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 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

UNA VITA PER LA MOTOGP

Valentino, hai detto di essere rimasto quello di sempre. Cos’è cambiato allora?
Sicuramente sono cambiati i tempi. I miei avversari giovani sono diventati più grandi. Sono entrati in quell’età dell’oro dove l’esperienza si fonde con la maggiore freschezza.
Cosa ti aspetti dal 2013? Punti tutto sulla conquista del Mondiale?
Bisognerà vedere, i primi test sono stati piuttosto inutili. Ho fatto solo pochi giri, ma le sensazioni sono state comunque positive. Credo che mi divertirò. Non sarà facile tornare a vincere con la Yamaha, ma penso di potere essere ancora competitivo.
Di sicuro le motivazioni non dovrai andare a cercarle troppo lontano. Il tuo rivale numero uno, Jorge Lorenzo, sarà anche il tuo compagno di squadra.
È sicuramente un grande stimolo. Lorenzo in questi anni è cresciuto molto ed è al momento uno dei piloti in assoluto più in forma. Sarà una grande sfida. In più devo dire che ho apprezzato il suo stile in questi ultimi due anni. Quando vedi in difficoltà un avversario con cui hai lottato per tanto tempo, potresti anche sparargli addosso. Invece lui ha sempre dimostrato grande rispetto nei miei confronti.
Che cosa non ha funzionato in Ducati?
Stavo molto bene, c’era un bell’ambiente. Sarei potuto rimanere, però i risultati sono mancati e sono fondamentali. Come fondamentale è divertirsi, provare gusto nel fare quello che si fa. Penso che con la Yamaha questo feeling tornerà. Mentre, se e quanto andrò forte, lo scoprirò solo guidandola.
Il tuo pubblico, i tuoi fan, ti sono rimasti vicini in ogni momento, inclusi quelli più complicati. Quanto è importante per te il loro calore?
Molto. Credo che una delle cose più belle della mia carriera sia stata quella di avere fatto appassionare tanta gente alla MotoGp. È una soddisfazione avere tanti tifosi che ti aspettano sempre davanti al box.
Ma c’è anche un rovescio della medaglia.
In certi momenti può essere pesante perché non ho una vita normale da molto tempo. Non posso nemmeno fermarmi in un bar per prendere un caffè, se non in pochissimi posti. Comunque avere tante persone vicino che mi vogliono bene e che mi seguono rimane un grande privilegio.
Su Twitter hai un milione e mezzo di follower, più degli abitanti di una grande città.
Non sono un fanatico di Twitter, ma è molto divertente. Lo uso per parlare con i miei amici, ma anche con i tifosi, sì, oppure per postare cose simpatiche.
Per esempio?
Mettere online video o immagini particolari. Durante la scorsa stagione abbiamo organizzato un concorso fra tre fotografi del Mondiale e un outsider: abbiamo postato due foto ciascuno per tre weekend di gara e il pubblico ha votato retweettando le immagini preferite.
Quando avrai smesso con le moto, vorresti ancora andare a correre in formula 1?
Direi di no. Mi piace guardarla quando posso, le gare sono avvincenti. Ci sono tanti amici che sono contento di seguire.
Non solo. A un certo punto hai preso sul serio in considerazione questa ipotesi.
C’è stato un momento in cui si è effettivamente presentata la possibilità di pensare a un futuro in formula 1, ma poi sono rimasto in sella alla moto. Comunque non ho abbandonato l’idea delle quattro ruote: quest’anno a Monza e al Nürburgring ho corso due tappe del campionato automobilistico europeo di durata con una Ferrari 458 Italia GT3. Ho gareggiato con Uccio (Alessio Salucci, caro amico di Valentino, ndr) e Andrea Ceccato e ci siamo divertiti moltissimo. E poi naturalmente c’è il Rally di Monza, che ormai è una tradizione per noi.
C’è ancora un sogno che ti è rimasto nel cassetto?
Penso di avere realizzato molti dei miei sogni e di essere stato molto fortunato perché quello che faccio, anche se sicuramente per una parte è lavoro, è soprattutto un privilegio. È una passione, che mi ha dato tanto. Non ho sogni particolari al momento: se nei prossimi due anni con la Yamaha sarò competitivo, riuscirò a vincere qualche gara e divertirmi, poi vorrei correre per altri due anni.
E dove? Sempre in MotoGp?
Magari in Superbike, un po’ in macchina, naturalmente non al livello attuale delle moto. Mantenendo la stessa grinta, ma facendo dei campionati meno impegnativi.