Marta Sacchi, Men’sHealth Dicembre 2012, 20 dicembre 2012
SESSO IN UFFICIO
[Regole per principianti e per esperti] –
Erano passate solo due settimane dal momento dell’assunzione e Alice era già finita a letto con Alex. I loro colleghi avevano notato subito che i due si fermavano un po’ troppo spesso a lavorare fino a tardi...
Lei aveva 26 anni, lui 48 e ben presto la loro relazione diventò il principale argomento di conversazione in azienda. Dopo qualche settimana la storia fini addirittura sulle pagine di un giornale locale. L’articolo era intitolato "Molto scandaloso", non solo perché Alex era sposato. Ma soprattutto perché era il capo di Alice. Succedeva a Buffalo, negli Stati Uniti nel 1893, centoventi anni fa. A dimostrazione del fatto che in azienda queste cose sono sempre avvenute...
Benvenuto nel mondo del sesso in ufficio. Ciò che scandalizzava nell’800 ormai sembra poca cosa: secondo un’indagine del sito di CareerBuilder condotta su italiani di età compresa tra 18 e 70 anni, il 35% degli intervistati è uscito con un/una collega almeno una volta nell’anno precedente, e il 38% delle donne lo ha fatto col proprio capo. La rivoluzione sessuale degli anni ’60, insieme con una forza lavoro femminile che è quasi quadruplicata nella seconda metà del ’900, è alla base del fenomeno. Uomini e donne si sono trovati gomito a gomito in ufficio, proprio mentre andava svanendo la disapprovazione sociale per i comportamenti disinibiti. Contemporaneamente l’età del matrimonio si alzava: oggi è di 33 anni per gli uomini e di 30 per le donne, sei in più rispetto al 1975. Risultato? I posti di lavoro sono pieni di giovani single dediti al dating seriale e alla sperimentazione sessuale. E perché mai non dovrebbero farlo anche nei locali dell’azienda, magari innamorandosi e trovando un partner per la vita? «L’ambiente di lavoro è un terreno di coltura perfetto per la formazione delle coppie», osserva la psicologa Laura Rivolta. «Le esperienze che si condividono quotidianamente costituiscono un potente collante tra i colleghi». Il problema è che non sempre le aziende approvano.
Quando la storia tra Alex e Alice venne alla luce, lui fu sospeso e lei costretta a dimettersi - conseguenze prevedibili all’epoca: poche donne lavora- vano negli uffici, allora, e quelle poche erano considerate non indispensabili. Ma già alla fine del secolo scorso i datori di lavoro avevano imparato a essere un po’ più equi e soprattutto a temere le conseguenze legali della discriminazione. Il risultato fu che a essere licenziati spesso erano spesso entrambi gli amanti. Oggi le storie tra colleghi sono ormai viste quasi ovunque come una conseguenza inevitabile della vita d’ufficio: i dirigenti sono disposti a chiudere un occhio, almeno finché la liason non ha un impatto negativo sulla produttività (su quella aziendale...) dei due dipendenti. E questa è una fortuna per te, perché a ben vedere non esiste probabilmente un posto migliore di quello dove lavori per trovare e agganciare la donna che cerchi. Tanto per cominciare, il gioco della seduzione si innesca più facilmente a una presentazione in sala riunioni che al bancone di un bar. Poi considera che l’ufficio è il luogo dove ti presenti al tuo meglio. AI lavoro si evidenziano la tua capacità di portare a casa uno stipendio, la tua intelligenza e anche la tua ambizione, tutte caratteristiche universalmente ricercate dalle donne. Secondo uno studio condotto dall’Università del Texas di Austin su 37 comunità, dai villaggi dell’Africa sub-sahariana alle città statunitensi ed europee, infatti, le donne di tutto il mondo, indipendentemente dal loro ambiente e dalla cultura, cercano negli uomini potere e successo. Quando giochi coi cuccioli e i bambini ai giardinetti, le donne ti possono trovare tenero e simpatico, ma non sexy come puoi apparire sul lavoro. Quanto alle donne, non sono mai state così accessibili come adesso.
Lavorare con una donna ti consente di osservarla e capirla meglio che in molte altre situazioni. Lei ti mette a disposizione informazioni che altrimenti ti sfuggirebbero: magari chiama la mamma sei volte al giorno, o le pareti del suo cubicolo testimoniano una passione ossessiva per i gattini. Non solo: potrai vedere come si comporta sotto stress, come organizza il suo tempo e come risolve i conflitti interpersonali. Cose che di solito scopri solo a prezzo di un affitto condiviso o di un anello di fidanzamento. Prima di buttarti a capofitto in una storia con una collega, però, ripassa le leggi che governano il mondo del sesso tra le scrivanie. Molti tuoi simili le imparano dai loro errori, affrontando umiliazioni e anche licenziamenti. Tu hai la fortuna di trovarle qui, nero su bianco: fanne buon uso.
