Varie, 20 dicembre 2012
Numero tredici per Sette – Tredici. Numero naturale. In latino “tredecim”, in greco “treiskaideka”
Numero tredici per Sette – Tredici. Numero naturale. In latino “tredecim”, in greco “treiskaideka”. Proprietà matematiche del tredici: è il sesto numero primo, è il settimo numero della successione di Fibonacci, è un numero quadrato centrato, è un numero stellato, è un numero idoneo, è un numero felice, è un numero fortunato, è un numero di Ulam, è un primo permutabile con 31, è la somma di due quadrati (13=2 al quadrato+3 al quadrato). Nella geometria sacra simboleggia l’eterna distruzione e creazione della vita. Inoltre: 13 settimane fanno 91 giorni solari, che è il numero di giorni di una stagione. Numero che si ottiene anche sommando i primi 13 numeri (1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11+12+13=91). Nella Smorfia, il tredici corrisponde a Sant’Antonio. In ogni mazzo francese ci sono tredici carte per ciascun seme. Tredici è numero atomico dell’alluminio. La paura del tredici si chiama “triscaidecafobia”. Il tredici rompe la perfezione del dodici, numero sacro secondo le conoscenze assiro-babilonesi. Infatti un insieme di dodici elementi si può dividere in parti uguali. Il tredicesimo che si aggiunge porta caos e rende impossibili una ripartizione equa. Lo storico greco Diodoro Siculo (I secolo a. C.) racconta che Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da una sua guardia del corpo perché aveva aggiunto la propria statua a quella delle dodici divinità dell’Olimpo. (focus.it) Naturalmente l’opinione comune negativa sul tredici deriva anche dai Vangeli: Giuda nell’ultima cena fu il tredicesimo a sedersi a tavola. Tredici negativo anche perché il 13 ottobre 1307 Filippo IV di Francia, detto “il Bello”, fece arrestare tutti e 546 i cavalieri Templari. Nei tarocchi il numero tredici è associato alla carta della Morte. Altre cose capitate il giorno 13: il 13 ottobre 1792 a Washington posata la prima pietra della Casa Bianca; il 13 ottobre 1972 incidente aereo sulle Ande (i sopravvissuti a un certo punto cominciarono a cibarsi dei morti). In Cina, Giappone e Corea il tredici è un numero fortunato, perché la parola “tre” è simile nella pronuncia alla parola “vivi”. In Cina porta sfortuna il quattro, che ha una pronuncia simile a “morte”. È evitato nei numeri di telefono, nelle date di matrimonio e negli indirizzi di casa. Molto spesso nelle case il piano numero quattro non esiste: al suo posto di mette un piano 3B o 5A. Negli Stati Uniti tredici è sinonimo di sventura, soprattutto se associato al venerdì (esiste una fobia del venerdì tredici che si chiama paraskevidekatriaphobia). Non esiste quasi mai il tredicesimo piano di un edificio (si sostituisce con 12B o 14). Lo stesso avviene per la numerazione dei sedili di un aereo o per i numeri civici, per le camere d’albergo, per i tavoli al ristorante eccetera. Nel 1881, un gruppo di tredici newyorkesi, messi insieme dal capitano William Fowler, decisero di porre fine alla superstizione del tredici creando un club (chiamato Thirteen Club). Per la prima volta si trovarono venerdì 13 gennaio 1881 alle 20.13, per cenare nella stanza n.13 del locale. Per entrare nella sala passarono sotto una scala e si sedettero accanto a del sale fatto cadere da una saliera. Nessuno di loro morì. Tra i vari membri, addirittura cinque diventarono presidenti degli Stati Uniti: Chester Arthur, Grover Cleveland, Benjamin Harrison, William McKinley e Theodore Roosevelt. La bandiera statunitense ha tredici strisce in onore delle prime tredici colonie che si federarono. Il tredici ricorre sulla banconota da un dollaro: è il numero delle frecce che l’aquila tiene negli artigli della zampa a destra, delle foglie del ramo nella zampa sinistra, delle strisce dello scudo centrale che coprono il corpo, delle stelle sopra la testa dell’aquila, dei gradini della piramide; della somma delle lettere nella scritta «E Pluribus Unum», della somma delle lettere nella scritta «Annuit Coeptis». L’Apollo 13 fu lanciato alle 13 e 13 (ora locale del Texas) del giorno 11 aprile 1970 (1+1+4+7+0=13), dal complesso 39 (tre volte tredici). La somma delle lettere dei nomi dell’equipaggio (James, John e Fred) dava 13. Il 13 aprile esplose il serbatoio dell’ossigeno. (npr.org) Da 36 anni il numero 13 non compare su nessuna auto della Formula 1. Il primo a usarlo fu nel 1953 il pilota tedesco Mauritz Von Strachwitz che decise di utilizzarlo nel Gp di Germania: non corse perché squalificato. Nel 1963 ci provò il messicano Moises Solana, che non riuscì nemmeno a tagliare il traguardo. (Panorama-Auto.it) Stan Jefferson prese il nome d’arte di Stan Laurel per non avere tredici lettere. Gianfranco Vissani non ammette di essere in tredici a tavola (una volta fece sedere un cameriere per evitare la cosa).