Giampaolo Visetti, D, la Repubblica 15/12/2012, 15 dicembre 2012
GIOCHIAMO A FARE SOLDI
Mamma tigre" e "padre lupo" non sono solo il nuovo incubo cinese del "figlio agnello". I simboli dello stop asiatico a un’infanzia a misura di bambino, cresciuti grazie a forti dosi di sensi di colpa e di frustrate vanità, diventano il sogno dell’industria globale dei giocattoli.
Le ultime versioni dei manuali educativi dei genitori cinesi, ispirati a inviolabili regole da caserma, sono diventate un clamoroso caso editoriale. Hanno diviso la Cina e il resto del mondo tra i sostenitori di un’educazione da collegio punitivo e i tifosi di un rapporto adulti-adolescenti fondato su amore e comprensione. Orgoglio d’Oriente e fascinazione occidentale: oggi però le indicazioni di madri e padri più intransigenti, convinti che anche da ragazzi il «tempo libero» non esista, ma sia uno «spazio occupato» da riservare ad attività già rivolte alla carriera, vengono adottate dai colossi del divertimento per conquistare il mercato dello svago più ricco del pianeta. E nella stessa Cina si moltiplicano le aziende che puntano a imporre giocattoli che piacciono ai genitori, piuttosto che ai loro figli. Montagne di cose che promettono eternità di noia, ma pure la garanzia di occupare il tempo in attività rassicuranti: il massimo per adulti più predisposti alla spesa, che al confronto.
Per l’imminente Natale, che nella seconda economia del mondo corrisponde alle feste del Capodanno lunare, le parole d’ordine sono dunque «beni orientali all’apprendimento» e «gadget educativi». Chiudono fabbriche e negozi specializzati in bambole, animali di stoffa, mattoncini, modellini di auto e mostri lanciati dai cartoon. Aprono al contrario punti vendita che scoppiano di microscopi, libri elettronici, strumenti musicali, finti talent show e scatole che simulano le nuove professioni. La generazione dei viziatissimi figli unici cinesi, i «piccoli imperatori» di casa, viene così costretta a trasformarsi precocemente nel grande consumatore di passatempi per adulti, secondo la moda dettata da un’Asia contemporanea in cui solo la tensione ossessiva per soldi e successo, da tradurre in costante esibizione, offre la dimensione di un individuo.
La cameretta dei bambini cinesi si svuota di trenini, palle e casette in miniatura, per riempirsi invece, già prima dei sei anni, di giocattoli interattivi e tablet pensati per minori di sei anni. Una vera rivoluzione dell’infanzia, dopo che per secoli il popolo più numeroso del pianeta è stato svezzato con i lavori domestici, più che con lo svago del cortile. Ricerche di mercato confermano che in Cina oltre il 35% delle vendite di giocattoli è ormai legata all’istruzione e al mondo del lavoro, rispetto al 21% degli Stati Uniti e al 14,8% registrato dall’Europa. Tra i regali natalizi di tendenza, kit che simulano investimenti in Borsa e confezioni con tutto il necessario per apprendere il segreto di una start-up di successo. Con un Occidente in crisi di superfluo, dove le vendite di giocattoli tradizionali registrano cali tra il 2 e il 14%, la Cina delle «madri-tigri» diventa così la nuova terra promessa dell’industria per falsi-juniores.
I genitori dei figli unici, infatti, si rivelano inflessibili nel negare ai bambini il diritto alla spensieratezza, ma quando c’e da aprire il portafogli non badano a spese. Fino a più 60%, negli ultimi due anni, il mercato nazionale del «regalo formativo» under 18. I piccoli manager, sempre più soli, vengono sommersi di prodotti che-cancellano l’età e accendono le aspettative di carriera da parte di padri più simili ad agenzie di collocamento, che a promotori di educazione. E se i nuovi colonnelli di famiglia del Dragone vogliono dei figli-soldato, obbligati a convincersi di giocare armeggiando con una calcolatrice per profitti d’azienda, possono finire in soffitta anche triciclo, pattini e racchetta da ping pong.
È «la fine del culto del divertimento» e del «fascino infantile per la pistola, assicurano gli esperti, «sostituiti dal mito del successo e del denaro». Ma quanta nostalgia, travestendosi da brooker e addormentandosi sul manuale che insegna come costruire un pannello solare, per un cappello da mago e un pomeriggio di neve passato a fracassare sul tamburo di un fratello.