Costanza Rizzacasa d’Orsogna, ItaliaOggi 18/12/2012, 18 dicembre 2012
Villaggio: «Mi tocca difendere Berlusconi»
«Berlusconi? Ha il viso tirato, i capelli un po’ incredibili, il difetto, forse, di non saper invecchiare. Ma con la politica che c’entra tutto questo? Voi giornalisti avete una morale proprio strana. Una morale cattolica e bigotta secondo cui non sta bene che un vecchio si fidanzi. Chi l’ha detto che un uomo avanti con l’età non possa farsi ricrescere i capelli? Tanti ottantenni vorrebbero una fidanzata bella e giovane.
Il pensionato ai giardinetti non la trova, il riccone ne trova ventimila. Non fate che dire a Berlusconi che non deve rifarsi, non deve masturbarsi e non deve andare a puttane. Ma perché non deve?».
Prega di non mettergli la foto di Fantozzi. «Sarebbe fuorviante», spiega. «Ormai quei film non li guardo più. Invecchiando, faccio meno stronzate». Ottant’anni a fine mese («In contemporanea con le primarie di Capodanno del Pd, guardi un po’ cosa mi tocca»), Paolo Villaggio col 76enne Berlusconi ha in comune giusto l’età che avanza – a parte forse l’essersi candidato nel 1994 con la Lista Pannella, che quell’anno appoggiò al nord i candidati del Polo. Già iscritto al Pci e a Democrazia Proletaria, portato da Walter Veltroni all’Unità, oggi collabora con Il Fatto Quotidiano. Una vita quasi tutta a sinistra. «Alle ultime elezioni, Bersani lo sa, ho votato Pd», dice. Ma l’ironia dei quotidiani sul decadimento del Cavaliere, all’indomani della famigerata intervista a Barbara D’Urso, non gli va proprio giù. E allora provoca. «Mi tocca difenderlo, non è la prima volta».
Domanda. Lei sa bene, però, che non è tanto il voler essere immortale a venirgli criticato in queste ore. Quanto la concezione del partito come proprietà e i motivi che lo spingono a riscendere in campo.
Risposta. E perché uno così non deve far politica? Crede che altri siano diversi? Siano meglio? Guardi, a me piacciono Monti, Grillo e anche Matteo Renzi, perché è giovane. Come mi piacciono Penélope Cruz e il mare non inquinato degli anni Cinquanta. Ma la politica italiana degli ultimi cinquant’anni è basata sull’aggredire chiunque abbia fortuna. E Berlusconi ne ha avuta più di tutti. L’ho conosciuto che aveva vent’anni, quando cantava sulle navi da crociera. Da zero è diventato uno degli uomini più ricchi del pianeta, creando un impero commerciale e dando lavoro a tanta gente. Francamente mi fido molto più di lui rispetto a tanti politici che non hanno saputo costruire proprio nulla. Poi cosa vuole farsi dire? Che Berlusconi non deve candidare Dell’Utri? Ovvio. Che in Italia il fermento culturale è stato ucciso da una tv volgare? Certo. Come pure da certi supersnob che si credono grandi intellettuali ma il Paese reale non sanno neanche cosa sia. Ma lei non mi avrà chiamato per chiedermi delle banalità, vero?
Domanda. Ci mancherebbe. Diceva, quindi? La politica?
Risposta. La politica attuale è fatta da gente irresponsabile, che non pensa al futuro ma ai propri privilegi. Alle prima della Scala non vanno i pensionati, ma solo quelli della Casta. Casta che, come si è visto alla Regione Lombardia, ruba a man bassa appena ha un po’ di potere. Da Tangentopoli in poi l’Italia è stata completamente borbonizzata. Oggi regna un potere truffaldino, che nulla ha in comune con il potere saggio dell’antica Grecia. Il problema non è tanto Berlusconi. Non solo. Ficcatevelo in testa.
D. Destra, sinistra e centro uguali, quindi? Non si salva nessuno?
R. Certo, perché sono tutti attaccati come telline ai propri posti di potere. Negli ultimi trent’anni, l’Italia, dalla quarta potenza mondiale che era, è diventato il penultimo Paese d’Europa, primo al mondo per corruzione - per personaggi che, pur se beccati con le mani nel sacco, hanno la sfrontatezza d’indignarsi. I giovani, viziati dal boom economico, non accettano di fare i lavori umili della mia generazione. «Allora era più facile», dicono. Ma più facile cosa, che noi non avevamo da mangiare? Non hanno le idee chiare, ma non è colpa loro. Con politici che pensano solo a loro stessi, come si può costruire il futuro? Anche Monti poi. Costretto a risanare l’Italia dalla condizione miserabile in cui sta naufragando, parla solo di spread. Ma ai poveri che frega dello spread? Un vero grande timoniere dovrebbe pensare ai ragazzi, quelli che devono vivere altri settant’anni e sono terrorizzati perché si rendono conto che è arrivato il redde rationem. Per questo, forse, sarebbe meglio che si avverasse la profezia dei Maya. Un colpo netto, piuttosto che morire di fame.
D. Suvvia, non sia così negativo. Dopotutto con lei la vita è stata lieve.
R. Guardi, alla mia età mi interessano solo poche cose. Debellare il cancro, il riscaldamento mondiale, l’inquinamento e le guerre. Serve una via per salvare il pianeta: non si tratta più di essere felici, ma di sopravvivere. Soprattutto, vorrei dare un consiglio al Papa: la smettesse di dire stronzate.
D. Si riferisce alla dichiarazione secondo cui le nozze gay sarebbero una ferita alla pace?
R. Cosa possono ferire due persone che si amano da quarant’anni? Una ferita alla giustizia, ha detto. Se c’è ingiustizia è quella fatta al fidanzato di Lucio Dalla dai parenti cattivi che gli hanno tolto tutto. Ingiustizia che il matrimonio gay avrebbe impedito. Il Papa dovrebbe smetterla di comportarsi da monarca medioevale e ammettere che la dittatura più feroce è stata quella della Chiesa, principale argine all’evoluzione culturale. Che ha bruciato vivo Giordano Bruno, impiccato Savonarola e fatto abiurare Galileo. Abbiamo perso quasi duemila anni per l’atteggiamento sessuofobico della Chiesa cattolica. E poi, dove la mettiamo la castità dei preti in un Vaticano pieno di gay? Il Papa dovrebbe togliersi le scarpine di Prada, che non porto neanch’io che sono ricco, e andare fino a Gaza a piedi nudi. E lì fare un conclave di tutte le religioni, e dire: «Ammesso che Dio esista, parla lingue diverse ed è nato in varie parti del pianeta. Perciò basta con le guerre di religione e vogliamoci bene». Dovrebbe dire questo, altro che prendersela coi matrimoni gay.
D. Tutta la cultura occidentale è in grande crisi.
R. Vero. Prenda gli Stati Uniti, dove i politici amano le mogli solo quando corrono per la Casa Bianca. Hanno trucidato gli indiani d’America, ridotto gli africani in schiavitù. Ma oggi New York a paragone di Shanghai è una città dell’Ottocento. L’Oriente ci seppellirà. L’America non riesce più a vendere un’auto e vende armi. Poi però dice che l’Iran non deve averne. Per questo dico, meglio morire tutti insieme venerdì che finire per scannarsi. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine. Meglio l’estinzione per meteorite Maya. Che ovviamente non accadrà. Così faremo il solito Natale cretino, fingendo di volerci tutti bene, ma sarà sempre più triste.