REGOLA N. 1
Rilassati: è un’attività consentita nel 95% delle aziende italiane
Quando Gabriele (nome fittizio, come gli altri nell’articolo) ha conosciuto Alessandra, aveva 23 anni ed era appena arrivato in azienda. Lei era sulla soglia dei 30, bionda, tubino nero, occhiali firmati e severi. Per lui è stato un colpo di fulmine. Lei era il suo capo. Cose che succedono, ma poche aziende hanno una politica precisa sulle relazioni tra colleghi: secondo la società di ricerca di personale qualificato Robert Half Executive Research, soltanto il 5% delle aziende italiane vieta ai propri dipendenti rapporti che non siano di natura puramente professionale.
REGOLA N. 2
Non flirtare con due colleghe contemporaneamente (o, almeno, non farti beccare)
Per Gabriele, quello è stato l’inizio di una travagliata storia d’amore. Per Alessandra, un errore da abuso di alcol. Questo scollamento sarebbe stato comunque difficile da affrontare, ma quando la donna con cui hai diviso il letto te la ritrovi in ufficio la mattina dopo e quella dopo ancora, ti senti come un naufrago sull’isola delle Storie Impossibili. È successo anche a Max, 23 anni, e Luisa, 27. Non ci è voluto molto perché passassero dalle chiacchiere alla macchinetta del caffè alla birra nel pub sotto l’ufficio, fino a frugarsi sotto i vestiti nascosti nella sala riunioni. Ma quando Luisa si è sentita pronta a impegnarsi davvero con Max, per lui era arrivato il momento di chiudere. Ciò che è successo in seguito è un esempio di come si sviluppano molte storie da ufficio fallimentari: uno dei due passa oltre, l’altro rimugina. Luisa guardava Max flirtare con le colleghe e si macerava nel rimpianto e nella gelosia. Per fortuna di Max, lo faceva in silenzio, ma non sempre va così. Un rifiuto può avere effetti devastanti su certe persone. Quanto devastanti? «Secondo gli ultimi studi», riferisce la dottoressa Rivolta, «un cuore infranto attivale stesse aree cerebrali stimolate dalla dipendenza dalla droga e dal dolore fisico». Fatti un’idea. Digerire l’abbandono da parte di un collega è come liberarsi della dipendenza dalla cocaina convivendo con il pusher. C’è un solo modo sicuro per uscirne: «Devi allontanarti dalla tua droga personale», spiega la psicologa. «Finché la vedi passare davanti alla tua scrivania tutti i giorni, non pensare a lei sarà umanamente impossibile».
REGOLA N. 3
Condividi la "exit strategy" fin dal primo appuntamento
Non è per essere pessimisti, ma anche se la storia sembra promettente, devi considerare che, per le statistiche, oltre il 60% delle nuove relazioni non supera il primo anno. Considerato questo, può essere ragionevole (e realista) discutere di come affrontare un’eventuale rottura quando ancora siete agli inizi e andate d’amore e d’accordo. Per una ricerca della Fairfield University, sono state intervistate 100 donne manager sull’argomento dell’amore in ufficio: quelle che avevano patito meno la fine di una relazione con un collega, è risultato, ne avevano discusso sin dal primo appuntamento. Hai letto bene: il primo appuntamento. Se tenti di recuperare la situazione quando le emozioni negative sono già entrate in gioco, arrivi in ritardo. E poiché la tua ex ragazza non diventa una ex collega, l’ultima cosa che vuoi è vedertela intorno con gli occhi rossi e l’aria implorante. Quindi fidati: è meglio parlarne prima. Nel caso di Gabriele e Alessandra, tutto è andato male ancor prima di iniziare. Lei sperava rimanessero amici. Lui voleva tutto o nulla. In circostanze normali, un ragazzo può non arrendersi. In ufficio, l’insistenza può diventare molesta e tradursi in un richiamo ufficiale. In breve: morditi la lingua. Ed è quello che ha fatto Gabriele, letteralmente. Per un po’ non le ha più parlato. In un certo senso, quei due sono stati fortunati. Proprio nel periodo della loro crisi, un’altra coppia di colleghi ha dato una dimostrazione di come non era il caso di comportarsi. Questa coppia continuava a rompere e riconciliarsi sotto gli occhi di tutti, tra alti e bassi di umore. «La loro relazione era qualcosa di ridicolo», ricorda Gabriele, «e con il tempo è diventata un problema per tutti». Perché il fatto è questo: una volta che hai dato sfogo ai tuoi drammi sentimentali nell’ambiente lavorativo, non puoi mai sapere cosa innescherà il prossimo dramma. Per quanto tu possa credere di poterti mantenere distaccato, prova a essere educato con la persona che, solo poche ore prima, ti ha dato del bastardo egoista...
