Roberto Giardina, ItaliaOggi 19/12/2012, 19 dicembre 2012
PARTITI TEDESCHI: SEDI IN COMUNE
La politica costa, anche in Germania. Ma la reazione degli addetti ai lavori è opposta. Da noi si sperpera, e non mi sembra che i promessi tagli siano avvenuti, se non di facciata. Mi hanno rimproverato, da Roma, di essere un populista quando scrissi che il ristorante del Bundestag è simile a una mensa aziendale, e i deputati si accontentano di würstel e patate.
Guadagnano la metà dei nostri e alcuni vivono in comuni, come i ragazzi del ’68, per dividersi l’affitto. E ora cominciano a convivere anche i partiti.
A Lichterfelde, quartiere di Berlino non proprio di lusso, cristianodemocratici e verdi socialdemocratici e Piraten, hanno aperto tutti insieme nella Celsiustrasse 62 una sede comune, un PolitLaden, come l’hanno chiamato, un negozio della politica, definizione volutamente sotto tono. Hanno trovato un negozio, vuoto da tempo, come molti altri nella zona, e l’hanno affittato, circa 150 euro a testa, spese comprese. Neanche quanto pagherebbe Herr Fiorito per una cenetta a Trastevere.
La metropoli ha accumulato 60 miliardi di debiti, più della Polonia o dell’Argentina: un cittadino su cinque vive grazie a misure sociali, e non è il caso di sperperare. Il 70% dei berlinesi è scontento del senato della città-stato. I quattro partiti non sono proprio simili, anche se Cdu e Spd guidano il comune in un’ennesima coalizione, ma riescono a spartirsi locali, orari ed eventuali clienti che decidano di entrare nella sede di gruppo. È come se da noi una Polverini coabitasse con Bersani, con Di Pietro e Beppe Grillo. Più un horror film per loro, che fantapolitica.
La sede a quattro si trova in una zona popolare, con palazzoni invecchiati costruiti negli anni 60. Gli abitanti, circa 6 mila, sono per metà immigrati, turchi, arabi, polacchi, russi, vietnamiti, e hanno diritto al voto per le consultazioni locali. Il tasso di povertà è doppio della media cittadina, come quello di disoccupazione. Molti vivono con l’Hartz IV, il sussidio sociale a cui tutti hanno diritto, abbiano lavorato o no, pari a 367 euro più l’abitazione, con tutte le spese connesse. Nonostante tutto, il quartiere conserva un certo decoro.
Il venerdì dalle 12 alle 16, per turno, i padroni di casa sono i socialdemocratici. I verdi si sono scelti il mercoledì. Gli altri non hanno scelto, ma non c’è problema. Si è ancora agli inizi, e l’attività a pieno ritmo comincerà a gennaio. «Organizzeremo eventi, discussioni, incontri, anche comuni. I nostri programmi sono tutti diretti a raggiungere una migliore qualità di vita nelle strade che circondano la sede, quindi non c’è rivalità tra noi», spiega Frau Irene Köhne, dell’Spd. Poi i clienti del PolitLaden sceglieranno il prodotto che troveranno più adatto alle loro necessità. All’ultima elezione la partecipazione è stata appena del 38%, quindi il problema di tutti i partiti è di riguadagnare la fiducia degli elettori nella politica: meglio che votino per il concorrente, piuttosto che restino a casa.
«Dobbiamo far propaganda per la politica, non per un singolo partito», ammette Cronelia Seibeld, della Cdu. Gli elettori ne hanno abbastanza dei litigi tra destra e sinistra, desiderano solo che i loro problemi vengano risolti, senza molte chiacchiere. Tutti populisti a Lichterfelde?