Stefano Caviglia, Panorama 13/12/2012, 13 dicembre 2012
QUEI 50 AEROPORTI DA CHIUDERE
[Passera vuole rivoluzionare il trasporto aereo, chiudendo gli scali minori, bloccando Viterbo e Grazzanise. E con una sorpresa per Malpensa.] –
L’aeroporto di Viterbo, ipotetico terzo scalo della
capitale, cancellato dall’agenda delle cose fattibili.
Stessa sorte per quello di Grazzanise, da anni candidato
ad affiancare Napoli Capodichino in Campania.
E addirittura Malpensa destinato prevalentemente
al traffico merci. Sono gli aspetti più eclatanti della
rivoluzione messa in cantiere al ministero dello Sviluppo
economico con il piano di riordino degli aeroporti italiani.
Malgrado la crisi di governo, il ministro Corrado Passera
e il viceministro con delega per Infrastrutture e trasporti
Mario Ciaccia, per quanto risulta a Panorama, sono pronti
a portarlo in Consiglio dei ministri entro la fine dell’anno.
Il principio cardine del progetto è che debbano poter
contare sul pagamento dei servizi da parte dello Stato
(dai vigili del fuoco alla polizia, ai servizi sanitari) solo ed
esclusivamente gli aeroporti in grado di produrre conti
economici in equilibrio, oppure con una tale importanza
strategica da giustificare l’eccezione.
La regola prevede, in sintonia con il piano dell’Enac,
una base minima di 1 milione di passeggeri l’anno di
traffico. L’asticella verrebbe abbassata a 500 mila per gli
scali che sono unici nella loro regione oppure funzionali
a un territorio caratterizzato da scarsa accessibilità.
Infine potrebbero non essere vincolati strettamente al
numero dei passeggeri alcuni aeroporti indispensabili
per garantire la continuità territoriale, oppure destinati
alla delocalizzazione del traffico dei grandi aeroporti.
Applicare questi criteri vorrebbe dire chiudere una
buona metà degli scali italiani oggi funzionanti. La previsione è che dei 100 attualmente in servizio se ne
salverebbero non più di una cinquantina. Scali come
quelli di Parma, Ancona o Firenze non avrebbero molti
argomenti per resistere. Ma nemmeno Malpensa (con
19 milioni di passeggeri nel 2011) si salverebbe, anche
se i suoi numeri ne fanno una realtà di tutt’altro livello,
con buona pace dei progetti della Sea e del Comune di
Milano. L’ipotesi di uno spostamento sui cargo sembra
venire incontro alla proposta di Bernardo Caprotti, patron
dell’Esselunga, di puntare su un nuovo grande scalo
passeggeri a Nord-Est.