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 2012  dicembre 18 Martedì calendario

“GRAZIE MAYA, CHE CI FATE SENTIRE VIVI”

[Il partito degli irriducibili: c’è chi sceglie i trulli-rifugio e chi si butta nell’oggettistica “survival”] –
Sembra ormai accettato per i più che per ora la fine del mondo sarà rimandata. Come sempre accade da quando esistono profeti, ogni previsione slitta, quando arriva in prossimità della sua ineluttabile verifica. Per molti altri però su questo simmetrico 21 dicembre c’è stato comunque un investimento e ora è impossibile, o per lo meno poco praticabile, un dietro-front con l’ammissione che ci si era sbagliati. Per il vecchio principio che impone di non interrompere il banchetto di nozze anche se uno dei due sposi si dilegua, nella notte del 21 dicembre c’è chi non cambierà nulla dei suoi progetti, indipendentemente dall’arrivo o meno dell’Apocalisse.
I gastro-mistici Chi avrà mai cuore di andare a trovare quelli che hanno investito le loro speranze di salvezza dalla fine globale sull’annuncio del «trullo salvifico», che è circolato qualche settimana fa? Per gli operatori turistici della Val d’Itria comunque è già andata di lusso, il sindaco di Cisternino ha annunciato il tutto esaurito e non era certo facile vedersi arrivare fuori stagione folle di turisti, cinesi compresi. Tutti sono corsi in Puglia a vedere da vicino quelle strane case in pietra a secco a forma di cono e avranno pensato che siano astronavi aliene che porteranno tutti in salvo dai Cavalieri dell’apocalisse. La furbata si deve a qualche pro loco tra Cistrnino e Ceglie Messapico che ha giocato sulla presenza di un «Ashram», dove da 40 anni si medita secondo gli insegnamento del maestro Babaji e si cerca la perfezione in un «luogo di sperimentazione tra olive, ciliegie e noci». Anche se la Terra resisterà, nessuno ci avrà rimesso perché tra la Fondazione Bhole Baba Herakhandi Samaj e le orecchiette con le cime di rapa, chiunque potrà dire di aver fatto il possibile per la salvezza di anima e corpo.
Gli attrezzati L’idea dello sterminio parziale dell’umanità ha prodotto una vera apoteosi di piacere nei maniaci dell’oggettistica «survival». Erano già da prima appassionati frequentatori di bancarelle fornite di coltellini multiuso o tenaglie a serramanico di fabbricazione cinese. Fino all’annuncio del 2012 pensavano di attrezzarsi per battute di pesca alla carpa o passeggiate in collina. Negli ultimi mesi però hanno dato un senso epico alla loro passione. Ecco quindi salire gli acquisti di depuratori d’acqua e desalinizzatori. E poi walkie-talkie e radio CB, forse in previsione di un abbattimento delle reti cellulari.
Si è mosso chi nel cuore covava un modello umano tra il Rambo disoccupato e il Boy Scout fuori ordinanza, partendo all’incetta di giubbotti, torce impermeabili, stivaletti tattici, coltelli con allegata pietra per affilare, ami, lenze, pronto soccorso tascabile e soprattutto cibi non deteriorabili. Un solluchero per i nostalgici della vecchia naja che ricordano ancora la Razione-K con tanto di fornelletto e pasticche di combustibile per scaldare il cibo in scatola. I più esaltati si sono procurati anche la maschera antigas, e la tuta anti Nbc (nucleare, batteriologico, chimico). Tutto ciarpame comunque di dubbia efficacia se il mondo alla fine davvero esplodesse.
Quelli dell’ ultima ammucchiata Alcuni degli irriducibili fanno invece leva su gli istinti primordiali. Gli appetiti carnali che s’immagina possano risvegliarsi in ogni umano in procinto di una fine violenta. Naturalmente per costoro ci sta bene una chiamata collettiva all’«Orgia fine del mondo» con una pagina su Facebook (ma con un’ infinità di imitazioni).
L’appello a socializzare in forma promiscua attraverso gli smartphone è rivolto a tutti: «Il 21 dicembre 2012 si avvicina, manca poco, ovunque voi siate e con chiunque voi siate non importa. Amici, non amici, fidanzati, mogli, mariti, amanti, belli o brutti, giovani e vecchi, non importa! Finirà o non finirà, hanno detto di sì, e c’è da crederci». Comunque vada è certo che, chi deciderà di esser parte dell’ammucchiata di fine universo, per lo meno si immagina che avrà meno rimpianti degli altri.