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 2012  dicembre 19 Mercoledì calendario

LA RUSSA: CON ME GIA’ TRENTA PARLAMENTARI —

(L’uscita ufficiale dal Pdl sembra aver restituito a Ignazio La Russa tutta la grinta e, a tratti, l’ironia tagliente di un tempo. Sentite).
La sua nuova formazione politica si chiama Centrodestra nazionale: può dirci, con esattezza, quale sarà la vostra rotta?
«Noi vogliamo gettare in Parlamento il seme per un nuovo centrodestra e...».
Questo è politichese.
«Allora, guardi: noi abbiamo acceso i motori e abbiamo detto che partiremo. Prima di partire e di scegliere il nome definitivo, però, stiamo verificando se esistono convergenze con altri soggetti».
E con uno in particolare.
«Beh, con il movimento "Senza paura" di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, proprio in queste ore, stiamo cercando di capire se è possibile unirci...».
State trattando.
«Usi pure questo concetto, se le piace... Il loro percorso è autonomo e separato, ma certo sarebbe interessante trovare il modo di camminare insieme verso lo stesso orizzonte».
Il problema, dicono, è la Meloni: che chiede d’essere nominata segretaria del nuovo partito.
«No... Con Giorgia, che considero una sorella minore, non abbiamo parlato di incarichi tradizionali, abbiamo discusso di idee e valori. E siamo d’accordo su tre punti: mai più con la sinistra, mai più governi tecnici, mai un Monti-bis. Poi... Poi è chiaro che io voglio ritagliarmi uno spazio di esperienza per motivare i giovani, e Giorgia, ovviamente, può ambire a qualsiasi ruolo».
Lei, onorevole, ha detto che questo Centrodestra nazionale, apparentandosi con il Pdl, ambisce a conquistare almeno il 4%.
«Guardi, a Mannheimer è stato commissionato un sondaggio: e lui, senza Alemanno, senza Matteoli e senza Storace, ci dà un 4% "certo" e un 14% "potenziale".
Incredibile.
«Il 14%?».
No: con il rispetto dovuto, sembra tanto anche il 4%, sebbene il sondaggio preveda la presenza della Meloni e di Gasparri.
«Premesso che il 4%, comunque, ce lo dovremmo sudare... Ricordo che già oggi contiamo su una trentina di parlamentari, su molti consiglieri provinciali e tantissimi amministratori entusiasti».
Il suo caro amico Gasparri, tanto entusiasta, però, non sembra: come le ha motivato la decisione di restare nel Pdl?
«Premesso che Maurizio è un fratello vero... La moglie Amina, per dire, che a Milano collaborava con me a Radio University, gliela presentai io... E poi vacanze, feste, una vita insieme... Premesso questo, Maurizio ritiene di avere, tra l’altro, il dovere etico di restare nel Pdl, essendo stato il capogruppo di tutti i senatori. Una scelta che rispetto».
E Storace?
«Eh... Prima è giusto verificare la consistenza di questo nuovo soggetto politico con chi proviene dal Pdl».
Ieri, a «Repubblica», Storace ha detto che lei «è rimasto fascista, mentre Gasparri non lo è mai stato».
«Conoscendo Francesco, avrà voluto farmi un complimento... Del resto, ricordo che, negli anni Settanta, quando qualcuno mi urlava dietro "Fascista!", io gli rispondevo: "Piano con i complimenti!". Però, appunto, eravamo negli anni Settanta, e le categorie della politica sono cambiate».
Con Storace tratterà, con la Meloni spera di chiudere presto un accordo, Corsaro e la Beccalossi sono già convinti, Gasparri resta un suo carissimo amico, con Alemanno, Urso e Ronchi continua a parlare: non sente anche lei nell’aria una forte nostalgia di An?
«Beh, è chiaro che molti di noi, sì, restano uniti da valori comuni e da un percorso che ha avuto la politica intesa con la "P" maiuscola».
Mario Monti.
«Alla lista Monti non credo, e un Monti alla guida del centrodestra mi sembra pura fantascienza».
Berlusconi, a «Quinta Colonna», fa il 7% di ascolto: Benigni, su Rai1, il 43,94%.
«Paragone improponibile. Un conto è fare spettacolo, un conto è parlare di politica».
(Poi, a intervista conclusa, La Russa confessa: «Lunedì ero a cena fuori. Ma fossi stato a casa, anch’io mi sarei visto Benigni»).
Fabrizio Roncone