata?
«Ha reso più forte il mio messaggio: nello sport si può sbagliare, forse si deve. Non è tutto immediato, ai ragazzi dico che va allenata la pazienza, che a 15 anni si può essere fenomeni ma non ci si può sentire fenomeni perché la strada è lunga. Ai campioni serve tempo e spesso in Italia insegnano il contrario».
Si è mai sentita fenomeno?
«No. Dopo quest’autunno di pausa sono ripartita da Zagabria con mille dubbi e prima di iniziare avevo tremila paranoie e ho chiesto al mio allenatore: mi metto lo smalto o no? Come una ragazzina».
Lo ha messo alla fine?
«No, certi dettagli vanno aggiunti quando sei padrona del programma».
È ancora la fidanzata di Alex Schwazer?
«Sì stiamo insieme, anche se in molti non se lo aspettavano ma non ho altro da dire sulla mia vita di coppia perché è già stata fin troppo al centro dell’interesse altrui e dopo questo caos ho deciso di difenderla».
Schwazer si è iscritto all’università. Felice della nuova strada?
«Deve essere felice lui, io lo appoggio ma non mi interessa cosa fa. L’importante è che sia soddisfatto delle scelte».
E la sua università come va?
«Avrei voluto dare qualche esame in più, ma al Dams di Torino sto benissimo».
Le chiedono gli autografi?
«Non mi riconosce nessuno e sono io che chiedo aiuto in giro perché di solito ne ho bisogno. Temevo che i professori si lasciassero condizionare dal fatto che faccio altro nella vita invece solo esperienze positive».