Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 19 Mercoledì calendario

IL CAV HA FASCINO. SULLE MASSAIE


La mignottocrazia non è finita («una cosa grottesca, il mio libro rimborsato alla Minetti»). Sono soltanto finite le feste berlusconiane, «Berlusconi si è pure fidanzato», dice Paolo Guzzanti, giornalista e deputato, con un passato politico nel Psi, Patto Segni, poi Forza Italia e dunque Pdl. Dopo aver sbattuto la porta in faccia al Cavaliere, per la politica troppo filo-russa e per gli incarichi a certe ministre, aderisce al Partito liberale e alla camera passa nel gruppo misto approdando nel sottogruppo Iniziativa liberale. Avverte, Guzzanti: «Il Cav non è affatto finito, esercita ancora un grande fascino presso le massaie».
Domanda. Che effetto le ha fatto leggere che la consigliera Nicole Minetti si è fatta rimborsare dalla regione l’acquisto del suo libro Mignottocrazia?
R. Una cosa grottesca, un misto di ridicolo e di misero, questa storia.
D. Mignottocrazia ha raccontato 20 anni di berlusconismo. É finita?
R. Sono finite le feste berlusconiane -lui si è anche fidanzato- e sono finiti i racconti, e le speculazioni sui racconti, da basso impero. Ma quelle feste fanno parte di un sistema di reclutamento nella tv pubblica e nelle private in cui le ragazze sono disposte a tutto pur di fare le veline. Soprattutto il Sud d’Italia si è svenato nelle tratta delle bianche avviate verso queste carriere. É stato prodotto un danno permanente alla dignità della donna, ci vorranno decenni per debellare il virus.
D. Il Cav è tornato a gettarsi nella mischia mediatica e politica. Riuscirà come promette a riconquistare il suo elettorato?
R. É nel suo carattere, nella sua sacra follia, agire impetuosamente. Non riuscirà a riconquistare tutto il suo elettorato, ma una parte sì, che è sensibile alla sua voce, alle sue promesse.
D. Chi sono gli elettori del nuovo Cav?
R. Prevalentemente donne, signore di mezza età, massaie, madri di famiglia, per loro natura politicamente conservatrici.
D. L’elettorato di Berlusconi del ’94 era fatto anche di intellettuali e di tanti borghesi.
R. Sì, ma anche di operai. L’elettorato di sinistra in Italia è storicamente minoranza rispetto a quello di destra. Per vincere la sinistra deve avere davanti a se stessa una destra spaccata e rinunciataria. Che non va a votare oppure vota per Grillo.
D. Beppe Grillo punta a fare razzia di voti.
R. Il fenomeno si sta sgonfiando. Più passa il tempo e più Grillo mostra difficoltà e limiti. E Berlusconi recupera consensi anche togliendo voti ai grillini, promettendo meno Europa per tutti.
D. L’opposto di Mario Monti. Eppure entrambi si contendono l’area dei moderati.
R. Il Cav piace per il tono sopra le righe, Monti piace per la sobrietà in loden. E perché ci fa fare una bella figura all’estero, dove invece la politica di Berlusconi è stata un vero disastro. Tranne che con Putin, è finita male con tutti gli altri, da Sarkozy alla Merkel.
D. Ora si attende la decisione di Monti.
R. Penso che farà una lista sua con l’indicazione del suo nome sulla scheda elettorale come candidato premier. Monti avrebbe il 15%, ma il giorno che dovesse scendere in campo grazie all’effetto annuncio può puntare anche al 20%.
D. Il Pd è certo di stravincere.
R. Il Pd è in vantaggio, ma le campagne elettorali sono sempre sfide aperte. E le variabili questa volta sono tante.
D. D’Alema ha bollato la eventuale candidatura di Monti come quasi immorale.
R. Toglierei il quasi. Il Pd è andato all’attacco contro il premier in loden secondo la migliore tradizione comunista: o corre con noi o è immorale. Con Renzi il Pd ha avuto l’occasione di avviarsi su una via europea e moderna, e invece è tornato a essere il partito comunista di sempre. Bersani è una ottima persona, pragmatica, poca ideologica, ma è il miglior Pci dei vecchi tempi. E la presenza di Vendola lo rende inquietante.
D. Nichi Vendola ha firmato una carta di intenti che lo impegna. E nelle votazioni, dice Bersani, tutti si atterranno alla decisione di maggioranza del gruppo.
R. Sono scemenze perché si sa per esperienza che se lo scontro è duro si arriva alla scissione. Oppure sarà Bersani ad adeguarsi. Del resto, la Fiom comanda sulla Cgil e la Cgil comanda sul Pd. Ha visto l’abbraccio della Camusso a Bersani e che Guglielmo Epifani è nel listino? Un governo del genere è un governo di sinistra che non avrebbe potuto fare le riforme di Monti e non potrà fare quelle liberali che chiede l’Europa.
D. Volendo raccontare il governo Monti attraverso l’immagine di una donna, chi sceglierebbe?
R. La Cancellieri, il ministro dell’interno, decisa, gagliarda, credo abbia fatto un buon lavoro.
D. E per il governo Berlusconi? La Santanchè?
R. Mah, Berlusconi dice, non so quanto sia vero, che è sempre infastidito dall’abbraccio della Santanchè. Credo che alla fine sia Mara Carfagna.
D. Lei la definì la «calendarista delle pari opportunità».
R. Sì, ne parlai male. Ma nella sua attività di ministro è stata decorosa. E rappresentava bene Berlusconi.
D. E la donna del governo Bersani? Rosi Bindi? Anna Finocchiaro?
R. No, hanno tutte una loro connotazione specifica, una loro storia. Vediamo chi viene fuori dalla campagna elettorale.