Luigi Offeddu, Corriere della Sera 16/12/2012, 16 dicembre 2012
«MERKEL SI ADOPERA PERCHE’ LA LINEA ITALIANA NON CAMBI» —
«Angela Merkel ce l’ha detto direttamente: "Non voglio interferire nel dibattito interno italiano su chi sarà il futuro premier del Paese. Ma mi adopererò perché la linea politica attuale in Italia sia preservata, perché continui"».
Davvero «la cancelliera ci spera molto», aggiunge Elmar Brok, colui che Helmut Kohl definiva «nato, sposato, eurodeputato». Tedesco del Ppe, presidente della Commissione esteri all’Europarlamento e uno dei consiglieri più vicini alla Merkel, lui il cammino dell’Ue contemporanea l’ha vissuto quasi tutto. Ora parla dalla Germania, dov’è tornato per il fine settimana: «Fra poco andrò nella chiesa luterana del mio villaggio, per tenere un discorso sul "Cristianesimo in Europa", un tema importante».
Ma l’altro ieri, al vertice di Bruxelles del Ppe, più che di Europa cristiana avete parlato di Monti e Berlusconi.
«Perché il vostro Paese è cruciale per la Ue. Avete un’economia molto forte, con un impatto di rilievo su tutta l’economia dell’Unione: questa crisi europea non può essere risolta senza l’Italia, senza la sua stabilità».
Vi si accusa di interferenza politica in casa altrui...
«Chiariamo le cose: noi del Ppe non abbiamo chiesto ad alcuno di candidarsi alla guida del vostro governo. Siamo fortemente interessati alla stabilità politica dell’Italia ma formalmente non abbiamo fatto alcun passo».
Però l’altro ieri le lodi a Monti erano un coro.
«Abbiamo sentito Berlusconi che dichiarava: amici, Monti dovrebbe scendere in campo. Monti non ha risposto, non ha detto nulla. E noi non abbiamo candidato nessuno. D’altra parte, però, è vero che per molti di noi Monti è stato, ed è, un ottimo leader».
E Berlusconi?
«Non abbiamo approvato granché di ciò che Berlusconi ha detto e fatto negli ultimi giorni, per noi questa è stata una preoccupazione. Abbiamo preferito di gran lunga la sua dichiarazione a favore di Monti: quello sì è stato uno sviluppo positivo!».
Non ci sono però solo il Professore e il Cavaliere. E il centrosinistra, Pier Luigi Bersani?
«Siamo un partito di centrodestra. Se il centrodestra italiano proporrà un candidato, vedremo. Ma è decisivo che non vi siano distorsioni: l’Italia ha bisogno di credibilità e di importanti risposte dai mercati».
Oggi a Roma, nel raduno di «Italia popolare», si ritrovano anche Mario Mauro e gli altri Ppe già chiamati «montiani». Ma nel vostro Ppe restano pure diversi «berlusconiani». Come andrà a finire?
«Mauro ha un’altissima popolarità, si è guadagnato sostegno e simpatia: è un esempio dell’Italia europeista».
Torniamo alla Ue, divisa fra rigoristi del Nord e presunti «spreconi» del Centro-Sud. Usciremo dallo stallo?
«Ci vuole sempre un compromesso. La solidarietà è possibile solo se si rispettano le regole. Ognuno rispetti le regole sui bilanci e insieme avvii cambiamenti strutturali per la crescita».
E la «sua» Germania, capofila del rigore?
«Ha già speso 300 miliardi in garanzie e crediti per aiutare gli altri. Ora certi tedeschi credono di poter vivere da soli, per proprio conto, mentre altri Paesi pensano che la Germania voglia solo l’austerità, senza solidarietà. Non è così. Ripeto: bisogna trovare un equilibrio, un compromesso».
Luigi Offeddu