REGOLA N. 4
Non parlare alla scrivania di quello che fai a letto
Per evitare di finire sotto i riflettori aziendali, prima di tutto lascia a casa la tua telenovela - in ufficio, niente discorsi sulla vostra relazione. «Questo vi aiuterà a separare le cose anche nel caso di una crisi», osserva la dottoressa Rivolta. «Se vi abituate a non sfogare i vostri sentimenti sul posto di lavoro, vi verrà naturale evitarlo in ogni frangente». Prendi esempio da Riccardo e Nina, 26 e 25 anni, colleghi in uno studio legale. Quando si sono innamorati l’uno dell’altra, Riccardo ha preso consapevolmente la decisione di comportarsi in maniera rigidamente professionale con Nina, anche più che con gli altri colleghi. «Eravamo molto formali nei nostri rapporti», racconta lui. «E pensare che istintivamente io sono un tipo molto amichevole...». C’è un altro buon motivo per mantenere le distanze in ufficio: «È naturale e umana la tentazione di passare tutto il tempo "libero" insieme all’oggetto del tuo amore», spiega Laura Rivolta, «ma concentrarti così su una sola persona incide negativamente sui rapporti con gli altri colleghi, che se ne accorgono e si sentono messi da parte. Questo genera scontento e, a volte, rancore. Non è come trascurare gli amici per uscire con la tua ragazza: queste persone possono dire la loro quando si tratta della tua carriera».
REGOLA N. 5
Non ti illudere: lo sanno tutti
Gabriele e Alessandra non si sono parlati per settimane. Prima che la tensione divenisse insopportabile, hanno deciso di incontrarsi fuori dall’ufficio. Così si è scoperto che Alessandra, avendo avuto il tempo per pensarci, aveva capito di voler stare con Gabriele. Hanno preso a uscire insieme, ma non volevano che, almeno all’inizio, i colleghi lo sapessero. Secondo la stessa indagine di CareerBuilder citata all’inizio, il 37% delle persone con una storia sul lavoro afferma di tenerla segreta. Ma è davvero così? Voi forse siete convinti di essere imperscrutabili e freddi, ma i vostri colleghi rilevano ogni minimo segnale di intimità, che sia uno sfioramento "casuale" nell’ingresso o un contatto appena troppo lungo tra gli sguardi da un lato all’altro della sala conferenze. E se non siete voi a rivelarvi, può essere la sfortuna a farlo. Una mattina, mentre Gabriele e Alessandra scendevano insieme dal treno di pendolari che lei prendeva tutti i giorni, hanno incontrato il capo del personale, che si è stupito sapendo che Gabriele abitava in città. Lui ha spiegato che era stato dal dentista. Ma erano le 8 del mattino: dallo sguardo del manager, era chiaro che non era convinto. Quando gli altri hanno dei sospetti, è meglio confessare. «Il modo in cui i colleghi scoprono la relazione può influenzare la loro opinione su di voi», avverte la dottoressa Rivolta. «La reazione è sicuramente più favorevole se gliene parlate apertamente, piuttosto che se vi trovano nel garage mentre vi baciate».
REGOLA N. 6
Sarebbe meglio non farlo sulla fotocopiatrice
Secondo un sondaggio online su 35 mila donne, il 20% delle intervistate aveva fatto sesso in ufficio, e più specificamente in posti improbabili come su uno scheda- rio, nella sala conferenze, nell’ascensore, in un magazzino, sulla scrivania del capo o, appunto, sulla fotocopiatrice. Quasi tutte le relazioni hanno una fase in cui sembra impossibile non mettersi continuamente le mani addosso - ma non è davvero impossibile e, se si lavora nello stesso posto, bisogna resistere. Anzitutto perché in ogni azienda ci sono la collega appena divorziata o il dirigente che non vede una donna da sei mesi, e scoprirvi mentre vi strusciate metterebbe a dura prova i loro nervi. Ma la tolleranza è scarsa in generale: secondo la Society for Human Resource Management, più del 50% degli impiegati è infastidito dalle manifestazioni d’affetto in ufficio e pensa che andrebbero esplicitamente vietate.
REGOLA N. 7
Proteggi la tua reputazione
Se pensi che passare per il Casanova del tuo ufficio sia gratificante, non conosci le donne - le tue colleghe, in particolare. «Per loro è sufficiente il sospetto che tu sia un donnaiolo», spiega la psicologa. «Ti giochi la loro benevolenza». Come se questo non bastasse, soffi sul fuoco del gossip, che può avere un impatto imprevisto sulla tua carriera: «Chi è oggetto dei bisbigli dei colleghi», aggiunge l’esperta, «diventa protagonista del gossip anche durante gli incontri di lavoro formali. Pensaci bene prima di esporti al rischio, perché è molto difficile togliersi di dosso un’etichetta del genere, una volta che te l’hanno attaccata». D’altra parte, del 70% degli italiani che almeno una volta nella vita ha avuto una storia con un collega (ancora secondo Robert Half Executive Kesearch), un quarto ha finito per fidanzarsi o sposarsi con un compagno di lavoro. Ricordi Gabriele e Alessandra? La prima volta che lui si è svegliato nel letto di lei non sembrava che la cosa avrebbe avuto facilmente un seguito. Invece adesso, a distanza di 10 anni, si svegliano nello stesso letto tutte le mattine. E non sono i soli - guarda Bill Gates e sua moglie, per esempio... Insomma, può funzionare benissimo. Soprattutto se si sa come fare.