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 2012  dicembre 19 Mercoledì calendario

«Macché miserabile ho versato al fisco 145 milioni di euro» - Pubblichiamo la lettera aperta inviata dall’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault- il primo mi­nistro francese che l’ave­va definito «miserabile» ­e apparsa sul Journal du Dimanche

«Macché miserabile ho versato al fisco 145 milioni di euro» - Pubblichiamo la lettera aperta inviata dall’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault- il primo mi­nistro francese che l’ave­va definito «miserabile» ­e apparsa sul Journal du Dimanche . *** Miserabile, lei ha detto «miserabile»? Co­m’è miserabile. So­no nato nel 1948, ho comincia­to a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come arti­sta drammatico. Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsia­si governo. In nessun momen­to non ho ottemperato ai miei doveri. I film storici che ho interpre­tato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia. Personaggi più illustri di me sono stati esi­liati o hanno abbandonato il nostro Paese. Sfortunatame­n­te non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozio­ni! Parto, perché considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differen­za, debbano essere sanziona­ti. Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettar­mi. Tutti coloro che hanno la­sciato la Francia, non sono sta­ti insultati come il sottoscrit­to. Non devo giustificare le ra­gioni della mia scelta, che so­no tante e intime. Parto dopo aver pagato, nel 2012,l’85%di imposte sul red­dito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo reste­rà. Vi restituisco il mio passa­porto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito. Non abbiamo più la stessa patria, io sono un ve­ro europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre. Trovo miserabile l’accani­ment­o della giustizia nei con­fronti di mio figlio Guillaume, giudicato da giudici che l’han­no condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroi­na, quando molti altri veniva­no risparmiati per reati ben più gravi. Non condanno tutti quelli che hanno il colestero­lo alto, la pressione alta, il dia­bete, quelli che bevono trop­po alcol o che si addormenta­no sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripete­re. Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 milioni di euro di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che so­no­state create per loro e gesti­te da loro. Non sono qui per lamentar­mi, né per vantarmi, ma rifiu­to il termine «miserabile». Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo ministro del si­gnor Hollande, vi chiedo, chi siete voi? Malgrado i miei ec­cessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un es­sere libero, signore, e non vo­glio essere maleducato.