Chiara Beria Di Argentine, la Stampa 16/12/2012, 16 dicembre 2012
LA GUERRA AGLI EVASORI DELL’AVVOCATO SVIZZERO
«Gli evasori sono braccati, sono all’ultima spiaggia. “Av v o c a t o , dove vado?”, intitolerò il mio prossimo libro. Ho infatti passato il 2012 a rispondere a clienti di tutti i Paesi - non solo italiani, specialmente americani - che mi chiedevano dove trasferire i loro capitali dato che la Svizzera è diventata molto più rigorosa dal punto di vista fiscale». Professor Bernasconi, perché parla di ultima spiaggia? Paolo Bernasconi, celebre avvocato di Lugano, professore all’università di San Gallo di gestione del rischio legale nell’economia, il giurista ticinese superesperto di questioni fiscali che, dopo essere stato a lungo Procuratore pubblico (soprannominato il «Maigret» di Lugano collaborò con i magistrati italiani in molte, famose inchieste, da «Pizza Connection» al caso Sindona) da anni si batte negli organismi internazionali e nella sua Svizzera sul fronte della lotta al riciclaggio e alla corruzione, mi risponde rivelando uno scenario che consolerà un po’ i cittadini onesti alle prese con le supertasse del governo Monti.
«Parlo di ultima spiaggia non solo perché evoca posti esotici Bahamas, Cayman, British Virgin Islands che ho ribattezzato No Virgin Islands - ma perché siamo a una vera rivoluzione copernicana. Due le date fondamentali: 2 aprile 2009, quando al G20 di Londra si è finalmente decisa la guerra globale all’evasione fiscale e 12 febbraio 2012 quando l’Ocse ha approvato una raccomandazione che prevede nei Paesi Ocse e in quelli collegati quindi tutti i paradisi fiscali - la criminalizzazione del riciclaggio del provento di reati fiscali. Black list, scambi d’informazioni. A Singapore dall’1 luglio 2013 entrerà in vigore una legge che punirà le infrazioni fiscali a valle; in sostanza rischierà un procedimento penale per riciclaggio non solo chi commette una infrazione fiscale e, specialmente chi lo aiuta, a danno del fisco di Singapore ma anche a danno del fisco di altri Paesi».
Capitolo Italia: c’è una nuova fuga di capitali? «Premesso che la repressione fiscale da voi è iniziata con il governo Berlusconi -Tremonti e che la Guardia di Finanza (per anni ho insegnato in Bocconi agli ufficiali della Gdf) è diventata di una efficienza colossale molti italiani mi sembrano mal consigliati. Da noi in Ticino c’è un esodo di vostri contribuenti che hanno fatto però male i loro calcoli.
La giurisprudenza della Cassazione sul domicilio fiscale è diventata molto severa; basta, per esempio, che abbiamo in Italia un patrimonio immobiliare importante per essere ancora sottoposti alla vostra sovranità fiscale. Montecarlo? Altro rischio terribile! Non è necessario che Bruxelles faccia pressioni; le banche del Principato sono sottoposte alla vigilanza della Banque de France. E se domattina decidesse che devono comportarsi come quelle francesi facendo tutte le segnalazioni molti italiani si troverebbero in gravi difficoltà. Il rischio, insomma, oggi è a mille», conclude Bernasconi. Morale: «Dipende da caso a caso ma è meglio non muoversi e pagare. Eppure girano consulenti che propongono di portare i soldi persino in Israele: una follia!». Quanto ai depositi italiani (accordo Rubik tra Svizzera e Italia come quello siglato con la Germania, ndr) Bernasconi smorza: «Sul tavolo ci sono ben 5 temi; siamo lontani dal definire anche i termini; e, non sappiamo che Parlamento avrà l’Italia».
Tra angeli e i demoni. Impegnato nel board della Croce Rossa Internazionale e nell’associazione «Bel Ticino» contro le posizioni xenofobe della locale Lega, Paolo Bernasconi rappresenta un’altra idea di Svizzera, da buon erede del padre Pino che, durante la guerra, aprì la sua casa ai profughi (tra questi Eugenio Montale). Non a caso ora si è schierato con l’ìmprenditore Thomas Minder, promotore del referendum, il prossimo 3 marzo, contro superbonus e paracadute dorati. «Con il 3% di disoccupazione siamo un’isola felice. Ma - vedi i licenziamenti all’Ubs non si può dormire. Abbiamo manager che incassano liquidazioni da 20-26 milioni di franchi! Sono delle cavallette: entrano nelle aziende e le spolpano. Il nostro slogan? “Meno bonus meno licenziamenti”».