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 2012  dicembre 15 Sabato calendario

IN CHIESA C’È ANCHE UNA BIRRERIA

[Il prete riesce a servire otto boccali in una sola volta] –
Padre, una birra alla spina. Il parroco Rainer Maria Schießler ha aperto una birreria nella sua chiesa di Sankt Maximilian, a Monaco. Con il permesso del cardinale, Reinhard Marx, ben inteso. «La vita cambia, e anche i fedeli», spiega, «e bisogna venire incontro alle diverse esigenze, ma senza fare concessioni».
Che male c’è a scolarsi in un luogo sacro un bel Mass, che sarebbe la misura minima in Baviera, cioè un litro?
Vater Rainer, 52 anni, è un esperto. Da sei anni, quando apre l’Oktober Fest, si prende una vacanza e va a fare il cameriere in una delle gigantesche tende della fiera, che tanto piace agli italiani. Sul petto porta con orgoglio la scritta «Christlicher Bierexpress», che non è solo un vanto. È veloce, e riesce a servire in una sola volta otto boccali, che non sarà un record ma resta un bella impresa. «Io porto semplicemente la mia chiesa con me», dice con ironia. Tra una bevuta e una salsiccia o un pollo arrosto, i clienti che ormai lo conoscono magari gli chiedono un parere, un consiglio, scambiano due chiacchiere sul calcio e su Angela Merkel, sul Bayern in testa alla classifica, e sul senso della vita.
Incontrò nel gennaio del 2006 Michael Schottenhammel, ultimo rampollo di una storica dinastia di birrai cittadini, e gli venne in mente spontaneamente di chiedere se poteva lavorare per lui. «Mi aspettavo che si mettesse a ridere», ricorda, «e invece mi disse di sì». Padre Rainer viene regolarmente pagato come un normale cameriere, inoltre riceve mance generose. «I guadagni vanno tutti in beneficenza», spiega, «quanto guadagno a volte in mance a un solo tavolo basta ad aiutare un bambino malato di Aids per una settimana in Costa d’avorio». Doveva essere un esperimento, è diventato un appuntamento regolare, anno dopo anno.
La sua giornata comincia alle 8 di mattina e termina dopo le 22,30. Dopo ogni «vacanza» all’Oktoberfest, perde almeno sei chili. Durante il fine settimana arriva a servire 300 Mass, in una giornata normale la metà. Non sente la fatica, assicura, quando ci sono molti clienti, ci si distrae, piuttosto è dura nelle ore vuote, quando si resta seduti a non far niente. Allora conversa con i colleghi, che all’Oktoberfest ci vanno per necessità, e hanno bisogno di quei soldi extra. E finiscono per confidarsi anche loro con Padre Rainer. In tutto oltre 200, e ormai ha imparato a chiamarli per nome, e conosce i problemi di ciascuno. Ogni lunedì, prima del lavoro, li invita a bere un caffè: «È l’ora della confessione, chiamiamola così, anche se il confessionale sono io, cerco di dare delle risposte a questi uomini e donne che forse non verrebbero mai spontaneamente in chiesa». Fin dalla prima volta, dal primo giorno, ha subito svelato a tutti chi fosse: «Si sono sorpresi, e mi hanno accettato senza esitare, appena hanno verificato che potevo lavorare come loro».
Se le chiese oggi sono vuote, afferma, è colpa dei preti che stanno per conto loro in attesa che i fedeli li vengano a cercare: «Bisogna andare dove la gente lavora, o si diverte, parlare con il prossimo in modo di essere capiti. Non vogliono un pastore che li guardi dall’alto del pulpito, ma uno che si mischi con loro, e viva come loro». Ma, tornato in parrocchia, si rilassa con un bicchiere di vino rosso, possibilmente italiano. La birra, alla fine, un po’ lo nausea.
Perché, si è detto, servire birra soltanto per tre settimane all’anno? «E ho deciso di portare la birreria in chiesa», dice con una battuta. Non vengono soltanto a bere, molti hanno bisogno di una scusa, di un alibi, con se stessi, per tornare in chiesa, a pregare o no, conta fino a un certo punto.